Il sismabonus si fa attendere: inapplicabili le agevolazioni 70-85%

Anche il Sismabonus si iscrive al club degli eterni ritardatari, di cui hanno fatto parte, ad esempio, le Norme Tecniche delle Costruzioni per l'aggiornamento delle quali si è dovuto attendere a lungo. Nel caso del bonus per i lavori di miglioramento antisismico, il 'colpevole' è il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, in ritardo sulla mappatura degli edifici italiani che in origine doveva arrivare entro fine 2016 e adesso è stata posticipata a fine febbraio, altro termine che sembra di difficile da rispettare nonostante una bozza del provvedimento sia pronta dallo scorso maggio.

Quindi, allo stato attuale, il Sismabonus è di fatto fermo. E' partita in realtà la detrazione 'base', quella meno appetibile che prevede sconti del 50% su lavori effettuabili in zona 1,2 e anche 3 ma spalmabile in 5 anni anziché 10 come le ristrutturazioni ordinarie.

Manca, del tutto, l'applicabilità del secondo livello del Sismabonus, ossia le detrazioni al 70% se i lavori di miglioramento sismico consentono il passaggio a una classe di rischio inferiore, all'80% se le classi sono due e all'85% se i lavori riguardano parti comuni di un condominio. Per attivare questi "maxibonus" serve un decreto del MIT da adottare dopo aver sentito il CSLP. Di fatto, nel decreto gli immobili saranno classificati come gli elettrodomestici: la lettera (dalla A alla F) ne identificherà lo stato e gli interventi di messa in sicurezza garantiranno i 'passaggi' di categoria con relative detrazioni.

Il problema principale, pare, è di carattere tecnico: il sistema di mappatura dei fabbricati già pronto non 'piace' al CSLP che vorrebbe una classificazione più orientata verso la salvaguardia delle persone e non sulla base di criteri economici.