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IL CONSIGLIO PROTESTA: NO AL DIRITTO DI SEGRETERIA PER LE AUTOCERTIFICAZIONI INFORMALI CHIESTO DAL CNI

Il Consiglio dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Napoli, presieduto da Edoardo Cosenza, nella riunione consiliare di giovedì 10 dicembre 2020, prende posizione contro la richiesta del Consiglio Nazionale degli Ingegneri (in sigla CNI) ai singoli iscritti di corrispondere alla Fondazione CNI un “diritto di segreteria” di 7 euro per la presentazione dell’autocertificazione per l’aggiornamento informale di cui all’attività professionale dimostrabile e svolta nel 2020.

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Il Consiglio dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Napoli, presieduto da Edoardo Cosenza, nella riunione consiliare di giovedì 10 dicembre 2020, prende posizione contro la richiesta del Consiglio Nazionale degli Ingegneri (in sigla CNI) ai singoli iscritti di corrispondere alla Fondazione CNI un “diritto di segreteria” di 7 euro per la presentazione dell’autocertificazione per l’aggiornamento informale di cui all’attività professionale dimostrabile e svolta nel 2020 (art. 5.2 Testo Unico 2018, vedere QUI la nota già pubblicata da Ingenio Napoli). 

Tale richiesta è motivata dagli asseriti ulteriori oneri di gestione delle istruttorie, del processo di verifica e validazione delle autocertificazioni presentate e per le attività di supporto e gestione dell’attività formativa.

Il Consiglio dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Napoli formalizzerà la propria posizione con una missiva ufficiale indirizzata al CNI e sottolinea che gli Ordini provinciali già corrispondono annualmente al CNI per singolo iscritto una quota-contributo pari a € 25.
Tale quota – a giudizio del Consiglio dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Napoli – è da ritenersi già onnicomprensiva per tutti gli oneri a carico del Consiglio Nazionale.
Inoltre il Consiglio ricorda che tale quota annua, posta a carico del singolo iscritto e quindi inclusa nella quota annua di iscrizione all’Ordine provinciale, VIENE COMUNQUE CORRISPOSTA AL CNI, anche per gli iscritti morosi che non abbiano regolarizzato la propria posizione contributiva con il rispettivo Ordine di appartenenza.

Il Consiglio rileva infine che questo onere aggiuntivo richiesto ai propri iscritti, aggrava ulteriormente la situazione economica dei professionisti, già largamente penalizzati da una pluriennale recessione, prima e ora anche dalla drammatica emergenza-Covid di questo 2020.
L’invito al CNI è dunque di rivedere questa richiesta che già sta facendo registrare la comprensibile protesta di innumerevoli colleghi.

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