Si chiama
ARPINGE e si legge Società di investimenti.
Si tratta di una scelta molto forte, quella delle casse professionali di ingegneri e architetti (Inarcassa), geometri (Cipag) e periti industriali (Eppi): dare vita a una società di investimenti infrastrutturali controllata dalle tre casse previdenziali dei professionisti tecnici ma aperta anche ad altri soci.
ARPINGE è affidata alla guida dell'amministratore delegato Federico Merola, lunga esperienza internazionale nel project financing cominciata in Mediocredito centrale ed ex direttore generale dell'Ance.
Non si è voluto creare un fondo: troppo rigido, tradizionale, «cortista» nell'impiego del risparmio.
Società di investimenti sì: anche perché nel frattempo la riforma Fornero aveva preteso dalle casse la verifica della sostenibilità a 50 anni dei propri bilanci, favorendo un investimento dai ritorni lunghi come quello infrastrutturale, con un potenziale di investimento di 60 miliardi.
"Non siamo un fondo strategico, come per esempio è F2i - spiega Merola - ma puntiamo a buoni investimenti di livello medio sfruttando una competenza industriale di cantiere che si affianca a quella finanziaria e costituisce la nostra specificità nell'attuale panorama italiano".
"Abbiamo volutamente lavorato in silenzio in questi mesi - dice Merola - perché volevamo prima lavorare e poi presentarci al pubblico".
L'investimento in portafoglio per Arpinge è di 126 milioni su un valore complessivo delle opere di 321 milioni. Valori che diventano di 496 milioni per Arpinge e 3,1 miliardi di valore complessivo delle opere se si guarda ai 97 progetti in pipeline, già pronti per essere inseriti in portafoglio se è quando gli azionisti attuali decideranno di aumentare il capitale o nuovi soci dovessero entrare.
Al vertice della società
· un Consiglio di Amministrazione formato da Giuseppe Santoro (Presidente), Florio Bendinelli, Leo Momi e Federico Merola;
· un Comitato investimenti composto dall’Amministratore Delegato, due membri del Team Investimenti e due membri indipendenti, individuati in virtù di una comprovata esperienza nell’ambito dei settori delle infrastrutture e/o dell’immobiliare. È un organo tecnico di natura consultiva, che esprime un parere motivato in relazione ad ogni decisione di investimento esaminata da Arpinge. In particolare, il Comitato Investimenti valuta in termini tecnici e collegiali l’allineamento delle operazioni con le politiche e le strategie di investimento e di gestione definite dal Consiglio di Amministrazione della Società, tenuto conto delle diverse aree di rischio/attenzione afferenti le scelte gestionali.
· Organismo di vigilanza, un organo dotato di autonomia e indipendenza che sorveglia la corretta applicazione del Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo previsto dal Decreto Legislativo 231/2001, disciplinante la responsabilità della società per reati commessi nel suo interesse dai soggetti apicali o dipendenti e vigila in merito alla sua applicazione.
Per quanto riguarda gli investimenti si prevede che il 40% riguardino valorizzazioni o privatizzazioni, per il 16% scuole, per il 19% residenze sanitarie e assistenziali, per il 15% parcheggi, per il 13% interventi di efficienza energetica, per il 12% la generazione di energia, per il 5-6% la logistica.
“Basta con le cattedrali nel deserto”, ha detto l’amministratore delegato Federico Merola, via libera invece ad iniziative (nel 50% dei casi nell’ambito del partenariato pubblico-privato) solide, poiché l’attività di `scouting´ dei mesi precedenti ha portato alla luce progetti interrotti “da crisi finanziarie, o per carenza di finanza per lo sviluppo”: i settori sono l’energia, i parcheggi, le reti gas, le residenza sanitaria assistite, le scuole, la logistica e gli immobili in fase di privatizzazione.
Quanto alla ripartizione geografica delle operazioni, il Nord fa la parte del leone (57%), a seguire Sud (29%) e Centro (17%) della Penisola. In avvio, comunque, ci si concentrerà sui cantieri di media dimensione (per un valore oscillante fa i 10 ed i 45 milioni), con impegni diretti della società di Inarcassa, Eppi e Cipag che vanno dai 3 ai 15 milioni e con una operatività «flessibile», mediante gli strumenti di equity e debito (compreso tra 3 e 6 volte l’investimento diretto di Arpinge).
Le tre casse previdenziali che hanno dato vita ad Arpinge, ha affermato Giuseppe Santoro (presidente della società), sono “portatrici di idee e di coraggio. Siamo stanchi - ha proseguito, con riferimento ai nomi di alcuni decreti degli ultimi governi - di essere salvati, cresciuti, sbloccati. Il nostro sarà un veicolo di best practice negli investimenti infrastrutturali ed immobiliari, a beneficio dei nostri 300.000 associati fra architetti, ingegneri e geometri, e di milioni di cittadini”.
Le prime 4-5 iniziative potrebbero partire anche entro l'anno. Fanno parte di un gruppo di 15 progetti più avanti nell'istruttoria. Più in generale i progetti definiti "caldi" sono 51 e potrebbero mettere in moto 340 milioni di investimenti, di cui 160 provenienti proprio da Arpinge. Ma il soldi non sono un problema.
“Le risorse ci saranno - assicura Paola Muratorio, presidente di Inarcassa - quello che mancano sono i progetti”. A dare sostanza all'affermazione sono anche i primi numeri comunicati dall'amministratore delegato della società, Federico Merola “In otto mesi abbiamo esaminato 133 proposte ma solo 15 hanno le caratteristiche di bancabilità necessarie per l'investimento”.
I primi progetti selezionati da Arpinge costano tra i 10 e i 45 milioni, l'ordine di grandezza che interessa gli investitori. I progetti riguardano valorizzazioni immobiliari, riqualificazioni con efficienza energetica, parcheggi, energia (idroelettrico e reti gas) e residenze sanitarie per anziani. Sempre tra i 15 progetti, c'è la sostituzione di una scuola (con permuta del vecchio immobile da trasformazione e realizzazione di una nuova struttura). “Spero di poter approvare entro l'anno almeno 4-5 di questi progetti”, riferisce Federico Merola, spiegando che, dopo aver passato un primo esame, i progetti dovranno superare l'esame del comitato investimenti e poi essere approvati dal cda. Il passo successivo è il cantiere. Quanto al ritorno dell'investimento, “sull'equity non entriamo se non abbiamo un ritorno del 10% netto”, riferisce Merola.
Le tre casse si terranno a distanza dall'attività di gestione. “Gli sponsor non interverranno in alcun modo nelle scelte di investimento - assicura Muratorio -. È una condizione fondamentale per la buona gestione degli investimenti, ed è anche un principio che dobbiamo spesso ricordare alla politica quando dimentica che siamo un investitore istituzionale e ci considera invece come un bancomat”. La struttura di Arpinge conta per ora 15 persone “con team manager che arriva dall'industria e un comitato investimenti di cinque persone, di cui due sono esperti indipendenti, di cui uno esperto di immobiliare e uno di infrastrutture»”, precisa Merola.
Per saperne di più:
EDILIZIA e TERRITORIO: http://www.ediliziaeterritorio.ilsole24ore.com/art/infrastrutture24/2014-09-10/arpinge-milioni-realizzare-infrastrutture-151922.php?uuid=AbSU31LK&fromSearch