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Innovazione tecnologica e informazioni catastali: un'evoluzione complessa resa semplice nell'attualità digitale italiana ed europea

L'intervista a Claudio Fabrizi, Responsabile della Direzione centrale Servizi Catastali, Cartografici e di Pubblicità Immobiliare, sottolinea i notevoli progressi e le sfide affrontate dal catasto italiano nell'ambito della digitalizzazione e dell'innovazione tecnologica negli ultimi decenni, con una prospettiva verso la modellazione 3D e l'uso di tecnologie GIS.

Condivisione dati cartografici: oggi è possibile utilizzare la tecnologia via WMS, la migliore mai messa a punto 

La storia del catasto italiano è lunga e molto articolata, ma dagli anni ’90 in poi la digitalizzazione prima, e la normalizzazione dei dati poi attraverso protocolli diversi, ha fatto sì che l’infrastruttura dei dati territoriali più significativi della nazione Italia sia approdato ad un livello abbastanza invidiabile per contenuto, modello di riferimento e forse anche sviluppo e diffusione. Dall’introduzione del sistema WEGIS ad oggi, il catasto ha proseguito nel lungo percorso di pubblicazione dei dati, e oggi è possibile accedere ai suoi servizi via WMS, la migliore tecnologia di condivisione dei dati cartografici che sia mai stata messa a punto.

Un vantaggio immediato per la società digitale tutta e per i professionisti tecnici che con il catasto hanno a che fare in numerose loro quotidiane attività. Nella nota editoriale che segue, InGENIO intervista l’ing. Claudio Fabrizi, Responsabile della Direzione centrale Servizi Catastali, Cartografici e di Pubblicità Immobiliare, un testimone sul campo dei processi innovativi del catasto italiano degli ultimi 30 anni.

L'innovazione digitale nel catasto italiano ha circa 40 anni, ma il percorso è ovviamente stato complesso e pieno di scelte da fare tra innovazione e semplificazione. Nei suoi ruoli operativi in Agenzia del Territorio ha avuto la possibilità di vivere le fasi più critiche e importanti di questa rivoluzione. Può raccontarci brevemente i passaggi storici vissuti dal catasto italiano dall'era della prima digitalizzazione ad oggi?

Claudio Fabrizi:

Già con la prima automazione degli anni ’80 l’amministrazione catastale ha concentrato la sua attenzione e i suoi sforzi sull’innovazione tecnologica e sullo sviluppo di nuovi servizi.
Due interventi normativi poi, nel 1999 e nel 2010, hanno posto le basi dell’Anagrafe Immobiliare Integrata, nella prospettiva della completa integrazione delle banche dati gestite dall’Agenzia.

Obiettivi sfidanti dell’amministrazione catastale sono stati, in tutti questi anni, il miglioramento della qualità dei dati, la semplificazione degli adempimenti, il monitoraggio del territorio; il tutto reso possibile anche grazie a una infrastruttura tecnologica capace di rispondere ai volumi crescenti di richieste provenienti dal mondo istituzionale e professionale, oltre che dai singoli cittadini.
Dopo la nascita delle agenzie fiscali nel 2001, ogni intervento, ogni attività, hanno puntato soprattutto alla virtualizzazione dei servizi all’utenza (cittadini, professionisti, enti territoriali e istituzioni), alla valorizzazione del patrimonio informativo immobiliare, all’ingegnerizzazione dei processi interni, alla sicurezza dei sistemi tecnologici, e alla piena integrazione con le politiche di digitalizzazione e all’adeguamento alle direttive comunitarie poste in atto dalla PA.

Il mondo digitale è diventato qualcosa che non potevamo immaginare, tutto è ormai basato sul WEB e sull'accesso a procedure, dati, e molto altro ancora in via telematica. La tanto agognata smaterializzazione della PAC/PAL è una realtà, e i professionisti possono direttamente conferire il loro lavoro di aggiornamento degli atti e della cartografia catastale. Una sola domanda, cosa è rimasto della cultura storica nei dati e nella funzione del Catasto Italiano?

