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Il ruolo degli incendi forestali nel Cambiamento Climatico: da assorbitori ad emittitori di CO2

Nel contesto del cambiamento climatico, gli incendi forestali si trasformano da assorbitori a emettitori di CO2, un fenomeno preoccupante e sottovalutato. Esplorando sia prospettive locali che globali, inclusa un'analisi del New York Times, questo articolo mette in luce l'urgenza di riconsiderare il ruolo delle foreste nel bilancio del carbonio.

Sempre più incendi, sempre più estesi

Il cambiamento climatico sta modificando drasticamente il nostro pianeta, con conseguenze dirette sulle foreste globali.

Un fenomeno particolarmente allarmante è l'aumento della frequenza e dell'intensità degli incendi forestali, causati principalmente da un incremento delle temperature e da periodi prolungati di siccità.

Questi incendi stanno trasformando le foreste, un tempo considerate efficaci assorbitori di anidride carbonica (CO2), in significative fonti di emissioni di gas serra.

Ne abbiamo parlato in numerosi articoli, tra cui “I fattori che determinano gli incendi: comprendere per proteggere”.

Le temperature globali in aumento, un effetto diretto del cambiamento climatico antropogenico, stanno provocando un’estensione delle stagioni secche. Questo, combinato con la riduzione delle precipitazioni in molte aree, crea le condizioni ideali per la propagazione degli incendi. Le foreste, già stressate da queste condizioni climatiche avverse, diventano più vulnerabili al fuoco.

 

Un aspetto spesso trascurato è il ruolo delle foreste come depositi di carbonio.

Attraverso il processo di fotosintesi, gli alberi assorbono CO2, contribuendo significativamente a mitigare l'effetto dei gas serra.

Tuttavia, quando queste foreste bruciano, il carbonio immagazzinato viene rilasciato nell'atmosfera sotto forma di CO2, trasformando queste aree in fonti di emissioni piuttosto che in pozzi di carbonio.

Il problema è aggravato dal fatto che le emissioni derivanti dagli incendi forestali non vengono attualmente contabilizzate nei bilanci nazionali di CO2. Questo è dovuto a linee guida datate, che considerano gli incendi come eventi naturali al di fuori del controllo umano. Di conseguenza, molte nazioni non includono le emissioni derivanti dagli incendi forestali nei loro report ufficiali, sottostimando così il proprio impatto sul cambiamento climatico.

La realtà è che il cambiamento climatico, alimentato dall'azione umana, sta alterando la frequenza e l'intensità degli incendi, rendendo obsoleto il modello di pensiero che li considera esclusivamente fenomeni naturali.

Inoltre, la distruzione delle foreste ha impatti diretti non solo sul clima ma anche sulla biodiversità, sulla qualità dell'aria e sull'acqua, e sulle comunità che dipendono da queste risorse.

Per affrontare efficacemente questa sfida, è fondamentale rivedere le politiche globali relative alla contabilizzazione delle emissioni di CO2 e implementare strategie di gestione sostenibile delle foreste.

Inoltre, è cruciale intensificare gli sforzi per ridurre le emissioni di gas serra, rallentando così il ritmo del cambiamento climatico e riducendo la probabilità di incendi devastanti.

In conclusione, gli incendi forestali rappresentano un campanello d'allarme sullo stato del nostro pianeta. Essi ci ricordano che le foreste sono più che semplici risorse: sono essenziali per la salute del nostro ecosistema globale. È tempo di agire con decisione per proteggerle, non solo per il nostro presente, ma anche per il futuro delle generazioni a venire.

Una Prospettiva Internazionale dal New York Times

Il tema degli incendi forestali e del loro impatto sul cambiamento climatico è stato recentemente al centro di un approfondito articolo del New York Times, intitolato "It’s always fire season now" di Manuela Andreoni.

L'articolo mette in luce aspetti chiave che rispecchiano e amplificano i punti trattati nel mio primo capitolo e ritengo quindi utile per il nostro lettore richiamarlo rimandando al NYT per una lettura completa.

Andreoni osserva che "It’s the end of fire season in the Amazon, where I am, and I can smell the smoke from burning trees. So can millions of people in Indonesia, India and the United States". Questa osservazione riflette una realtà globale, dove la stagione degli incendi, un tempo confinata a specifici periodi dell'anno, ora sembra un fenomeno perenne, aggravato dal riscaldamento globale.

L'autore afferma che "wildfires have sent 2,020 megatons of carbon into the atmosphere" solo quest'anno, secondo i dati del Copernicus Atmosphere Monitoring Service.

Questo volume di emissioni supera quello di intere nazioni, sottolineando l'importanza di considerare gli incendi forestali nel contesto delle emissioni globali di CO2.

L'articolo del NYT evidenzia inoltre che, sebbene gli incendi di quest'anno siano stati minori rispetto a quelli del 2015, hanno comunque mostrato caratteristiche straordinarie. Ad esempio, "emissions estimates from wildfires in Australia so far this year are the worst in over a decade". Questi dati confermano la tendenza crescente verso incendi più intensi e distruttivi, un chiaro segnale dell'impatto del cambiamento climatico.

Intrigante è la constatazione di David Bowman, citato nell'articolo, che afferma: "We are seeing increasing evidence of fires departing the natural range of historical variability being more frequent, more intense, and larger". Questo commento riecheggia il mio precedente punto sul cambiamento della natura degli incendi a causa del riscaldamento globale.

Anche Andreoni tocca il problema della contabilizzazione delle emissioni. "Canada’s wildfires so far this year have sent almost as much carbon into the atmosphere as what the whole country reported emitting in 2021. But Canada doesn’t count those emissions in its official tally. No country does."

Questa osservazione ribadisce la necessità, da me già sottolineata, di rivedere come i paesi misurano e riportano le loro emissioni.

L'articolo del NYT conclude con un messaggio di speranza, sottolineando che "Increasingly dire fires are not beyond our control". Politiche ambientali più rigorose in paesi come Indonesia e Brasile stanno contribuendo a ridurre la deforestazione, dimostrando che azioni umane consapevoli possono fare la differenza.

In sintesi, l'approfondimento di Manuela Andreoni sul New York Times non solo evidenzia l'importanza globale della questione degli incendi forestali, ma fornisce anche un contesto cruciale che rafforza e amplifica i concetti espressi nel mio primo capitolo. È chiaro che il problema degli incendi forestali nel contesto del cambiamento climatico richiede una risposta globale, informata e proattiva.

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