"Ingegneri 2020. Tutela, sviluppo e occupazione" studio del CNI traccia un possibile scenario
Il CNI traccia un possibile scenario "Ingegneri 2020. Tutela, sviluppo e occupazione"
Lo studio sarà al centro dei lavori del 57° Congresso Nazionale degli Ordini degli ingegneri e sarà presentato nell'ambito della sessione "Ingegneria: tutela, sviluppo e occupazione al 2020" coordinata dal giornalista Andrea Pancani, e spiegata da Stefano Palumbo, Direttore Ricerca S3.Studium, la società che ha realizzato lo studio.
Molte le sessioni in cui poi lo studio sarà approfondito. Alla prima parteciperanno Francesco Beltrame, DigitPA, Cesare Trevisani, Trevi SpA, Giampio Bracchi Presidente Fondazione Politecnico di Milano, Gaetano Manfredi Pro-Rettore Universita? di Napoli Federico II, Susanna Menichini Professore di Progettazione Urbanistica Universita? “La Sapienza” Roma, Mario Zambrini Amministratore Delegato Ambiente Italia.
L’indagine previsionale ‘Ingegneri 2020. Tutela, sviluppo e occupazione’ è stata commissionata dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri alla S3.Studium e si è posta come obiettivo quello di tracciare uno scenario sulle più probabili evoluzioni del futuro della professione degli ingegneri fra il 2012 e il 2020, considerando le influenze tecnologiche, economiche, politiche e sociali sulla professione.
Per riuscire ad ottenere una visione ancora più mirata del futuro del lavoro e del destino sociale degli ingegneri italiani da qui alla fine del decennio si sono, inoltre, aggiunti alcuni approfondimenti tematici riguardanti le questioni della tutela del territorio e la sicurezza delle reti.
Lo studio, diretto da Stefano Palumbo con la collaborazione di Simona Testana, è stato condotto con il metodo ‘Delphi’, uno dei più affidabili quando si tratta di formulare scenari a medio termine e si è anche avvalso di un panel di Esperti appartenenti ad aree disciplinari e professionali molto differenziate, tra cui: Andrea Bianchi (dir. Gen. per politica industriale MISE), Giampio Bracchi (pres. Fondazione Politecnico Milano), Antonio Gennari (vice direttore gen. ANCE), Gaetano Manfredi (proRettore vicario Federico II Napoli), Susanna Menichini (doc. Di Urbanistica La Sapienza Roma), Michele Pellizzari (economista Ocse), Maurizio Sorcioni (resp. Ufficio Studi di Italia Lavoro), Fabrizio Vestroni (preside facoltà ing. Civ. E industriale La Sapienza Roma) e Mario Zambrini (dir. Gen. Istituto Ambiente Italia).
Nel campo d'azione degli ingegneri si sommeranno innovazione tecnologica e di sistema.
Nuovi materiali avranno un impatto molto forte su edilizia, elettronica ed informatica, automotive, aerospaziale, le produzioni alimentari.
Nel corso dei prossimi anni l’evoluzione tecnologica avrà un forte impatto sul lavoro e sulle professionalità degli ingegneri, modificandone anche gli aggregati e le classi tradizionali. I professionisti potranno usufruire di tutta una serie di strumenti nuovi e più sofisticati, problem oriented, che favoriranno le scelte decisionali e che saranno messi a loro disposizione proprio dalla tecnologia.
Le tecnologie per la fornitura automatizzata di servizi alla persona mostreranno un ottimo sviluppo; ad esempio, i processi di automazione dei servizi (del trasporto pubblico su rotaia senza conducente) richiederanno figure ingegneristiche per la progettazione e lo sviluppo delle architetture HW e SW di supporto.
Dunque, entro il 2020, l’ingegnere elettronico dell’informazione dovrà sempre più progettare e realizzare sistemi di rilevazione e infrastrutture di rete e, sempre nei prossimi anni, per quanto riguarda il versante dell’hardware, la sfida della nanoelettronica avrà sempre più rilevanza. Grazie alla cosiddetta ‘Internet delle cose’ si produrranno sistemi complessi di cose che scambieranno informazioni fra loro.
Nei prossimi anni, i ‘sistemi embedded’, collegati fra loro in rete, consentiranno prestazioni e servizi sempre più innovativi, anche negli ambiti della sostenibilità e del green. Entro il 2020, le attività quotidiane di tutti gli ingegneri dovranno accogliere il ‘technology watching’, cioè: la possibilità di accedere ed elaborare una grande mole di dati tracciati dalle diverse tecnologie della rete e raccolti in imponenti data warehouse. Inoltre, la possibilità di disporre di tecnologie di supporto per la progettazione sia in 3D sia attraverso tecnologie ologrammatiche permetterà di rappresentare al meglio i progetti e le proposte.
Interoperabilità sarà la parola chiave!
Sempre entro il 2020, la tecnologia permetterà, ad esempio, la diffusione di sistemi automatici di rilevazione in rete, che saranno in grado di anticipare i fenomeni catastrofici e di decidere in tempo reale le azioni per la messa in sicurezza, prima del verificarsi di tali eventi. Saranno inoltre sempre più diffuse le applicazioni disponibili, su diversi tipi di media, attraverso le quali ogni singolo cittadino potrà interagire, anche in tempo reale, con le istituzioni cui è in carico la sicurezza e la tutela dell’ambiente. Infine, attraverso sistemi di tracciamento sempre più efficienti, il cittadino potrà verificare la presa d’atto della sua segnalazione e l’efficacia degli interventi.
Anche il cloud computing costituisce un elemento molto importante.
Infatti il suo utilizzo, integrato con i metodi di progettazione concorrente, consentirà di fronteggiare sia la complessità e la multidisciplinarità degli attuali problemi tecnici, sia la dislocazione delle competenze in gruppi di progettazione distribuiti nel mondo che collaborano a migliaia di chilometri di distanza. Dunque, la sua diffusione produrrà notevoli opportunità di lavoro soprattutto a livello internazionale: l’esternalizzazione di servizi riguarderà le società medio-piccole, incapaci di gestire in casa progetti e tecnologie di certe dimensioni.
Numerosi fenomeni sociali inflenzeranno il lavoro degli ingegneri. Con la crescita dei nativi digitali si arriveràca una nuova concezione del lavoro, piú sensibile alle tematiche ambientali, meno rigida e schematica, piú emotiva.
Dall'altra parte l'invecchiamento della popolazione creerà nuove esigenze per l'ingegneria e nuove sfide sociali.
Uno studio quindi utili, non solo per l'ingegneria.