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Infrastrutture domani: quanto peseranno l’Innovazione Tecnologica e la Sostenibilità

Come Editore di Ingenio sono spesso invitato a moderare eventi riguardanti i temi del settore delle costruzioni. Di recente ne ho moderato uno dedicato alle infrastrutture al Politecnico di Torino. Ecco un mio commento.

Il tema delle infrastrutture, grazie al PNRR, è tornato di attualità anche nel nostro Paese, e i fondi messi a disposizione dal governo precedente e dalla UE finalmente ci riportano come settore ad entrare nel merito non solo nella gestione del patrimonio esistente, ma anche delle nuove infrastrutture.

Di recente sono stato chiamato a moderare numerosi eventi proprio dedicati al tema delle infrastrutture, in particolare ai ponti e viadotti, e fra questi un evento dal titolo «Infrastrutture domani" presso il Politecnico di Torino organizzato dall'Ordine degli ingegneri di Torino, Harpaceas e Masera engineering. Un evento in cui grazie la qualità degli interventi ho potuto prendere diversi appunti interessanti che con piacere condivido in questo articolo.

In calce è possibile trovare anche le video interviste realizzate agli organizzatori e ai relatori dell’evento.


Cultura ingegneristica

In un evento come questo il tema della cultura ingegneristica ovviamente è stato toccato più volte. Giorgio Lupoi presidente di OICE ha ripreso un concetto importante: la mancanza di investimenti in infrastrutture degli ultimi quindici anni non ha solo avuto l’effetto di ritardare l’ammodernamento del Paese, ma ha anche portato a una disattenzione dell’ingegneria italiana, caposcuola per tanti anni a livello internazionale, su questo campo di applicazione, indebolendo la capacità delle nostre società - progettisti e imprese - anche su un fronte internazionale.

La cultura ha bisogno di un terreno fecondo in cui crescere, altrimenti si perde forza.

Lorenzo Orsenigo, presidente di AIS, ha sottolineato come l’Italia abbia un gap sulle infrastrutture di 373 miliardi, che rende bene l’idea sul deficit di cui parlava Lupoi.

E ha rincarato la dose Carlo Luzzatto, Amministratore Delegato Impresa Pizzarotti, che ha commentato che il gap abbia portato a imprese italiane deboli in campo internazionale, con scarsa capacità di poter investire di conseguenza in Ricerca e Sviluppo, e quindi spesso con un gap di produttività da recuperare. Le imprese devono reinventarsi con una logica «as a service» nel mondo delle infrastrutture.


Interdisciplinarietà e multinazionalità

In una logica complessa e digitalizzata non è il singolo che può progettare un’opera ma un team di specialisti di diverse attività di progettazione.

Bernardino Chiaia, Presidente e Amministratore Delegato di INFRA.TO, l’ha detto con chiarezza: i drivers dell’innovazione nelle infrastrutture, come il concept design, gli aspetti collegati alla sostenibilità, alla gestione e alla manutenzione, il nuovo approccio alla sicurezza, comportando una gestione interdisciplinare.

E questo porta, come ha sottolineato il presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Torino, ma anche direttore del Dipartimento di Ingegneria Strutturale del Politecnico di Torino Giuseppe Andrea Ferro, alla necessità di rivedere anche i corsi di laurea. Corsi che, come ha sottolineato il rettore Guido Saracco, dovranno toccare anche temi culturali.


Tempi certi per le infrastrutture

Uno dei problemi atavici del nostro settore è quello del rispetto dei tempi. Oggi si perde troppo tempo in burocrazia, questo lascia poco tempo per la progettazione, e le conseguenze si pagano in cantiere.

Pietro Baratono, presidente della seconda sezione del Consiglio Superiore dei LLPP ci ha parlato proprio di questo, e della necessità di semplificare le procedure dando precedenza al risultato, come previsto dalla nuova revisione del codice appalti. In tal senso ha giudicato positivamente la riduzione da tre a due dei livelli di progettazione.

Ne ha parlato anche Bernardino Chiaia, affermando che 10 anni tra la definizione di un progetto e la sua realizzazione sono troppi.


Complessità costruttive e manutentive

Le complessità costruttive e manutentive devono essere gestite in fase progettuale. L’ha sottolineato Chiaia, anche alla luce delle difficoltà che oggi si incontrano nel dover gestire un’opera infrastrutturale e manutenerla.

Baratono ne ha parlato anche in termini di costi, sottolineando come l’appalto debba considerare il costo totale dell’opera, e non solo quello di costruzione.


Il costo dei materiali

Del problema del costo dei materiali, ovvero dell'aumento anomalo dei costi, ne hanno parlato in diversi relatori.

In particolare, Paolo Mazzoleni Assessore della città di Torino con delega urbanistica e trasporti, già presidente degli architetti di Milano. Mazzoleni ha evidenziato come questo aumento abbia creato una complessità non sempre facile da gestire a livello di appalto, progettuale e di cantiere, al tempo stesso però ha commentato che sia stata anche un'occasione per riflettere sul progetto e sulle tecnologie da adottare, prendendo in considerazione anche una nuova variabile, la sostenibilità, che non significa solo riuso di materiali o prodotti a basso impatto di CO2, ma soprattutto avere una visione che tenga conto dell’evoluzione della città, della mobilità, degli aspetti sociali.

