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Incidente a Mestre di un bus elettrico: quali sono i rischi e le procedure in caso di incendio di un veicolo elettrico?

Nell’incidente accaduto a Mestre è stato coinvolto un veicolo elettrico che poi ha preso fuoco. Ci sono rischi incendio maggiori per questi veicoli? Ci sono procedure diverse per spegnere incendi che coinvolgano questa tipologia di veicoli? Un'analisi sul tema anche attraverso un'intervista all’ing. Fabio Dattilo, già Capo del Corpo Nazionale dei VVF.

La cronaca di ieri 3 ottobre (2023) ci ha raccontato un episodio terribile: un bus elettrico, che viaggiava sul cavalcavia della bretella che da Mestre porta verso Marghera e l'autostrada A4, per cause ancora ignote, è precipitato tra un magazzino e i binari della stazione di Mestre con un volo di ca 15 metri. 

L’impatto ha generato un incendio violento, e le conseguenze sono state drammatiche: 21 morti, tra cui due bambini e un adolescente e 15 feriti, di cui 5 in condizioni gravi.

I Vigili del fuoco sono intervenuti dopo pochi minuti e seppur con fatica (il bus è rimasto schiacciato su se stesso) sono riusciti ad estrarre dalle lamiere i feriti.

Per domare l’incendio ci sono volute diverse ore e la carcassa del bus è stata spostata attorno alle 5 del mattino in una zona sicura. All'intervento hanno operato oltre 60 vigili del fuoco con 20 automezzi, arrivati anche da Treviso, Padova, Rovigo e Gorizia. I VVF hanno gestito l'emergenza, anche tenendo conto che il veicolo era alimentato elettricamente.

Da portale tecnico ci siamo posti alcune questioni. Ci sono rischi d'incendio specifici legati a questi veicoli? E le procedure di spegnimento differiscono da quelle tradizionali?

Per rispondere a queste domande abbiamo contattato alcune figure che operano in questo ambito, e tra questi l’ing. Fabio Dattilo, già Capo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, che ci ha fornito alcune informazioni.


Le procedure per gli interventi su veicoli elettrici in fiamme

Come ci spiega l'ing. Fabio Dattilo, il pericolo primario nei veicoli elettrici è legato alle batterie al litio, in particolare al fenomeno del “thermal runaway”. In condizioni particolari, come incidenti o difetti di fabbricazione, le batterie possono subire un aumento di temperatura incontrollato che può culminare in incendi o addirittura esplosioni. Altro importante rischio, in questi casi è quello della elettrocuzione ossia del possibile passaggio della corrente nel corpo umano.

Per poter eseguire le operazioni di soccorso in presenza di autoveicoli elettrici - ci informa l’ing. Dattilo - i Vigili del Fuoco hanno realizzato delle Linee Guida ad hoc, presenti anche sul sito dei VVF. 

Si tratta linee guida utili a informare i soccorritori sulle problematiche inerenti alla sicurezza elettrica nei sistemi di accumulo in generale, utilizzati in impianti FTV ed AUTOMOTIVE e fornire indicazioni su come procedere dopo la valutazione dei rischi.

All'interno di queste linee guida è presente una panoramica sui fattori di rischio che interessano direttamente il soccorritore, una rassegna generale sugli azionamenti elettrici e i supporti energetici che l’operatore deve conoscere e saper riconoscere durante il proprio lavoro.


I rischi incendi per le autovetture elettriche

Tornando al rischio incendio su veicoli elettrici questo è fondamentalmente legato al fenomeno del "thermal runaway", ossia alla possibilità, in casi eccezionali come può essere un incidente, di un aumento eccessivo e inarrestabile della temperatura delle batterie agli ioni di litio, che attraverso una reazione a catena può generare oltre all’incendio anche l’esplosione della batteria e la produzione di fumo fuoriuscente dal pacco batterie.

Ma occorre che la causa scatenante sia davvero importante o come è successo ci siano gravi difetti di fabbricazione.

