La costituzione di questo Gruppo interparlamentare è di estrema importanza perché apre prospettive nuove per il riconoscimento della professione a livello europeo e nazionale in ogni Stato Membro che ancora non riconosce la professione, come l’Italia
Edgardo Maria Iozia, Presidente del Comitato Promotore per il riconoscimento giuridico della professione di ingegnere biomedico e clinico.
Il Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE), con un suo parere di iniziativa (1), aveva richiesto che la professione di ingegnere biomedico e clinico fosse riconosciuta dalle Istituzioni europee, analogamente a quanto già avviene da tempo negli Stati Uniti d’America.
Su iniziativa del Public Affair Working Group (PAWG) dell’EAMBES, l’Associazione europea degli ingegneri biomedici, coordinato dall’ing Leandro Pecchia, Chairman della Divisione Health Technology Assessment (HTA) dell’IFMBE, la federazione mondiale di ingegneria biomedica e cofondatore del Cigno Nero, sulla base del parere del CESE, due parlamentari europei Lara Comi (PPE-Italia) e Nicola Caputo (S&D-Italia, hanno presentato due interrogazioni alla Commissione Europea per sapere:
perché la Commissione non aveva dedicato fondi di ricerca dell’ingegneria biomedica nel programma Horizon2020 (2) , come invece fanno da anni negli USA,
se la Commissione avesse intenzione di inserire la professione nell’elenco delle professioni europee (3). Le risposte della Commissione hanno incoraggiato a proseguire il percorso intrapreso.
Da qui la iniziativa, sostenuta dall’impegno dell’Ing. Pecchia, che ha portato lo scorso 31 maggio a Bruxelles alla costituzione del Gruppo interparlamentare del Parlamento Europeo sull’ingegneria biomedica.
La costituzione di questo Gruppo interparlamentare è di estrema importanza perché apre prospettive nuove per il riconoscimento della professione a livello europeo e nazionale in ogni Stato Membro che ancora non riconosce la professione, come l’Italia.
La professione di architetto, ad esempio, è inserita nella direttiva europea ma non quella di ingegnere né tantomeno quella dell’ingegnere biomedico (4). L’Italia, caso anomalo, già dall’esame di Stato per l’esercizio della professione di ingegnere, regolamenta nel settore industriale le attività professionali sugli apparati e le strumentazioni per la diagnostica e per la terapia medico-chirurgica ma non riconosce la figura dell’ingegnere Biomedico e Clinico.
Alla manifestazione, particolarmente riuscita, hanno partecipato i parlamentari Jens Gieseke (PPE-DE), anche a nome di Lara Comi, e Nicola Caputo, che hanno presieduto.
Jari Hyttinen, presidente di EAMBES, ha così commentato nell’intervento di apertura:
“Un primo, importantissimo passo verso il riconoscimento della professione e i finanziamenti alla ricerca.” Sono intervenuti in seguito: Edgardo Maria Iozia relatore del parere del Comitato Economico e Sociale Europeo e presidente del Comitato per il riconoscimento giuridico della professione di ingegneria biomedica e clinica, comitato conosciuto come il Cigno Nero, Adriana Velazquez senior advisor and focal point of medical devices al World Health Organization, John Brennan direttore delle politiche industriali e della regolazione dell’associazione Medtech Europe. Ha concluso gli interventi del panel l’ing. Leandro Pecchia, che ha proposto a nome delle associazioni europea ed internazionale una road map per il Gruppo Interparlamentare
Si è aperto un dibattito, cui hanno partecipato esponenti di primissimo piano dell’ingegneria biomedica: Il prof Nicolas Pallikarakis, IFMBE HTAD past-Chair, Prof Richard A Black, University of Strathclyde and Editor-in-Chief of Medical Engineering & Physics IPEM Journal, Dario Pirovano Medtech Europe Senior Regulatory Adviser, prof Birgit Glasmacher, EAMBES Past President, prof Heinrich Schima, EAMBES Fellow Chair, MP Nicola Caputo, European Parliament S&D, prof Shankar Krishnan, IFMBE Elected President, prof Jos Vander Sloten University of Leuven –Belgium, prof Marc Nyssen, IFMBE Treasurer, dr Andrel Linnenbank, EAMBES General Secretary, prof Ratko Majarevich, IFMBE Past President.
Dalla discussione sono emerse quattro richieste, che rappresentano i primi action points del gruppo interparlamentare, che farà pressione sulla Commissione Europea e sul Consiglio Europeo affinché:
- l’ingegneria biomedica sia riconosciuta mediante chiaro inserimento nella Direttiva sulle qualifiche professionali. Oggi l’ingegneria biomedica risulta sotto la voce “altre branche dell’ingegneria”;
- gli ingegneri biomedici, mediante le loro rappresentanze professionali e scientifiche, siano coinvolti nella definizione dei regolamenti e nel gruppo di coordinamento sui dispositivi medici;
- l’ingegneria biomedica sia destinataria di una specifica area di ricerca nell’ambito di Horizon 2020 e nei seguenti programmi quadro, riconoscendo il fatto che essa rappresenta oggi il principale canale mediante il quale la Medicina riesce a rinnovarsi;
- la Commissione avvii uno studio sull’Ingegneria biomedica in Europa, come richiesto anche dal CESE.
Al termine l’on Nicola Caputo si è impegnato, a nome del neonato Gruppo Interparlamentare sull’Ingegneria Biomedica, a preparare il giorno stesso quanto necessario per attivare subito la Commissione a lavorare sui quattro punti emersi. Il Gruppo si è dato appuntamento a novembre, al fine di monitorare i progressi e definire i prossimi passi.
Su invito del presidente del comitato Cigno Nero tutti i presenti hanno accettato di farne parte come International Fellows.
Partendo da questa iniziativa delle associazioni internazionali, sarebbe importante che in particolare l’ordine degli ingegneri con le università, le associazioni, le imprese in Italia si attivassero tutte insieme per sviluppare azioni comuni nei confronti delle Istituzioni italiane, finalizzate agli stessi obiettivi fatti propri dal gruppo interparlamentare Europeo, che interessano particolarmente i giovani e che avranno ricadute positive sulla qualità dei servizi sanitari del Nostro Paese.
Il riconoscimento giuridico degli ingegneri biomedici e clinici è un affare per tutti i cittadini!
(1) Gazzetta Ufficiale Europea C 291, 4.9.2015, p. 45–53
(2) http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?type=WQ&reference=E-2015-011613&language=EN
(3) http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?type=WQ&reference=E-2015-011612&language=EN
(4) «professione regolamentata»: attività, o insieme di attività professionali, l'accesso alle quali e il cui esercizio, o una delle cui modalità di esercizio, sono subordinati direttamente o indirettamente, in forza di norme legislative, regolamentari o amministrative, al possesso di determinate qualifiche professionali; in particolare costituisce una modalità di esercizio l'impiego di un titolo professionale riservato da disposizioni legislative, regolamentari o amministrative a chi possiede una specifica qualifica professionale. (Art. 3 DIRETTIVA 2005/36/CE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 7 settembre 2005 relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali)