Il Terrificante Futuro delle Guerre guidate dall'Intelligenza Artificiale: Navi senza equipaggio e Droni autonomi

Inquietanti presagi emergono dalle calme acque del Golfo Persico, tra Bahrain e Qatar, a circa 100 miglia al largo delle coste dell'Iran.

Sono quelli che emergono dall'articolo pubblicato su Wired intitolato "The AI-Powered, Totally Autonomous Future of War Is Here" di Steven Levy.

Il futuro descritto nell'articolo mi appare sinistro, come se una scena da un film di fantascienza si stesse lentamente materializzando davanti ai miei occhi.

Robot senza equipaggio che fluttuano sulla superficie senza alcun bisogno umano, guidati da tecnologie di intelligenza artificiale sempre più evolute, mi lasciano con un senso di inquietudine. Alcune di queste macchine, più piccole e agili delle motovedette tradizionali, sembrano emergere dal mare come creature oscure, avvolte in mistero.

Queste macchine, radunate per un'inquietante esercitazione condotta dalla Task Force 59, un gruppo di specialisti dell'incubo all'interno della Quinta Flotta della Marina degli Stati Uniti, gettano un'ombra di apprensione su ciò che ci riserva il futuro.

La loro missione oscura è focalizzata sull'utilizzo di robotica e intelligenza artificiale, due tecnologie in rapida evoluzione che promettono di plasmare il futuro delle guerre.

La Task Force 59 si dedica a integrare velocemente queste inquietanti tecnologie nelle operazioni navali, acquistando le più recenti soluzioni da parte di sinistri appaltatori privati, e assemblando i pezzi per creare un sistema di controllo coerente. L'esercitazione nel Golfo ha radunato più di una dozzina di piattaforme spettrali senza equipaggio: navi di superficie, sommergibili, droni aerei.

Questi droni autonomi saranno gli oscuri "occhi e orecchie" della Task Force 59, monitoreranno i mari con telecamere e radar, ascolteranno i sinistri sussurri delle profondità con idrofoni, e analizzeranno i dati raccolti attraverso algoritmi inquietanti, che distingueranno petroliere innocenti da contrabbandieri colpevoli.

La mia riflessione su questo tema inquietante, stimolata dall'articolo di Wired, mi fa percepire un senso di preoccupazione riguardo a ciò che ci attende in un futuro potenziato dall'intelligenza artificiale.

Queste tecnologie, sebbene promettenti per alcune applicazioni, lasciano spazio a preoccupazioni sul loro uso in contesti militari e il potenziale impatto sulle dinamiche globali.

Il monito di Bill Gates

Bill Gates, il famoso magnate della tecnologia e co-fondatore di Microsoft Corporation, aveva condiviso qualche settimana fa le sue riflessioni personali sull'intelligenza artificiale in un blog, ammettendo che "i rischi creati dall'intelligenza artificiale possono sembrare schiaccianti".

E tra questi rischi aveva parlato proprio di quello collegato agli armamenti.

L'Intelligenza Artificiale rende più facile lanciare attacchi contro persone e governi. Gates avverte del possibile rischio di una corsa agli armamenti dell'IA tra le nazioni, che potrebbe destabilizzare la sicurezza globale.

Per esempio Gates sottolinea che la tecnologia può identificare e risolvere rapidamente le vulnerabilità del nemico, di operare in modo più rapido e incisivo, senza considerare alcun filtro di natura umana, e propone l'istituzione di un organo di regolamentazione globale simile all'Agenzia internazionale per l'energia atomica per prevenire abusi dell'IA.

Aggiungiamo, come sempre da lui richiamato, il problema dei deepfake e la disinformazione generata dall'IA, che potrebbero minare le elezioni, la democrazia, le opinioni e le scelte dei Paesi.

La domanda che ci poniamo ora, nel pieno del conflitto in Ucraina, come reagiremmo al sapere che le armi nucleari tattiche sono in mano a un sistema di intelligenza artificiale ?

Quale etica per l’intelligenza articiale

La mia riflessione su questo tema inquietante, stimolata dall'articolo di Wired, mi fa percepire un senso di preoccupazione riguardo a ciò che ci attende in un futuro potenziato dall'intelligenza artificiale.

Queste tecnologie, sebbene promettenti per alcune applicazioni, lasciano spazio a preoccupazioni sul loro uso in contesti militari e il potenziale impatto sulle dinamiche globali.

Spero che una maggiore consapevolezza e regolamentazione di queste tecnologie ci guidino verso un futuro più equo e sicuro, ma quando penso che siamo stati capaci di progettare e realizzare bombe a forma di bambola per colpire i bambini nel vietnam, non ne sono affatto certo.

Fonte: Wired (L'articolo "The AI-Powered, Totally Autonomous Future of War Is Here" di Steven Levy, pubblicato su Wired)