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INGEGNERI e ARCHITETTI devono presidiare l'INNOVAZIONE per evitare che diventi una parola vuota

il BIM è un punto di partenza, un treno che occorre assolutamente prendere, perché collegato al BIM ci sono altre tecnologie importanti e interessanti.

Data di pubblicazione originale dell'articolo: 22/6/2016


Al Congresso Nazionale degli Ingegneri si parla di innovazione digitale e professione digitale.

Il modulo dedicato all'Innovazione è stato moderato da Andrea Pancaldi.

Pietro Baratono, membro del BIM TASK GROUP Europeo come rappresentante italiano, è intervenuto sul tema del BIM, e sulla sua applicazione internazionale e nazionale. Baratono ha evidenziato come l’introduzione del BIM non cambi di fatto nulla per quanto riguarda gli aspetti strutturali, mentre cambia la parte di gestione dell’appalto. Il Codice degli appalti italiano peraltro è il primo documento normativo che in Europa inserisce il BIM come strumento già utilizzabile in ambito pubblico.

Per Ilaria Lagazio di Autodesk il BIM è un punto di partenza, un treno che occorre assolutamente prendere, perché collegato al BIM ci sono altre tecnologie importanti e interessanti. Abbiamo di fatto una nuova cassetta degli attrezzi che parte dalla digitalizzazione delle costruzioni. Per capire le potenzialità di queste tecnologie e strumenti basta osservare cosa è successo nell’ingegneria meccanica con la prototipazione digitale. BIM che ovviamente riguarda i processi e non il software, che ne è semplicemente un mezzo. Ma il BIM non sarà del tutto applicato finchè il facility management non ne comprenderà le potenzialità.

Per Ilaria Lagazio il BIM ha un impatto anche sul piano etico delle responsabilità, perché consente una progettazione più trasparente e quindi valorizzante per la professione.

Che il cambiamento sia necessario è d’accordo anche Baratono, perché c’è un problema di produttività nel settore delle costruzioni. Solo attraverso la digitalizzazione si potrà avviare un cambiamento, che come altri progetti realizzati in ambito internazionale, è dimostrato porterà risultati concreti. E questo è il momento giusto, perché è possibile creare oggi una riconfigurazione del settore delle costruzioni, a cominciare proprio dalle stazioni appaltanti. Il Ministero ha avviato un percorso formativo di chi lavora in ambito pubblico, un processo che richiederà tempo.

Ma la digitalizzazione non riguarda solo il BIM. Amleto Picerno Ceraso del FABLAB Città della Scienza ha parlato di prototipazione e stampa 3D, pur evidenziando che il BIM consente di impostare il processo in cui l’oggetto centrale è il governo delle informazioni. Dobbiamo però migliorare la capacità delle professioni tecniche di presidiare parole chiave come innovazione e creatività, per evitare che questi termini possano svuotarsi del loro significato più intrinseco. E per farlo è necessario alimentare la conoscenza, ragionare quindi più in termini di debito formativo, come stimolo allo studio e all’aggiornamento, che di crediti formativi.

Per Amleto siamo agli inizi di un cambiamento epocale, dove il nodo è la ricongiunzione dei saperi, dove la curiosità e la collaborazione trasversale sono i due stimoli principali. Di certo dobbiamo trovare una via italiana alla innovazione.
Ilaria Lagazio ha preso spunto dall’intervento di Ceraso per ricordare e sottolineare l’importanza del contributo umano: non basta la tecnologia per fare innovazione.

Su creatività e innovazione è intervenuto anche Baratono, ricordando che questi metodi e strumenti si basano sulla condivisione, e il gioco di squadra è sempre un passo nella direzione corretta. Ritornando a un esempio concreto Baratono ricorda come il nuovo Codice degli Appalti si richiami l’uso del progetto definitivo, ma questo cosa significa in termini pratici e come è collegato al tema del BIM. Bene suggerisce che nelle softlaw si faccia proprio riferimento alla condivisione multidisciplinare delle soluzioni, come strumento di miglioramento del progetto.

Per Baratono si dovrà parlare quindi sempre più spesso di gruppo di progettazione e non di progettista, e questo porterà dei vantaggi ai professionisti che potranno esaltare le relative specializzazioni. Ci vorrà però del tempo perché strumenti e metodi siano condivisi e siano rimodellati i rapporti, anche contrattuali, tra committenza, imprese e progettisti.

Ci sarà una nuova figura professionale? Per Ilaria Lagazio si, il BIM MANAGER, e molte sono le richieste da imprese e studi di progettazione.
Dal pubblico una domanda per Baratono sulla necessità di qualificare i professionisti anche attraverso uno stimolo culturale e professionale, il quale evidenzia come nel proprio provveditorato l’arrivo del BIM ha creato un “movimento” senza precedenti e due tecnici sono stati iscritti a un master dedicato al BIM.
Baratono ha anche evidenziato che il BIM aumenterà i costi per le imprese e professionisti, e la committenza pubblica è pronta a investire.

Sull’interoperabilità Ilaria Lagazio ha evidenziato come tutte le softwarehouse stiano lavorando e investendo per la creazione di un unico formato – IFC – che garantisca la comunicazione fra tutti i software. Chi certifica la interoperabilità è BuildingSMART ALLIANCE. Baratono evidenzia che ci sono un tavolo ISO, una al CEN e uno all’UNI, ovviamente tutti collegati. Inoltre l’EUropean Task Group dovrebbe chiudere i lavori delle Linee Guida per i Committenti entro un anno. A breve avremo quindi tutta la documentazione necessaria.

Su questi interventi Andrea Pancaldi ha lanciato due domande al pubblico:
?    cioè che se si è d’accordo sul fatto che il BIM sia un nuovo metodo dell’ingegneria capace di innovare i processi
?    ci sarà una rapida affermazione delle professioni digitali

Sulla prima domanda sono d’accordo l’81% del pubblico presente, solo il 7% non è per nulla d’accordo. Sulla seconda sono d’accordo il 65%, solo il 3% lo è per nulla.