Sono le difficoltà che ci portano a dover aumentare lo sforzo per una buona progettazione e il caro materiali ci ha costretto ad andare, con più attenzione, in questa direzione.


Sicurezza delle opere

Chiaia ha ricordato come il settore dell’ingegneria civile sia ancora indietro rispetto ad altri - vedi nucleare e chimico - rispetto alla gestione del rischio, a cominciare dalla valutazione dei cosiddetti cigni neri. E’ un argomento su cui si sta lavorando in UK.
Stefano Susani
, Amministratore Delegato di Tecne, ha sottolineato che occorra uscire dal concetto, o preconcetto, che le infrastrutture possano essere costruite per funzionare per sempre.
Sicurezza che non riguarda le strutture, con ASPI si è fissata la priorità di arrivare a "zero incidenti», un obiettivo che non deve essere considerato utopico.


BIM e digitalizzazione

Finalmente, grazie alla presentazione di Paolo Sattamino, General manager tecnichal Harpaceas, ho compreso cosa si intende per piattaforma digitale delle costruzioni.

Non si tratta di un semplice cloud di gestione documentale, né di un repository di oggetti BIM. Si tratta di un vero e proprio luogo digitale attraverso cui passano i diversi progetti generali, quelli di dettaglio per le varie componentistiche, i dati sulla costruzione e la gestione dell’opera fino alla demolizione finale.

Una piattaforma non solo di conservazione, ma in cui l’intelligenza artificiale porta a una gestione dei processi e all’individuazione delle soluzioni.
Sulla digitalizzazione è intervenuta riportando esperienze concrete Daniela Aprea, direttore tecnologie innovazione e digitalizzazione Italferr.

Tra i casi riportati quello dell’applicazione dei sistemi di monitoraggio tramite sensori e piattaforme intelligenti, che troveranno la loro massima valorizzazione con la realizzazione dei digital twin delle opere.

Argomento ripreso poi nel dettaglio anche da Paolo Sattamino che ha approfondito come il Digital Twin trovi nei sensori una sua calibrazione e integrazione con i modelli FEM.
Daniela Aprea ha anche riportato l’esperienza già diffusa dell’uso del BIM in cantiere.
Che la digitalizzazione sia un fattore abilitante fondamentale l’ha sottolineato Luzzatto, che va affrontata sia con un approccio continuativo che a salti. Una sfida raccolta da Impresa Pizzarotti con un piano dedicato.

Sull’applicazione del BIM e la Digitalizzazione Paolo Sattamino ha anche ricordato le norme di riferimento sia a livello nazionale che internazionale, e quindi ha raccontato come l’evoluzione semantica dei dati e degli oggetti stia oggi portando a nuove frontiere della progettazione. Come ha sottolineato Giuseppe Marano, professore di Tecnica delle Costruzioni di Torino, «oggi le macchine possono pensare».
Infine, sempre Sattamino ha raccontato come oggi il Gaming sia già un potente strumento di addestramento.


Sostenibilità

La sostenibilità un valore economico, tenuto in importante considerazione anche dai fondi di investimento. L’ha sottolineato Lorenzo Orsenigo, ricordando quindi come la relazione di sostenibilità sia oggi parte integrante del progetto.

Su questo punto è d’accordo anche Marco Garozzo Amministratore Delegato Sina, che ha ricordato l’accelerazione che ha avuto il tema della sostenibilità nel momento in cui è diventata oggetto dell’attenzione del mondo finanziario.

Ma per Orsenigo è fondamentale misurare in modo concreto l’impatto sostenibile di un’opera, tutta l’opera, non solo dei singoli materiali. In tal senso hanno sicuramente un ruolo importante i sistemi di rating. Sull’argomento Stefano Susani ha raccontato le esperienze fatte da ASPI.

L’economia circolare entra quindi a pieno titolo nella progettazione e realizzazione delle infrastrutture attraverso la logica LCA, l’ha evidenziato Stefano Susani - per questo al centro delle strategie di ANSPI vi è la minimalizzazione dell’impatto ambientale delle opere. Ha ricordato quindi i concetti dell’ESG, oggi elemento centrale per la correlazione tra i valori di un’opera sul piano sociale e sostenibile - ma l’ha ricordato anche Marco Garozzo, che ha riportato il piano di elettrificazione delle stazioni di rifornimento sulla Torino Milano, nonché il piano di riuso delle pavimentazioni vecchie come sottofondo.


Conclusioni

In conclusione, possiamo affermare che le infrastrutture oggi sono oggetto di un’innovazione tecnologica e digitale senza precedenti, e il piano PNRR può essere lo strumento per cogliere l’occasione non solo di un adeguamento del nostro sistema infrastrutturale, ma di crescita sia per il mondo progettuale che delle imprese. Sta a noi farlo.
Vorrei ringraziare, infine, Luca Ferrari e Davide Masera, rispettivamente CEO di Harpaceas e Masera Engineering, per avermi dato l’occasione non solo di moderare questo evento ma di poterlo vivere fino in fondo, raccogliendo tante informazioni utili e innovative per Ingenio.

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