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Innovazione tecnica e progettazione: quale futuro? Intervista all’ing. Stefano Longhi

Intervista all’ing. Stefano Longhi sull'innovzione nella progettazione

Per conoscere più da vicino quale sia la reale percezione e utilizzo di quelli che sono gli strumenti più innovativi nel campo della progettazione abbiamo voluto chiedere il punto di vista, il commento a chi quotidianamente lavora nell’ambito della filiera delle costruzioni.

Intervista all’ing. Stefano Longhi, titolare della SGM Consulting srl. 

L’evoluzione dei software e dei loro linguaggi, delle reti digitali, dell’hardware e, non per ultimo, della cosiddetta Internet of Things sta di fatto rivoluzionando il modo di progettare nelle costruzioni. Quali sono a suo parere le innovazioni che più stanno cambiando l’approccio e la realizzazione del progetto?

È ormai opinione diffusa nel mondo dell’edilizia che il futuro della progettazione sia legato all’uso della tecnologia del Building Information Modeling (BIM), un metodo di lavoro nuovo e innovativo che già da anni sta dimostrando le sue potenzialità, ma che presuppone una diversa gestione del lavoro da parte di tutti gli attori coinvolti nella costruzione. BIM infatti non significa semplicemente modello in 3D, bensì lavorare con un modello “intelligente” che integri al suo interno tutte le discipline, permettendo a tutti di apportare modifiche e aggiornamenti in tempo reale.

Inghilterra, Paesi Bassi, Danimarca, Finlandia e Norvegia richiedono già l’utilizzo del BIM per i progetti edili finanziati con fondi pubblici; e secondo la nuova normativa europea EUPPD1 (EUPublic Procurement Directives) a partire dal 2016 i 28 Stati europei membri possono incoraggiare, specificare o imporre l’utilizzo del BIM per i progetti edili finanziati con fondi pubblici nell’Unione Europea.

Esistono poi degli strumenti, che grazie alla Rete, permettono la condivisione dei modelli tridimensionali in maniera tale da poter lavorare anche tra team di progettazione che operano sullo stesso progetto da sedi diverse. Tali sistemi permettono in tempo reale di condividere i vari modelli architettonici, strutturali e impiantistici, di eseguire verifiche di clash-detection e di condividere informazioni rendendo il progetto “prodottocentrico”, grazie al quale quindi tutti gli attori possono risolvere i problemi tipici delle costruzioni prima della fase costruttiva.

Parlare oggi di innovazione tecnica non può prescindere dall’utilizzo di strumenti come il Building Information Modeling. Da quanto tempo il vostro studio opera in ambito BIM? Lo utilizzate solo quando richiesto o per scelta aziendale?

SGM Consulting – Società di Ingegneria utilizza vari software per la progettazione BIM già dalla fine degli anni 90 con le prime versioni di Allplan, successivamente siamo passati ad utilizzare tale sistema anche per la progettazione strutturale tramite l’utilizzo di Modest e ultimamente grazie ad una collaborazione con Harpaceas stiamo sviluppando la progettazione impiantistica con DDS-CAD. Oltre a questi strumenti utilizziamo DesignBuilder per la simulazione dinamica in campo energetico, sistema anch’esso basato su sistema BIM.

L’utilizzo di tali strumenti è ormai generalizzato a qualsiasi progetto ed è stato fortemente voluto da tutti i soci come scelta strategica per un approccio nuovo al mondo dell’edilizia che sta cambiando e necessita di strumenti che rendano più veloce ma soprattutto che diano maggior controllo alla filiera della realizzazione.

Per operare in ambito BIM è necessario che tutta la filiera sia in ambito Bim o comunque si registrano vantaggi per i singoli soggetti?

Dalla nostra esperienza l’approccio alla progettazione BIM deve avvenire in modo graduale quindi almeno all’inizio non è auspicabile e realizzabile una progettazione completamente BIM. In Inghilterra ad esempio dal 2016 il BIM dovrà essere utilizzato per progetti pubblici con livello di dettaglio 200 (LOD 200 – Level of Detail). I LOD definiscono la quantità e il grado di approfondimento delle informazioni fornite con il modello.

I LOD sono: 50, 100, 200, 300, 350, 400, 500 e a livello macroscopico possono essere descritti nel seguente modo:

- LOD 50: modello di volumi in cui non sono fornite informazioni in merito ai materiali o agli elementi tecnici. Lo scopo di questo modello è visualizzare l’edificio nel suo contesto, fare valutazioni economiche di massima e urbanistiche;

- LOD 100: il modello è rappresentato graficamente con indicati attraverso simboli, o altre rappresentazioni generiche, i vari elementi. Gli elementi rappresentati non raggiungono il dettaglio del LOD 200. Le informazioni legate agli elementi del modello possono essere ricavate da altri modelli simili;

- LOD 200: sistema generale e semplificato con quantità, dimensioni, forma, posizione e orientamento approssimativi. Agli elementi del modello possono essere collegate delle informazioni non grafiche. Il modello può essere utilizzato per effettuare analisi preliminari sulle prestazioni ottenibili applicando al modello diversi sistemi semplificati;

- LOD 300: il modello è costituito da elementi specifici in termini di quantità, dimensione, forma, posizione e orientamento. Agli elementi del modello possono essere collegate delle informazioni non grafiche. Utilizzabile per lo sviluppo dei tradizionali disegni e documenti esecutivi. Il modello può essere analizzato per fare simulazioni riguardo le performance di specifici sistemi scelti appositamente per il modello;

- LOD 350: gli elementi del modello, oltre ad essere completamente definiti singolarmente, sono analizzati e rappresentati nei punti di interconnessione con gli altri elementi del modello. Agli elementi del modello possono essere collegate delle informazioni non grafiche;

- LOD 400: gli elementi del modello sono rappresentati graficamente all’interno del modello come un sistema specifico in termini di dimensione, forma, posizione, quantità, orientamento con dettagli, fabbricazione e informazioni per l’installazione. Agli elementi del modello possono essere collegate delle informazioni non grafiche come le schede tecniche;

- LOD 500: gli elementi del modello sono verificati e confrontati rispetto al costruito e rappresentati correttamente come effettivamente realizzati in termini di dimensione, forma, posizione, quantità e orientamento. Agli elementi del modello possono essere collegate delle informazioni non grafiche

La possibilità da parte del progettista di utilizzare strumenti di modellazione e simulazione (soprattutto architettonica e impiantistica) porterà dei vantaggi alla professione o aggiungerà solo ulteriori oneri?

Ritengo che tali strumenti di progettazione diventeranno assolutamente indispensabili per poter gestire processi sempre più complessi e con tempi di esecuzione sempre più brevi pertanto i progettisti dovranno giocoforza adeguarsi ad utilizzare tali strumenti. In UK ad esempio il programma di sviluppo prevede una riduzione dei costi dell’edilizia di circa il 20% in pochi anni grazie all’impiego del BIM. Sicuramente vi saranno oneri iniziali elevati per l’acquisto del software ma soprattutto per la formazione all’utilizzo e il cambio di mentalità all’approccio progettuale che ne deriverà. Secondo la mia opinione questo cambiamento potrà essere vantaggioso per i nuovi progettisti vista la loro attitudine a lavorare con i mezzi informatici e alla mentalità digitale propria delle giovani generazioni.