Claudio Fabrizi:

Sicuramente è rimasto il ruolo fondamentale e insurrogabile di “garante” della piena affidabilità, coerenza e correttezza delle informazioni catastali. Inoltre, non trascurerei la conoscenza, la competenza e la professionalità del personale che opera nelle nostre strutture centrali e sul territorio.
In qualità di organo istituzionale catastale e cartografico dello Stato, il Catasto continua a perseguire la sua opera di definizione delle regole operative e di sviluppo delle procedure per la registrazione, l’aggiornamento e la certificazione dei dati censuari e tecnici contenuti nei propri archivi.

Claudio Fabrizi - Responsabile della Direzione centrale Servizi Catastali, Cartografici e di Pubblicità Immobiliare

Mi preme aggiungere che il lungo e graduale processo di dematerializzazione e telematizzazione delle procedure è stato possibile, in questi anni, anche grazie all’apprezzabile “cultura informatica” e alla preparazione dimostrata dalla categoria dei tecnici professionisti oltre che alla disponibilità degli Ordini e dei Collegi professionali, sempre presenti e pronti a condividere l’impegno dell’Agenzia, in vista di questo ambizioso obiettivo.

Per chi ha vissuto nel mondo delle problematiche catastali è abbastanza chiaro quanto complesso sia stato portare l'evoluzione delle procedure, i dati e i livelli dei servizi all'attuale stato di sviluppo. Un po’ meno sicuramente la complessità delle tecnologie entrate in gioco, lo studio di procedure che garantiscano il massimo della precisione delle informazioni, non solo metriche, ma anche e soprattutto censuarie e cartografiche. Può raccontarci un po' di storia e quali sono stati i punti di svolta del processo di innovazione che siete riusciti ad implementare.

Claudio Fabrizi: È una storia lunga più di 50 anni, quella cui sto per accennare. La legge 679/1969 prima, e il DPR 650/1972 poi, hanno introdotto innovazioni decisive nelle modalità di denuncia delle nuove costruzioni e, più in generale, nella predisposizione degli atti catastali, dando inizio ad un crescente processo di coinvolgimento dei professionisti nelle attività di conservazione dei dati catastali.

Siamo alla metà degli anni ’80 quando, facendo affidamento su strumenti e su una tecnologia ormai sempre più evoluta, l’amministrazione catastale ha potuto impegnarsi nella semplificazione, standardizzazione ed automazione delle modalità di presentazione, da parte dei professionisti, degli atti del catasto terreni (Pregeo) e del catasto fabbricati (Docfa).

Negli anni ’90, poi, il settore geotopocartografico ha vissuto la sua “rivoluzione” tecnologica, iniziata con la digitalizzazione di oltre 300 mila mappe e la gestione digitale dell’estratto di mappa, per approdare alla tecnologia satellitare e al Wegis, passando per l’unificazione dei sistemi di coordinate delle mappe.
Nel 2006 si sono raggiunti altri due traguardi importanti: la sottoscrizione automatica degli atti con firma digitale da parte dei professionisti e la nascita di Sister, la procedura telematica per l’invio degli atti di aggiornamento.

La crescita continua dell’uso della piattaforma telematica per l’invio del modello unico informatico catastale (già nel 2014 più del 75% degli atti erano inviati telematicamente) in luogo della presentazione “tradizionale” allo sportello, hanno spinto l’amministrazione, nel 2015, a rendere obbligatoria la modalità di presentazione online.

La nuova tecnologia automatizzata consente in primo luogo una valutazione più uniforme ed obiettiva dei documenti tecnici redatti dai professionisti incaricati, garantendo al tempo stesso il massimo rispetto, nella trattazione degli atti, dell’ordine di arrivo al sistema informativo dell’Agenzia.
Nel corso degli anni è cambiato anche il rapporto tra l’Agenzia e il cittadino: lo sviluppo di più moderne infrastrutture e di applicazioni informatiche, infatti, insieme a sistemi di controllo efficaci e a nuove regole operative, hanno trasformato il cittadino da mero fruitore di servizi a “soggetto attivo” e partecipe nel processo di aggiornamento delle banche dati dell’Agenzia.

