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Il futuro degli Ordini Professionali: intervista a Roberto Ricci, Presidente Ordine Architetti Rimini

Un interessante approfondimento sugli Ordini professionali

Stiamo lavorando su INGENIO su un approfondimento dedicato al tema degli ordini professionali.

Le professioni tecniche: in grande evoluzione

roberto-ricci-ordine-architetti-rimini.gifI dati sull’industria e sul PIL, nonché la situazione dei cantieri e i problemi delle grandi imprese di costruzione, ci fanno prevedere un futuro non roseo per i professionisti che operano nel settore edile, ovvero il nucleo più numeroso degli iscritti agli ordini.

Peraltro, vediamo che l’evoluzione digitale di ogni settore porta, invece, a una crescente richiesta dei professionisti del terzo settore. Professionisti che, in genere, non rientrano tra coloro che per legge devono essere iscritti agli ordini professionali.

Questi sono due aspetti, non gli unici, che ci inducono a doverci porre alcune riflessioni sulla futura organizzazione degli Ordini Professionali, nella loro rappresentanza nazionale e territoriale.

Ordini professionali: devono cambiare ? 

Ecco perchè vorremmo inserire nell'Approfondimento anche dei pareri di chi ha preso l’onere e l’onore di presiedere gli Ordini Territoriali, e quindi vive sulla propria pelle l’esperienza del ruolo istituzionale e di servizio degli Ordini.

Abbiamo quindi inviato ad alcuni Ordini Professionali una nostra intervista. Ci ha risposto l'arch. Roberto Ricci. Presidente Ordine Architetti di Rimini. Ecco cosa ci ha detto.

Intervista a Roberto Ricci, Presidente Ordine Architetti Rimini


PARTE GENERALE: IL FUNZIONAMENTO DELL'ORDINE

1) E’ giusto che per alcuni ambiti professionali vi sia l’obbligo dell’iscrizione all’albo professionale ?

 

Sì lo ritengo una garanzia per la collettività

2) L’ambito delle attività per cui è necessario - per apporre una firma - essere iscritto all’albo professionale dovrebbe essere ampliato oppure no ?

L’avvento della tecnologia digitale offre opportunità illimitate per comunicare, fare affari, apprendere ed esprimersi liberamente. Le statistiche confermano che il 65% degli alunni che oggi frequentano le prime  classi elementari tra 20 anni faranno una attività lavorativa oggi sconosciuta. Ritengo pertanto che in futuro vi sia la necessità d’istituire nuovi Organismi di garanzia per la collettività con nuovi Albi professionali ma allo stato attuale non lo ritengo necessario. 

3) Vista la complessità della gestione di un Ordine Territoriale, dovrebbe essere eliminato il vincolo sulla non candidatura per chi ha ricoperto più mandati consecutivi ?

Ritengo che il limite dei mandati debba riguardare unicamente le cariche Istituzionali e non i Consiglieri per garantire un graduale rinnovamento.

4) Si deve continuare ad avere un Ordine per ogni provincia, o sarebbe più utile avere Ordini che raggruppano territori più ampi con sezioni provinciali ?

Gli Ordini, dal punto di vista storico, esprimono aggregazioni sociali spontanee e libere, preesistenti allo Stato, che quest'ultimo si è limitato a "trovare", ed a sottoporre ad una veste pubblicistica in virtù della funzione di interesse pubblico loro riconosciuta. Dalla legislazione sugli Ordini si evince che la provincia è stata richiamata nelle leggi professionali come mero ambito spaziale, e cioè come circoscrizione territoriale ritenuta ottimale per le esigenze organizzative dell'ente. Ciò è normativamente comprovato dal fatto che, nella normativa vigente, il criterio della elezione su base provinciale non è assoluto, ma trova deroga qualora vi siano ragioni per ritenerlo non idoneo per le esigenze degli Ordini professionali. Si vedano in proposito:

  • L'art. 2 del Regolamento n. 2537/1925, sull'Ordine degli Ingegneri ed Architetti, il quale prevede la formazione di Ordini pluvi-provinciali.
  • Il criterio dimensionale ubbidisce ai canoni costituzionali di buona amministrazione, secondo cui un ente deve essere, per dimensione ed organizzazione territoriale, strutturato in modo idoneo ed efficace per il perseguimento dei propri fini (art. 97 cost.).
  • Il criterio "storico/topografico/sociale tende a garantire il rispetto della identità degli Ordini professionali, quali "formazioni sociali" a base associativa, preesistenti allo Stato, che quest'ultimo riconosce ma non può, liberamente governare (art. 2 cost.).

Ritengo pertanto che non si possa stabilire per Legge l’aggregazione o meno degli Ordini territoriali a favore di un centralismo Regionale.  