Sul fronte del problema dell’autoaccensione, va segnalato che oggi si sono fatti passi da gigante in questo settore; occorre puntare sulla manutenzione e scegliere batterie di qualità.

Sul fronte del comportamento in caso di incidente si segnala che molte case automobilistiche hanno investito in sicurezza per ridurre il rischio di incendio e di esplosione.


Come intervenire negli incendi di vetture elettriche

Abbiamo chiesto all’ing. Dattilo se nello spegnimento di queste tipologie di incendi vengano utilizzate delle sostanze specifiche, visto la particolarità delle batterie al litio, il quale ci ha evidenziato che nei casi di incendio di batterie, la soluzione migliore sarebbe quella di annegare completamente le batterie al litio nell’acqua, in modo da fermare la reazione e lo sviluppo di calore che comunque richiede un certo tempo per esaurirsi.

Ovviamente nel caso di un incendio di un veicolo è difficile pensare ad un annegamento completo. Per questo è necessario intervenire con molta acqua e per molto tempo, in modo da evitare che poi la batteria ancora a temperature molto alte possa innescare una nuova reazione.

Esiste un rischio incendio maggiore per i veicoli elettrici rispetto ad altre tipologie di veicoli ?

Le statistiche sugli incendi dei veicoli elettrici, quindi autovetture, trasporto leggero, pesante, bici elettriche, overboard e monopattini elettrici sono ancora poco diffuse. I trend più significativi sono stati pubblicati dai Vigili del Fuoco di New York e dai pompieri di Londra che hanno lanciato l’allarme sull’impennata di incendi con e-bike e da un bollettino pubblicato anche dall’Agenzia svedese per le emergenze civili (MSB) che fa il bilancio degli incendi di veicoli elettrici nel 2022. Tutti i report evidenziano un comportamento più sicuro per i veicoli elettrici, ma si basano su dati generali e non omogenei (i veicoli elettrici oggetto dell’indagine sono più recenti di quelli tradizionali considerati nei campioni analizzati).

Dall’approfondimento con l’ing. Dattilo emergono valutazioni simili: non è certo maggiore, è solo diverso, i veicoli possono utilizzare tipologie di energie che si differenziano da come questa si libera (nel gas è di tipo esplosivo, nella benzina è di tipo infiammabile, ecc.), ma il concetto importante è che nell’incendio ciò che brucia non è solo il combustibile, in un auto ciò che brucia è il sedile, è la scocca, ecc. che sono parti notevoli del contenuto che può bruciare.

L’energia totale combustibile è data da tutto ciò che compone la macchina. Si tratta solo di un rischio diverso legato alle caratteristiche della modalità di produzione dell’energia, dove nel caso dei veicoli elettrici, la tecnologia oggigiorno sta facendo passi da gigante.

I veicoli elettrici prendono fuoco 20 volte in meno degli altri veicoli
I veicoli elettrici (EV) hanno una probabilità 20 volte inferiore di prendere fuoco rispetto alle auto a benzina e diesel, secondo i dati forniti dall'Agenzia Svedese per le Emergenze Civili (MSB). Nel 2022, solo 23 dei 106 incendi segnalati che coinvolgono mezzi di trasporto elettrificati in Svezia erano legati agli EV, rappresentando solo lo 0,004% dei 611.000 EV del paese. In confronto, ci sono stati 3.400 incendi segnalati nelle 4,4 milioni di auto a benzina e diesel della Svezia nello stesso anno, ovvero lo 0,08% della flotta di auto alimentate a combustibili fossili. Da notare che, nonostante il crescente numero di EV, gli incendi legati ad essi sono diminuiti, probabilmente grazie a progettazioni migliorate per sopprimere gli incendi nei modelli più recenti.

Attualmente, dopo aver dato un’occhiata a cosa accade in ambito internazionale, abbiamo constatato che i vari servizi antincendio stanno cercando soluzioni per affrontare l'aumento previsto di veicoli elettrici (EDVs) e i potenziali incendi ad essi associati.

