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Il silenzio nella Pubblica Amministrazione

Sia la dottrina sia la giurisprudenza hanno evidenziato l’esigenza di garantire tempi celeri nella definizione di un procedimento amministrativo. A tal proposito gioca un ruolo fondamentale il silenzio, cioè quel comportamento inerte dell’amministrazione a cui la legge attribuisce un significato. In pratica, se viene avviato un procedimento, ove la P.A. non lo concluda con un provvedimento, è il comportamento inerte che ha valore di provvedimento, che può essere di assenso o di diniego.

Il silenzio prende forma

L'istituto del silenzio nella Pubblica Amministrazione si riferisce al principio secondo il quale l'assenza di una risposta formale da parte delle autorità amministrative entro un determinato periodo di tempo viene interpretata in un modo specifico. È un mero comportamento inerte, in cui manca ogni espressione volontaristica della P.A. ed assume una connotazione giuridica solo nei casi in cui la legge gli attribuisce un valore tipico in base alle singole fattispecie.

La figura del silenzio trova una sua espressione in base ai seguenti scenari:

  • a. Silenzio significativo, espresso come diniego, laddove la domanda del cittadino si intenda rigettata, o come assenso, nel caso di accoglimento della medesima istanza. L’inerzia dell’Amministrazione assume, in tal senso, un valore provvedimentale;
  • b. Silenzio non significativo, espresso come inadempimento, un comportamento omissivo che ricorre quando l’inerzia dell’Amministrazione non assume un valore provvedimentale.

Il silenzio assenso

Il silenzio assenso ha in comune con il mero silenzio solo il fatto dell’inerzia della PA, ma se ne differenzia per sostanziali effetti.
Con silenzio assenso si intende una qualificazione giuridica del silenzio della pubblica amministrazione per cui, decorso il termine per provvedere, in assenza di pronuncia, l’istanza del privato si intende accolta.
Nell’attività amministrativa, si verifica, a volte, che le istanze formulate dai privati non siano decise con atti espressi o non siano decise affatto. La legge collega all’inerzia lo stesso effetto che produce un provvedimento favorevole.
In origine, il silenzio assenso era previsto solo in casi eccezionali, ma con l’introduzione dell’art. 20 nella L. 241 del 1990, il silenzio assenso assume carattere generale e diventa regola: ogni qualvolta il procedimento ha inizio su istanza di parte (fatta salva l’applicazione dell’art. 19 sulla segnalazione di inizio attività), se non si conclude con un provvedimento espresso, opera il silenzio assenso.

Art. 20. (Silenzio assenso)
1. Fatta salva l'applicazione dell'articolo 19, nei procedimenti ad istanza di parte per il rilascio di provvedimenti amministrativi il silenzio dell'amministrazione competente equivale a provvedimento di accoglimento della domanda, senza necessità di ulteriori istanze o diffide, se la medesima amministrazione non comunica all'interessato, nel termine di cui all'articolo 2, commi 2 o 3, il provvedimento di diniego, ovvero non procede ai sensi del comma 2. Tali termini decorrono dalla data di ricevimento della domanda del privato. (comma così modificato dall'art. 3, comma 1, lettera d), d.lgs. n. 126 del 2016).

[…]

Il principio del silenzio assenso non opera in tutti i contesti e non è sempre applicabile. La sua validità e applicazione possono essere soggette a leggi e regolamenti specifici. In generale, ciò accade in caso di:

  • procedimenti ad istanza di parte, in cui il silenzio assenso opera in automatico;
  • procedimenti ad avvio d’ufficio, in cui il silenzio assenso non opera in modo automatico, ma può operare solo quando è espressamente previsto dalla legge.

Tuttavia, in molti casi, il principio del silenzio assenso non opera nei seguenti contesti:

  • Casi espressamente esclusi:
    Le leggi e i regolamenti possono escludere specificamente il principio del silenzio assenso per determinate tipologie di pratiche o attività. Ad esempio, attività che coinvolgono questioni di sicurezza pubblica, salute o questioni ambientali potrebbero essere escluse dal principio.
  • Attività regolate da normative particolari:
    In alcuni settori o attività, potrebbero esistere normative specifiche che richiedono un'approvazione esplicita e non permettono il silenzio assenso. Ad esempio, nell'ambito delle pratiche edilizie, alcune modifiche strutturali o progetti complessi potrebbero richiedere una valutazione dettagliata che non si presta al principio del silenzio assenso.
  • Attività che coinvolgono terzi:
    Se l'attività o la richiesta coinvolgesse direttamente i diritti o gli interessi di terzi, il principio del silenzio assenso potrebbe non essere applicato. Ad esempio, se una richiesta di utilizzo di un terreno potesse influenzare i diritti di proprietà di un'altra persona, potrebbe essere necessario ottenere un consenso esplicito invece che operare con il silenzio assenso.
  • Casi in cui sono richiesti requisiti specifici:
    Alcune pratiche potrebbero richiedere il soddisfacimento di requisiti particolari o la presentazione di documentazione specifica prima che il silenzio assenso possa essere applicato. Se questi requisiti non venissero soddisfatti, il silenzio assenso potrebbe non essere considerato.
  • Attività soggette a controversie o valutazioni dettagliate:
    Se un'attività è soggetta a valutazioni complesse, dispute o revisioni dettagliate, le autorità potrebbero preferire non affidarsi al silenzio assenso per evitare situazioni in cui decisioni importanti vengono prese senza un'approfondita analisi.
  • Pratiche che richiedono consultazioni o autorizzazioni di livello superiore:
    In alcune circostanze, l'attività potrebbe richiedere il coinvolgimento o l'autorizzazione di livello superiore, che potrebbe rendere inapplicabile il principio del silenzio assenso.

Silenzio diniego

La generalizzazione del silenzio assenso non ha comportato l’abrogazione dei casi di silenzio diniego, che però hanno carattere del tutto eccezionale.

Il silenzio diniego, infatti, è una figura residuale per effetto della generalizzazione operata dal legislatore, ossia ricorre quando non ci si trovi di fronte al silenzio assenso; l’ipotesi tipica di silenzio diniego è data dall’art. 25, comma 4, della L. 241/1990, per il quale, decorsi inutilmente trenta giorni dalla richiesta, questa si intende respinta.

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Nel proseguo dell'articolo verrà affrontata la tematica dell'espressione del silenzio nelle pratiche edilizie.

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