5) Si deve continuare ad avere un Ordine per ogni Professione, o sarebbe più utile avere Ordini che raggruppano più professioni con sezioni per specializzazione ?

Un Ordine e una Professione.


PARTE 2: ISCRIZIONE ALL’ALBO E FORMAZIONE

6) L’esame di iscrizione all’Albo deve continuare ad essere una tantum, o si dovrebbero introdurre delle fasi di verifica periodica ?

Sono per l’abolizione dell’esame di Stato e l’Istituzione di un adeguato tirocinio formativo certificato e retribuito.

7) La Formazione deve continuare ad essere obbligatoria ?

8) E’ corretto che si sia creata la figura del Provider Privato riconosciuto dal Consiglio Nazionale o si sarebbe dovuto mantenere il controllo della formazione negli ordini territoriali in cui si svolge ?

Unicamente all’interno degli ordini Territoriali

9) E’ corretto riconoscere crediti per la partecipazione di Fiere, Mostre, Convegni … o si dovrebbe subordinare il riconoscimento al superamento di un test alla fine di ogni corso ?

Sì.

10) Dovrebbe essere introdotto l’obbligo di Tirocinio prima di dare l’esame di stato ?

Adeguato tirocinio formativo certificato dall'Ordine sì, esame di stato no


PARTE 3: IL RUOLO DEI PRESIDENTI E CONSIGLIERI, I VINCOLI ETICI

11) Il Presidente dovrebbe avere un compenso per il tempo in cui ricopre la carica all’Ordine ?

Personalmente ritengo di no ma la scelta deve essere nella libertà di ogni Consiglio e Assemblea 

12) I Consiglieri dovrebbero avere un compenso per il tempo in cui ricoprono la carica all’Ordine ?

Come al punto 11

13) La composizione dell’Ordine dovrebbe essere equamente suddivisa per specializzazioni ?

No

14) Il Presidente, o un Consigliere, nel periodo in cui ricopre la carica, può prendere posizioni pubbliche negli ambiti tecnici professionali regolamentati dall’Ordine senza consultare il Consiglio ? ovviamente, per chiarezza, questa domanda riguarda posizioni istituzionali, non inerenti i suoi incarichi professionali. Per esempio, può sottoscrivere un documento in cui si contesta un provvedimento di un comune, oppure in cui si sostiene l’adozione di una norma o il cambiamento di una norma senza consultare il Consiglio ???

Assolutamente no

15) Atessa domanda di cui sopra, con una precisazione: il Presidente/Consigliere può assumere posizioni pubbliche negli ambiti regolamentati dall’Ordine senza consultare il Consiglio, qualora specifichi formalmente e in modo evidente che lo fa a titolo personale ? 

Personalmente ritengo inopportuna la cosa


PARTE 4: I SERVIZI

16) Quali servizi dovrebbero essere riconosciuti agli iscritti per aumentare l'attrattiva degli ordini ?

Servizi e consulenze professionali (legali, fiscali ecc.) direttamente connesse all’attività  professionale. Fornire gratuitamente spazi in coworking a giovani professionisti.

17) Si dovrebbero costituire delle società di servizi centralizzate a livello regionale (o multiprovinciale) o multiprofessionali, per rendere più agevole l’erogazione di servizi ?

Non necessariamente

18) I servizi erogati dall’Ordine dovrebbero essere sempre compresi nella quota di iscrizione oppure no ?


PARTE 5: IL CONSIGLIO NAZIONALE

19) In periodo così complesso, per un ruolo così delicato come quello della rappresentanza nazionale di una professione, è giusto che ci sia un limite di mandato per i consiglieri nazionali ? non dovrebbe essere una libera scelta fatta da chi li elegge ?

Con l’attuale sistema elettivo di rappresentanza a livello nazionale, basato unicamente sul numero degli iscritti (le grandi città hanno il peso determinante pur rappresentando solo una piccolissima parte del territorio Nazionale), ritengo corretto il limite dei mandati. 

20) e’ corretto l’attuale meccanismo di elezione o si dovrebbe avere un Consiglio composto da un rappresentante di ogni territorio, in cui questo è eletto all’interno del territorio stesso ?

Nello spirito costitutivo dell’Ordinamento su base territoriale, mi auspico una riforma del sistema elettorale che dia la corretta rappresentanza  agli Ordini oggi catalogati di piccole e medie dimensioni per numero di iscritti, ma che hanno viceversa importanti estensioni provinciali. La rappresentanza di un territorio a livello nazionale dovrebbe essere definita da un insieme di fattori quali numero di iscritti, estensione e configurazione territoriale, Pil ecc. Su questa base anche il limite dei mandati di Consigliere nazionale potrebbe essere cassato.

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