Restauro e Conservazione
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Il ruolo della ricerca archivistica nella redazione di un piano di conservazione: il caso dei saloni di Pier Luigi Nervi a Torino Esposizioni

Il processo di costruzione della Fiera di Torino di Pier Luigi Nervi è sconosciuto per l'assenza sia di fonti storiche che di cronoprogramma. Lo scopo di questo studio è dimostrare come la ricerca archivistica svolga un ruolo centrale nella realizzazione di un Piano di Conservazione. La ricerca sulle fasi di trasformazione ha portato alla definizione di linee guida per indirizzare l'indagine diagnostica.

Due le difficoltà progettuali: i tempi stretti e la difficoltà a mantenere spazi liberi di ampia luce

Al termine del secondo conflitto mondiale, Torino decise di organizzare un’esposizione internazionale per rilanciare l’industria automobilistica cittadina: il luogo prescelto per l’inaugurazione nella primavera del 1948 [Nervi, 1948] fu il sedime del Palazzo della Moda, danneggiato dalle bombe di guerra nel 1943 [Olmo & Chiorino, 2010]. Nel giugno 1947 venne indetto un appalto di concorso su inviti: vinse la Società Ingg. Nervi e Bartoli e Pier Luigi Nervi divenne il direttore dei lavori, assistito dall’ingegnere Vittorio Bonadè Bottino [Olmo & Chiorino, 2010].

L’incarico ottenuto dalla Società Ingg. Nervi e Bartoli fu relativo al progetto esecutivo, strutturale, architettonico di perfezionamento e fu comprensivo della realizzazione dei lavori [Greco, 2008]. La disposizione generale degli ambienti di Torino Esposizioni era già stata stabilita dal planivolumetrico a firma dell’ingegnere FIAT Roberto Biscaretti di Ruffia, un progetto di innesto nelle porzioni danneggiate del Palazzo della Moda in grado di mantenere le linee generali della preesistenza [Olmo & Chiorino, 2010].

Stando alle parole dello stesso Pier Luigi Nervi, già nell’appalto di concorso indetto nel 1947 furono evidenti le due grandi problematiche da risolvere nella realizzazione del palazzo: la prima era legata alla difficoltà di mantenere spazi liberi di ampia luce, la seconda ai “precisi termini di consegna fissati per la Primavera del 1948” [Nervi, 1948].

Meno di tre mesi dopo l’affidamento dell’incarico alla società di costruzioni, precisamente il primo giorno di settembre 1947, venne aperto il cantiere di Torino Esposizioni [Nervi, 1949] che si concluse nella prima fase con l’inaugurazione ufficiale del salone B, il 15 settembre 1948 [Tralbaut, 1957]. Oltre ai rigidi vincoli dimensionali e temporali imposti dal bando, le difficili condizioni determinate dalla povertà post-bellica richiesero di limitare la quantità del legname, di chiodi e di qualsiasi materiale di importazione [Greco, 2008]. La scarsa fornitura di tali materiali edili spinse Pier Luigi Nervi ad elaborare soluzioni progettuali in grado di ridurre l’uso di casseforme, ed in particolare a utilizzare porzioni prefabbricate in situ.

Lo studio vuole mostrare il ruolo centrale della ricerca archivistica nella stesura di un piano di conservazione

Obiettivo dell’analisi proposta è stato la dimostrazione del ruolo centrale della ricerca archivistica nella stesura di un piano di conservazione. La ricostruzione storica delle fasi costruttive dell’edificio ha portato al raggiungimento di tale obiettivo mediante la redazione di linee guida di indirizzo per l’indagine diagnostica. Si è scelto di rappresentare la lettura delle fasi trasformative dei padiglioni tramite lo strumento del cronoprogramma (vedi Figura 1), documento mai ritrovato per il cantiere di Torino Esposizioni. Molte delle opere realizzate da Pier Luigi Nervi sono ricche di scansioni temporali dettagliate, ma nessun archivio custodisce una copia relativa ai due saloni torinesi.

Nonostante i saloni di Torino Esposizioni appaiano oggi come edifici monolitici, essi sono realizzati mediante la complessa coesistenza di più siti di lavorazione, definita in seguito con la locuzione “sistema Nervi”. I termini “sistema Nervi” indicano la sapiente organizzazione imposta da Pier Luigi Nervi al cantiere in ogni sua fase, necessaria a velocizzare i processi di costruzione ed eliminare il lento e difficile spostamento di elementi prefabbricati da un’officina al luogo di costruzione.