Considerato che l'evoluzione di un sistema complesso come i database catastali, le sue informazioni, e le esigenze della società digitale non si fermano ad una soluzione specifica, e che il 3D è dal 2001 che viene dato per futuribile dalla FIG, che prospettiva abbiamo che il prossimo salto tecnologico della cartografia catastale sia quella del GIS e del 3D?

Claudio Fabrizi:

Il catasto 3D rappresenta una potenzialità dell’articolato sistema catastale di dati e tecnologie, con cui l’amministrazione catastale potrà rispondere alle sfide dell’immediato futuro e su cui sta già lavorando attraverso la costituzione della nuova entità fabbricato, il miglioramento dei processi di allineamento tra banche dati e realtà territoriale, la valorizzazione dell’enorme patrimonio informativo già disponibile, inclusi i dati planimetrici degli immobili urbani.

La disponibilità di una rigorosa modellazione 3D digitale, dell’intero edificato censito nelle banche dati catastali - già realizzato in realtà molto circoscritte da alcuni enti locali - rappresenta un task sicuramente ambizioso, ma di non immediata realizzazione.

È infatti necessario considerare l’enorme patrimonio immobiliare censito, costituito da oltre 86 milioni di particelle di catasto terreni, di cui oltre 22 milioni occupate da immobili censiti al Catasto Fabbricati, con la prospettiva di significativi investimenti in termini di risorse umane, finanziarie e tecnologiche, necessari per la realizzazione di campagne di rilevazione fotogrammetrica sul terreno e la successiva restituzione del modello 3D.

Su questi aspetti ci relazioniamo quotidianamente con le altre amministrazioni catastali europee e mondiali, utilizzando metodi e tecnologie di frontiera, non ultima ovviamente l’intelligenza artificiale, nella prospettiva di individuare soluzioni che siano sostenibili e adottabili in processi industriali su larga scala.

Da qualche anno, inoltre, abbiamo completato la rilevante opera di migrazione del sistema informativo catastale verso il Sistema Integrato del Territorio (SIT), la banca dati catastale unica nazionale dei dati censuari e cartografici.
Il SIT utilizza tecnologie GIS (Geographic Information System), che integrano i database catastali con le mappe tematiche vettoriali, consentendo l’analisi spaziale geografica; permette la geo-localizzazione corretta degli immobili ed è integrato con orto immagini di nuova generazione ad alta risoluzione.

Con il SIT abbiamo posto le basi per un sistema informativo “aperto”, che consente la condivisione e lo scambio di informazioni con il “mondo esterno”; con gli altri enti, cioè, che amministrano il territorio e la fiscalità immobiliare.
Contestualmente al SIT e in attuazione di specifiche direttive europee (INSPIRE), abbiamo anche realizzato dei servizi innovativi di consultazione dinamica e di interoperabilità della cartografia, che viene aggiornata in tempo reale.

Mi riferisco, in particolare, alla consultazione basata sullo standard internazionale “WMS” (Web Map Service), utilizzabile dagli sviluppatori di software con qualunque GIS, che consente l’integrazione con altri dati geografici, e al “Geoportale Cartografico Catastale”, la piattaforma web che permette a tutti di ricercare e visualizzare liberamente le particelle presenti in mappa con riferimento alla propria posizione, rilevata dal satellite; servizio oltretutto accessibile anche da smartphone o tablet, utilizzando l’App dell’Agenzia.

Per questi servizi è stata adottata la licenza d’uso CC-BY 4.0 che consente, col solo onere di citazione della fonte, l’utilizzo gratuito della consultazione cartografica da parte di chiunque, senza alcuna limitazione, anche per realizzare nuovi servizi o applicazioni a valore aggiunto.

Concludo, sperando di aver portato sufficienti elementi a riprova dell’elevato livello di affidabilità e di maturità raggiunti dalla nuova tecnologia e dai servizi online resi disponibili dall’Agenzia, che faranno da volano, nel prossimo futuro, per il raggiungimento di ancora più ambiziosi traguardi.


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