Indagine preliminare sulle proprietà dei materiali di travi in ​​cemento precompresso

Obiettivo della ricerca era creare un database che raccogliesse le proprietà meccaniche dei materiali usati nei ponti con travi in c.a.p.

Durante il secondo Convegno Fabre, tenutosi a Genova dal 12 al 15 febbraio 2024, l'Architetto Antonella Ranaldo ha presentato un lavoro innovativo realizzato grazie alla collaborazione tra diversi gruppi di ricerca, tra cui quelli dell'Università degli Studi della Basilicata, dell'Università di Roma "La Sapienza", e del compartimento Basilicata dell'ANAS. Il focus della ricerca riguarda un'indagine preliminare delle principali proprietà meccaniche dei materiali utilizzati nei ponti esistenti con travi in calcestruzzo armato precompresso. Questo studio rappresenta un passo importante verso una maggiore comprensione della durabilità e dell'affidabilità delle infrastrutture stradali italiane, in particolare dei ponti realizzati oltre mezzo secolo fa.

 L'obiettivo principale del lavoro, come illustrato da Ranaldo, è stato la creazione di un database dettagliato che raccogliesse le proprietà meccaniche principali dei materiali utilizzati nei ponti con travi in calcestruzzo armato precompresso. Per raggiungere questo obiettivo, il team di ricerca ha analizzato un campione di 98 ponti situati nella regione Basilicata, appartenenti a diverse tipologie di infrastrutture, come strade statali, provinciali e raccordi autostradali.

Il lavoro ha preso avvio da una rassegna dello stato dell'arte, con un'attenzione particolare alle normative che regolamentano l'utilizzo di materiali come il calcestruzzo armato precompresso. Ranaldo ha sottolineato l'importanza delle diverse evoluzioni normative che hanno segnato l'impiego di questi materiali in Italia, a partire dal Decreto Ministeriale del 1907, fino alle modifiche più recenti apportate nel 1972.

In particolare, si è discusso dell'evoluzione delle categorie di acciai e calcestruzzi utilizzati, evidenziando come queste modifiche normative abbiano influito sui materiali analizzati. Ad esempio, nel 1957, le prescrizioni del Regio Decreto del 1939 sono state riviste con l'introduzione di nuove tipologie di acciai, come le barre ad armatura migliorata. Un altro punto cruciale è stata l'evoluzione delle tecniche di precompressione, che è stata influenzata da diversi fattori, tra cui la scarsa manutenzione e le tipologie di precompressione utilizzate.

Il database costruito è stato popolato con 188 stringhe di dati, contenenti informazioni dettagliate su ogni ponte, come la localizzazione, l'anno di costruzione, la tipologia di precompressione utilizzata e le caratteristiche meccaniche dei materiali impiegati. Questo database rappresenta una risorsa preziosa per l'analisi della durabilità delle infrastrutture e permetterà in futuro di sviluppare modelli di affidabilità basati su funzioni di densità di probabilità.

Dai primi risultati emerge che il 66% dei ponti analizzati è stato costruito tra il 1961 e il 1980. In merito ai materiali utilizzati, per le travi, l'acciaio da armatura più frequentemente impiegato è stato l'acciaio ALE, con una percentuale del 38%. Per quanto riguarda il calcestruzzo, la categoria più utilizzata per le travi è stata l'R450, mentre per le pile è stata l'R325. Il trefolo è risultato l'elemento più utilizzato per il sistema di precompressione.

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