Così come definito dalla locuzione, anche al Parco del Valentino trovarono la contemporanea presenza un “cantiere tradizionale”, con maestranze all’opera con grandi getti in conglomerato cementizio, e un “cantiere della prefabbricazione”, destinato alla realizzazione del materiale brevettato dal progettista. Inoltre, nel corso dell’analisi svolta, si è scelto di individuare un terzo tipo di luogo della costruzione, che è stato definito come il cantiere dei “getti d’unione”.

Cronoprogramma di ricostruzione delle fasi di cantiere, particolare

La compresenza degli spazi di produzione è testimoniata da alcune fotografie della costruzione, ma non da una scansione dei lavori edili che pare addirittura mai essere stata redatta. Le poche informazioni della distribuzione delle lavorazioni nei saloni derivano da alcune piante di organizzazione del cantiere [Comba, 2010] che destinano, mediante semplici note, alcuni spazi sotterranei alla produzione in serie.
La ricostruzione storica operata ha permesso di evidenziare le differenze derivanti dai fattori e le loro possibili ripercussioni sulla conservazione delle porzioni prefabbricate e di quelle gettate in opera. Considerare la prefabbricazione nerviana significa approcciarsi ad un sistema realizzativo molto lontano dalla standardizzazione strutturale odierna svolta in ambiente controllato. I sistemi strutturali brevettati da Pier Luigi Nervi e ottenuti in situ hanno risentito delle caratteristiche del luogo, dei fattori ambientali, del diverso tempo di maturazione, delle differenze di composizione e delle competenze delle maestranze.

Prefabbricazione strutturale e brevetti

La prefabbricazione strutturale è l’elemento cardine del cantiere torinese, tanto da portare alla coniazione del termine “sistema Nervi” per la prima volta in questa sede [Iori, 2009]. Il sistema della realizzazione di porzioni prefabbricate a piè d’opera viene registrato poco prima della distruzione del Palazzo della Moda al Valentino: il 9 novembre 1939 Pier Luigi Nervi deposita il brevetto 377969, “La prefabbricazione strutturale” [Greco, 2008].
Nel corso della Seconda Guerra Mondiale Pier Luigi Nervi registrò altri brevetti relativi a sistemi costruttivi, e il cantiere dove poté sperimentarli per la prima volta fu quello di Torino Esposizioni.
Al 1944 risale la nascita di un sistema fondamentale per i saloni del Valentino, ovvero il perfezionamento dell’esclusiva che protegge le fasi di esecuzione del ferrocemento. Il ferrocemento è un materiale largamente impiegato a Torino Esposizioni, sia per la realizzazione delle porzioni prefabbricate della volta della navata e della cupola absidale, che per i ventagli al culmine dei pilastri.

La prefabbricazione strutturale e l’impiego di elementi in ferrocemento sono sistemi di cui Nervi aveva avuto modo “di studiare le modalità tecniche e valutare le grandi capacità statiche e costruttive” [Nervi, 1948] e che portano, il 26 agosto del 1948, alla registrazione del brevetto n. 4445781, “Il concio d’onda” [Greco, 2008]. Durante la costruzione del salone B viene così tutelato l’elemento prefabbricato protagonista della copertura dello spazio espositivo torinese.

La storia delle registrazioni dei sistemi nerviani si intreccia con le vicende trasformative dei padiglioni torinesi, fornendo informazioni in merito a problematiche temporali, economiche, geometriche comparse nel corso della costruzione.

L’analisi svolta sull’impiego dei brevetti costruttivi ha permesso di evidenziare le differenze realizzative e conservative esistenti tra le porzioni apparentemente standardizzate: come riportato in precedenza, la prefabbricazione in situ di Nervi è in grado di conservare le caratteristiche climatiche del cantiere di produzione. Analizzare le caratteristiche intrinseche di due simili conci di copertura nella costruzione torinese potrebbe tuttora rivelare grandi differenze in termini di composizione e di stato conservativo.

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Questo articolo è tratto dalle MEMORIE di CONCRETE 2022, sesta edizione della manifestazione

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