Legno | Coperture
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Il legno negli edifici storici: solai, coperture e controsoffitti

Le tipologie

E’ ormai noto che il legno presenta caratteristiche fisico-meccaniche tali da poter essere inserito tra i materiali da costruzione maggiormente impiegati: è infatti leggero, ottimo rapporto peso/prestazioni, è durabile, se utilizzato con idonei accorgimenti e resistente al fuoco. In Italia il legno è stato utilizzato sin dall’antichità essenzialmente per la realizzazione di strutture portanti, quali solai e coperture. Ulteriori impieghi del legno si ritrovano nelle fondazioni di edifici sottoforma di pali, nelle strutture in elevazione come le pareti e i pilastri, nelle cupole e nei controsoffitti, questi ultimi ampiamente diffusi nel nostro Paese. Esistono inoltre anche opere architettoniche più complesse come le costruzioni abitative realizzate dai Walser, popolazione di origine germanica insediata tra il XIII e il XVIII secolo in Piemonte e in Valle d’Aosta, il Ponte Vecchio a Bassano del Grappa, progettato da Palladio, fino ad arrivare a strutture più particolari e recenti come le montagne russe (wooden roller coaster) diffuse in America, Europa e fino al 2007 anche in Italia, nel parco divertimenti di Mirabilandia a Ravenna. Infine, l’impiego del legno lamellare ha permesso la realizzazione di opere di alto valore ingegneristico e architettonico non concepibili con l’utilizzo del legno massiccio. In questo articolo verranno trattati, senza pretese esaustive, i solai, le coperture e i controsoffitti presenti all’interno degli edifici storici.

Solai lignei
Esistono fondamentalmente tue tipologie di solai lignei: solai con orditura portante principale di lunghezza uguale alla luce da coprire e solai con orditura portante principale di lunghezza inferiore alla luce da coprire. I primi sono suddivisi ulteriormente in solai a orditura semplice e in solai a orditura composta.


I solai a orditura semplice, monodirezionali, sono realizzati con elementi lignei di sezione ridotta e rettangolare, con base minore dell’altezza, denominati travicelli o panconi (costoloni), questi ultimi più stretti e più alti rispetto ai primi. L’orditura viene collocata ad un interasse variabile da circa 30 cm fino a 50 cm, in funzione della zona geografica di realizzazione del solaio e della tipologia dell’impalcato utilizzato. L’appoggio nel muro è di circa 10-15 cm. Gli elementi sono posti parallelemente al lato minore del locale il quale non supera, in genere, i 4-5 metri. Al di sopra delle travi è presente l’impalcato costituito da elementi in laterizio, pianelle o mezzane, diffusi per lo più nel Centro Italia o in legno, tavole o tavoloni, diffusi prevalentemente nel Nord Italia. Le tavole e i tavoloni possono essere semplicemente accostati e dotati di coprigiunto o coprifilo per evitare il passaggio di polvere e per nascondere eventuali imperfezioni o fornite di giunzione maschio femmina. Sopra l’impalcato è presente un sottofondo, uno strato di allettamento e infine il pavimento vero e proprio.

I solai a orditura composta, bidirezionali, sono realizzati generalmente mediante due orditure collocate tra loro ortogonalmente. Nello specifico è presente un’orditura principale costituita da travi e un’orditura secondaria costituita da travicelli. Tale tipologia è utilizzata per ambienti con luce da coprire superiore ai 4-5 m. Sia le travi che i travicelli possono essere di sezione variabile; le prime indicativamente 20-25x30-35 cm, ma anche maggiore a seconda della luce del locale, i secondi indicativamente 8x8-10 cm. Le travi inoltre sono collocate con un interasse di 3-4 metri, mentre i travicelli con interasse analogo a quello dei solai monodirezionali. I travicelli sono poi soprastati dall’impalcato, dal sottofondo, dallo strato di allettamento e dal pavimento. L’orditura principale appoggia sui muri per circa 25-30 cm, direttamente o mediante mensole lignee fissate con chiodi o mensole in pietra. Le mensole hanno diversi scopi tra cui quello di evitare il diretto contatto con la muratura al fine di preservare la trave da fenomeni di marcescenza, di riduzione della luce di libera inflessione della trave ed estetico.

Talvolta è possibile riscontrare anche delle false mensole con funzione esclusivamente estetica; queste possono essere in legno o in gesso e penetrano nel muro solo pochi centimetri. In alternativa alle mensole o associate ad esse, la trave può appoggiare su dormienti lignei o in pietra, annegati nella muratura, in grado di ripartire le sollecitazioni di compressione su una superficie più ampia. Ulteriore caratteristica, spesso riscontrabile sui solai lignei, è la presenza di staffe metalliche poste in intradosso, in estradosso o sulle facce laterali delle travi, talora incassate nella superficie legnosa e fissate con chiodi. Le staffe proseguono all’interno della muratura e sfociano esternamente dove sono vincolate mediante capochiave.

Questo sistema permette di creare delle catene lignee che conferiscono all’edificio un comportamento scatolare e, di conseguenza, una migliore risposta sismica. I travicelli appoggiano direttamente sulla trave per circa metà larghezza; le estremità possono essere semplicemente attestate oppure unite con unione a mezzo legno; in entrambi casi è presente un chiodo di collegamento alla trave. La parte che rimane tra l’estradosso della trave e l’intradosso dell’impalcato può essere a vista, tamponata con muratura oppure, nei solai di maggiore pregio, nascosta da elementi di completamento/abbellimento quali bussole (tavolette poste inclinate all’interno di scassi eseguiti sulle facce laterali dei travicelli), coprigiunto e cornici. Talvolta, per limitare l’altezza di ingombro del solaio, i travicelli sono sostenuti da regoli chiodati sulle facce laterali della trave, in modo che il loro estradosso coincida con quello della trave stessa.

Solai di particolare pregio sono quelli a cassettoni o lacunari dove le travi portanti si incrociano con false travi, dando luogo a dei riquadri di forma per lo più quadrata o rettangolare. I riquadri possono essere abbelliti con rosoni in legno o gesso e talvolta decorati. Sono presenti anche gli elementi di completamento descritti precedentemente. Le specie maggiormente utilizzate per la realizzazione delle orditure lignee sono l’abete, il larice, il castagno, la quercia e, per i solai di minor importanza, il pioppo. I vari tipi di assortimenti venivano lavorati in modo manuale, mediante ascia, asciotto e sega o, sia manualmente, nelle prime fasi di lavorazione che meccanicamente nelle fasi successive. La lavorazione aveva lo scopo di regolarizzare il fusto originario ottenendo segati, rastremati o non, con sezione squadrata a spigoli vivi o con smussi. L’utilizzo di travi rastremate prevedeva di collocarle in modo alterno. Non mancano tuttavia esempi in cui sono stati utilizzati direttamente i tronchi tondi, previa rimozione di rami e corteccia.

solai con orditura portante principale di lunghezza inferiore alla luce da coprire sono una tipologia di solai, poco diffusa in Italia, nella quale rientrano quelli ideati da Sebastiano Serlio, architetto bolognese del XVI secolo, quelli poligonali, a comparti e a raggi. Il loro utilizzo deriva dall’esigenza di coprire grandi luci e di sopperire alla mancanza di assortimenti lignei di dimensioni adeguate.

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