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Il Ponte sullo Stretto una sfida, ma può essere una vetrina formidabile per l'ingegneria italiana

Intervista a Pietro Salini (Webuild) in occasione dell'evento OICE “Dal PNRR al Green Deal, passando per il Ponte – Le sfide dell'Ingegneria e dell'Architettura” che si è tenuto l'11 luglio al MaXXi di Roma.

Necessari gruppi industriali resilienti che possano affrontare i rischi del settore

Pietro Salini (Webuild) nell'intervista in esclusiva rilasciata a INGENIO in occasione dell'evento OICE "“Dal PNRR al Green Deal, passando per il Ponte – Le sfide dell'Ingegneria e dell'Architettura” ha sottolineato come la grande dimensione delle società di ingegneria e architettura sia un aspetto fondamentale poiché essa crea "gruppi resilienti e che possono affrontare i rischi del settore e che riescano anche a competere con le imprese straniere. Per questo è importante che un sistema industriale si unisca e vada a creare un insieme di imprese che lavorano per un risultato comune in cui si condividono valori e organizzazione. In altri settori il processo è già partito: il mondo delle costruzioni è in ritardo, ma bisogna lavorare per questo, anche sfruttando i progetti del PNRR e il Nuovo Codice Appalti. Ci vuole però un sistema flessibile che guardi anche oltre il 2026, quando la spinta del PNRR non ci sarà più o comunque sarà più debole" afferma Salini.

Il Ponte di Messina, un progetto di proporzioni epiche, non rappresenta solo una connessione fisica tra la Sicilia e il continente, ma un'opportunità di sviluppo economico e sociale per l'intera regione meridionale. Si parla innanzitutto di un sistema di trasporto. C'è un asse ferroviario transeuropeo che arriva fino a Palermo che necessità di un ponte per essere completato e che sarà ad alta velocità e ad alta capacità sia per quanto riguarda le persone sia le merci. "Costruire il Ponte di Messina significa portare a conclusione un progetto dal valore di oltre 100 miliardi di euro, un investimento che va ben oltre la struttura fisica del ponte stesso," ha spiegato Salini. "Il progetto permetterà di sfruttare appieno il potenziale della Sicilia, un'isola con una vastità territoriale paragonabile a quella della Danimarca, Paese che tra l'altro è collegato al resto dell'Europa grazie a diversi ponti."

Attraverso il Ponte di Messina, l'Italia potrà dimostrare al mondo il talento  e il valore della sua industria, sempre all'avanguardia: "L'opera sarà una vetrina per l'ingegneria italiana, consentendoci di mostrare al mondo le nostre competenze e il nostro spirito innovativo," ha affermato Salini. "La costruzione di un'opera di tale portata rappresenta una sfida senza precedenti, ma in questo ci aiuterà anche la nostra esperienza- come Webuild-  e il nostro successo nel realizzare un viadotto sul Danubio, un modello in scala del Ponte di Messina che ci ha permesso di anticipare alcune delle problematiche e delle sfide tecniche che ritroveremo nell'opera che collegherà Calabria e Sicilia. Non è una cosa che capita spesso, siamo stati fortunati e siamo sicuri che l'esperienza ci tornerà molto utile. Spero sinceramente che l'intera industria italiana possa collaborare e unirsi in questo progetto storico che cambierà il volto della nostra nazione."

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