Questi veicoli possono presentare sfide ulteriori per i soccorritori. Molti di essi hanno funzioni operative sconosciute ai vigili del fuoco. Ad esempio, un EDV rimane silenzioso quando è fermo, ma potrebbe muoversi se l'acceleratore viene premuto. Inoltre, non si può più assumere che un veicolo sia spento solo perché non si sente il motore.

Gli EDVs contengono batterie ad alta tensione e componenti elettrici che, se non gestiti correttamente, possono rappresentare un rischio di scossa o addirittura elettrocuzione per i primi soccorritori. Questi rischi non sono tipicamente associati ai veicoli convenzionali. I vigili del fuoco potrebbero correre il rischio di gravi scosse o elettrocuzione se interferiscono con componenti elettrici ad alta tensione o con la batteria.


Qualche indicazione delle LG VVF sulle procedure in caso di incendio di veicoli elettrici

Leggendo le Linee Guida riportiamo alcune indicazioni specifiche sulle procedure da tenere per i Vigili del Fuoco nel caso di incidenti in cui il veicolo sia coinvolto anche in un incendio.

Nel caso d'incendio è necessario fare innanzitutto alcune considerazioni sul tipo di ventilazione.
Se in presenza di ventilazione, occorre operare sopravvento rispetto al fuoco. In questo modo il getto di estinguente verrà spinto contro la fiamma e i residui della combustione con relativi fumi non si indirizzeranno a sfavore degli operatori.
In ogni caso, a prescindere dal tipo di vettura e dal tipo di alimentazione, considerare sempre il possibile rischio di esplosione.


Il rischio di esplosione delle batterie

Un’esplosione fisica avviene a causa del rapido rilascio di energia meccanica, come nel caso del rilascio di un gas compresso, e non coinvolge reazioni chimiche.
Un’esplosione chimica è la conseguenza di una reazione chimica, ovvero di una reazione di combustione, una reazione di decomposizione oppure di altre reazioni veloci ed esotermiche, come le reazioni di runaway cui sono soggette le tecnologie Litio-ione.
Una esplosione chimica può avvenire in fase vapore, oppure in fase condensata (liquida o solida). La reazione può essere uniforme o propagante.

In caso di incendio si può adottare una tecnica difensiva (lasciar bruciare la vettura, naturalmente se non vi sono persone all’interno e tutelando persone e cose) o offensiva.

Nel caso si voglia adottare la tecnica offensiva, occorre cercare di raffreddare le batterie. L’acqua si è dimostrata finora il più valido mezzo per il controllo dell’incendio di batterie agli ioni di litio, soprattutto se usata in grandissima quantità e per lungo tempo, allo scopo di raffreddare l’esterno del pacco batterie.

La procedura quindi prevede, dopo la definizione e la verifica del numero di veicoli coinvolti, l’identificazione dell’eventuale alimentazione elettrica o ibrida del veicolo, quindi l’immobilizzazione e poi la disibilitazione dello stesso.

Tuttavia si può verificare il caso in cui l’incendio in corso impedisca la preventiva messa in sicurezza della vettura; oppure l’urto abbia reso impossibile identificare la vettura elettrica come tale.

In questo caso è ugualmente possibile procedere all’estinzione utilizzando le normali tecniche per l’incendio di veicoli tradizionali, ed in particolare usare grandi quantità di acqua con angolo di attacco idoneo, grazie al fatto che il pacco batterie ed i circuiti ad alta tensione sono sigillati e non sono in contatto con la carrozzeria.

Conclusioni

Come spesso accade, occorre attendere che accadano delle tragedie per occuparsi dei rischi connessi all’evoluzione tecnica. In questo caso sappiamo che i Vigili del fuoco sono intervenuti prontamente, e grazie al loro intervento si è potuto salvare una parte dei viaggiatori. Intervento, che come questo articolo, ci presenta non era esente da rischi.

Ora l’esperienza verrà utilizzata per un’evoluzione della normativa e formazione generale collegata a questa evoluzione della mobilità, con la speranza che anche l’adozione di strumenti di sicurezza attiva - per esempio di intervento autonomo del veicolo in caso di malore del conducente - possano consentire di evitare altre tragedie.

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