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Il «Governo» dell’Ambiente Costruito e la «Dissoluzione» del Settore

Una nota del prof. Angelo Ciribini sul tema della centralità del dato come leva per una gestione sistemica della città e del territorio

Milano rappresenta, indubbiamente, attualmente nel Nostro Paese l’emblema del ruolo propulsivo che possono assumere, a patto che non generino eccessivi squilibri né dominanti polarizzazioni, le città e le aree metropolitane.

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Ciò che, a questo proposito, è rilevante è il fatto che, sotto il profilo della digitalizzazione, vi siano oggi in Europa iniziative strategiche, di diversa natura e finalità, rivolte non solo alla rigenerazione delle agglomerazioni urbane, ma anche allo sviluppo dei territori e alla loro infrastrutturazione, come il Centre for Digital Built Britain, nel Regno Unito, e il Projet National MINnD-2, in Francia, che adottano la centralità del dato come leva per una gestione sistemica della città e del territorio.

Del resto, a livello extraeuropeo, iniziative di interoperabilità, come la Urban Computing Foundation, cui aderiscono Facebook, Google, IBM e Uber, non sembrano avere intenti molto diversi.

Il tema è, dunque, quello del governo digitale della metropoli e dei suoi modi di connessione con l’intorno, più o meno remoto, focalizzato sull’offerta di servizi individualizzati ai cittadini.

D’altra parte, Ernst & Young parla di citizen-centric experience, mentre la Zuboff, a proposito dell’esperimento promosso da Alphabet (Google) per il waterfront di Toronto, oggi rallentato, parla di traslazione e di estensione dei social media dall’alveo costitutivo all’ambiente costruito e di dilatazione del surveillance capitalism attraverso quest’ultimo.

Uno dei temi più rilevanti appare, necessariamente, quello della gestione degli spazi aperti della città, poiché in essi può essere maggiore la tracciabilità delle persone e di tutte le entità che saranno interconnesse: in ciò si traducono i tentativi di realizzare Smart District e Helpful Home che, non a caso, hanno al centro degli shuttle connessi che fungono da elemento di mediazione dinamica, ma che, come orizzonte destinale, potrebbero avere «progetti e contratti esistenziali».

Non meno importante, tuttavia, è il cespite immobiliare o infrastrutturale, quello per cui si vorrebbe ragionare, appunto, a proposito di embedded service.

Se, perciò, da un lato, si moltiplicano le espressioni perplesse sulla nozione di Smart City, quella che Carlo Olmo aveva definito Gated City (e che Toronto sembra voler validare), e, più in generale, sulla capacità, da parte dei dati, di guidare davvero i processi di sviluppo urbano, da un altro canto, la costruzione dell’impalcatura di regolazione digitale, con intensità e con velocità variabili, continua imperterrita.

Essa, peraltro, va dalla permessualistica digitale alla regolazione del traffico: entrambe in remoto e in tempo reale.

Di là delle preoccupazioni che la Platform Economy suscita a proposito della possibilità che il governo digitale della città e del territorio renda i cittadini, cui si vorrebbero offrire Living Service, per dirla con Accenture, oggetto essi stessi delle transazioni commerciali (ma anche sociali e politiche), è rilevante osservare un recente studio condotto in Germania da IW per conto del Ministero Federale dell’Economia e dell’Energia sulla progressione della maturità delle organizzazioni imprenditoriali, che delinea una evoluzione incrementale delle stesse da «società analogiche» a «ecosistemi digitale».

Nel momento nel quale, allora, si delinea una Digital Urban Governance che vorrebbe considerare le politiche di Rigenerazione Urbana anche quali dispositivi di Social Innovation per colmare disequilibri e disuguaglianze, ma pure in cui, iniziano a manifestarsi nuovi Business Model legati, ad esempio, alla fruizione degli immobili, occorrerebbe chiedersi che significato possa avere l’icona di una «Organizzazione» che si dissolve in un «Ambiente».

Ancora una volta, per il settore della costruzione e dell’immobiliare ritorna il tema dell’identità, che pare, in prospettiva, seriamente minacciata o sollecitata: l’identità del singolo operatore, ma pure quella del comparto.

Si «dissolveranno» i tradizionali attori del settore nell’ambiente costruito digitalizzato? In quali entità?

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