Il comfort igro-termico di un solaio: occhio a come isolare il collegamento con la trave perimetrale
Nella valutazione del confort relativo al solaio, il nodo solaio-cordolo perimetrale-muratura costituisce il nodo più importante di un edificio ed è causa della formazione di un ponte termico rilevante da risolvere o attenuare.
Partiamo col botto: il solaio è il palcoscenico della nostra vita.
L’incipit è magari un po' (molto) teatrale ma è altrettanto (molto) vero.
Pochi di noi vivono infatti a contatto con il suolo, con la terra. Quasi tutti viviamo e lavoriamo sospesi per aria, ad una certa quota dalla strada e sotto i nostri piedi abbiamo un solaio e sopra la nostra testa abbiamo… un solaio.
In casa nostra o nel nostro ufficio o nell’hotel dove trascorriamo le vacanze cerchiamo protezione, silenzio e un alto comfort abitativo. E i solai rivestono un ruolo fondamentale, specie in termini di sicurezza e di comfort acustico.
Il solaio ci deve assicurare anche confort termico?
Dal punto di vista termico un solaio assume importanza quando ci divide dal piano sottostante non riscaldato, come quando abitiamo al piano posto al di sopra delle autorimesse o sopra un portico aperto, o quando sopra di noi abbiamo un sottotetto non riscaldato.
In questi due casi il solaio ci deve proteggere anche da un punto di vista termico: ci deve assicurare un comfort termico interno e una ridotta bolletta energetica.
Il concetto su cui si basa il superbonus 110% ci ha ricordato che in questi due casi (solaio su garage o solaio verso sottotetto non riscaldato) il nostro solaio appartiene all’ormai nota “superficie dell’involucro riscaldato” che va coibentato per almeno il 25% della sua superficie.
Pertanto sia per evitare sprechi di energia, che per avere un alto comfort abitativo o per poter accedere al superbonus 110% si rende necessario isolare termicamente questi due solai.
Analogamente al cappotto termico che si posiziona possibilmente all’esterno (cioè sul lato freddo) così l’isolamento del solaio va preferibilmente posizionato sul lato freddo, e cioè sul plafone dell’autorimessa (cioè applicato al soffitto dell’autorimessa) e sopra al solaio del sottotetto non riscaldato.
In questo modo la gestione del vapore (e cioè il suo flusso che procede dal lato caldo al lato freddo) è più facile e non si creano le condizioni di condensa interstiziale.
Quando ciò non è possibile allora si deve pensare di isolare il proprio solaio sul lato del calpestio, opzione che però richiede la demolizione di tutto il pacchetto degli strati funzionali posti sopra la soletta strutturale e il successivo riposizionamento degli impianti che erano lì presenti. Non è un lavoro semplice ed è abbastanza oneroso e disagevole. Può diventare valido nel momento in cui si passa da un impianto caldaia-radiatori ad uno a pompa di calore-pannelli radianti a pavimento, nel qual caso i lavori da effettuare portano contemporaneamente a due risultati: isolamento termico e impianto radiante.
Nel caso in cui non fosse possibile isolare da sopra il sottotetto non riscaldato, allora si può isolarlo da sotto e questo comporta la necessità di verificare, con appositi software di calcolo, la situazione igro-termica che si verrebbe a creare per scongiurare il rischio, spesso concreto, di formazione della condensa interstiziale. E’ necessario approntare una corretta successione degli strati e utilizzare materiali adatti.
Il nodo dei nodi
Ma il vero problema igro-termico legato ai solai è il famigerato collegamento al cordolo esterno, diciamo il Nodo dei Nodi perché è sempre presente e ha sempre creato non pochi problemi di dispersione energetica e di comfort abitativo.
Partiamo dall’inizio: un solaio è appoggiato, staticamente, sulle murature esterne e vincolato ad esse attraverso il cordolo perimetrale in cca, in caso di struttura a muratura portante, o sulle travi orizzontali perimetrali esterne (che chiamiamo per comodità anch’esso cordolo) nel caso di struttura pilastro-trave in cca.
Nel nodo di collegamento solaio-cordolo-muratura succede questo: si crea un ponte termico che determina temperature superficiali interne particolarmente più basse rispetto alle temperature del resto della parete.
La temperatura più bassa si verifica sullo spigolo interno fra parete e soffitto. Nel caso in esame la temperatura interna è stata considerata pari a 20°C mentre quella esterna è stata fissata a -5°C. La parete esterna è in mattoni pieni a due teste, soluzione tipica italiana e molto presente nella nostra architettura storica cittadina e rurale. Nella parete la temperatura superficiale interna è pari a 15°C mentre nello spigolo si abbassa fino a 10.4°C.
Questa bassa temperatura causata dal ponte termico provoca svariati problemi: un dispendio elevato della preziosa energia termica che paghiamo a caro prezzo in termini economici, sociali ed ambientali, una diminuzione del comfort abitativo perché il nostro corpo mal sopporta le temperature fredde delle pareti e un disagio abitativo perché la bassa temperatura può causare condensa superficiale (diciamo l’effetto dei vetri appannati ma sulla parete) e crea le condizioni ideali per l’attecchimento della muffa.
Ma questo lo sapevamo già: in quasi tutte le nostre case più datate se alziamo gli occhi verso il soffitto vediamo una situazione come questa riportata nella foto.
Possiamo comprendere meglio il problema utilizzando una grafia che associa a colori caldi una temperatura elevata e ai colori freddi una bassa temperatura:
In anni passati si è cercato di porre rimedio a questo problema coibentando con lana di vetro o polistirene la superficie esterna del cordolo in spessori limitati a 4/5 cm ma con scarsi risultati: la temperatura dello spigolo effettivamente aumentava ma non così tanto da risolvere i problemi suddetti.
Nel passaggio da edifici a muratura portante ad edifici con telai spaziali in cca, la muratura esterna è stata sostituita da tamponamenti a cassa vuota o con intercapedine coibentata: blocco esterno in laterizio, tramezza interna e intercapedine coibentata con polistirene.
In questo modo la temperatura dello spigolo si alza fino ai 15°C e pertanto si è ovviato alla formazione di condensa ma il ponte termico presente rimane rilevante in termini di formazione di muffa. [...]
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