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InGenioBuongiorno: 154 anni fa nacque Edoardo Bianchi, il re delle biciclette

Il Buongiorno di INGENIO con una pillola di storia

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Buongiorno; oggi 17 luglio voglio ricordare la nascita a Milano nel 1865 di Edoardo Bianchi, colui che sarà definito, il re delle biciclette.

Da bambino nell'orfanotrofio dei Martinitt, apprese i primi rudimenti della meccanica.

Nel 1885 riuscì a impiantare una piccola officina meccanica nel centro storico di Milano, nella quale iniziò l'attività di riparatore e di costruttore di biciclette. Famoso per il suo ordine maniacale, non gettava vìa neanche un piccolo chiodo. Fu il suo genio  a rinnovare  la concezione e la realizzazione dei velocipedi: ridusse il diametro della ruota anteriore, adottando la catena di trasmissione del movimento, inventata da poco tempo in Francia, e abbassò l'altezza dei pedali, creando così la prima bicicletta moderna.

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Nel 1888 creò il primo mezzo circolante con ruote pneumatiche, applicando alla bicicletta l'invenzione che John Boyd Dunlop aveva realizzato pochi mesi prima. Il successo del prodotto lo portò ad investire nello sport, partecipando dall'ultimo decennio del XIX secolo alle principali gare ciclistiche europee.

Anche la regina Margherita interessata all'innovazione meccanica, lo volle nel 1885 al Palazzo Reale di Monza quale istruttore personale all'uso della bicicletta .

Bianchi studiò un telaio che fosse compatibile con le ingombranti gonne dell'epoca, facendo così nascere la bicicletta da donna.

A fine Ottocento aveva sperimentato dei motori De Dion-Bouton su tricicli di sua costruzione. I collaudi furono rallentati a causa di un principio d'incendio durante un giro di prova che provocò a Bianchi una serie di ustioni alle mani. Dopo alcune settimane di convalescenza, la sperimentazione fu completata e i tricicli furono posti in vendita a partire dal 1900.

Nel 1901 brevettò la trasmissione a cardano per le biciclette, seguita nel 1913 da quella del freno anteriore. 

Parallelamente ampliò   la sua azienda con la produzione di autovetture e di autocarri.

Scomparve nel 1946 per i postumi di un incidente stradale quando in Italia 

il radiocronista Mario Ferretti,  aprì il suo collegamento con una frase destinata a essere ricordata a lungo e utilizzata ancora oggi nei contesti più diversi, anche fuori dal ciclismo:

"Un uomo solo al comando, la sua maglia è bianco-celeste, il suo nome è Fausto Coppi."

Coppi sulla celeste Bianchi contro lo storico rivale Bartali su Legnano. Quanti di noi, da bambini,  desideravamo una bicicletta Bianchi, vera e propria gran turismo a pedali.  

Un saluto ed una buona giornata dal 

Vs.Giangi.