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Il “cappotto termico”: quadro delle normative per la corretta progettazione

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Il cappotto termico: la migliore soluzione per l’isolamento dell’edificio

L’isolamento termico dell’involucro edilizio attraverso il Sistema a Cappotto, più comunemente noto come cappotto termico o ETICS (External Thermal Insulation Composite System), è da molti considerato l’intervento più efficace al fine di ottimizzare le prestazioni energetiche degli edifici sia durante la stagione invernale che quella estiva. Attraverso l’ottima coibentazione termica fornita dal cappotto si ha infatti una notevole riduzione delle dispersioni attraverso l’involucro opaco, riducendo i consumi dell’edificio e aumentando al contempo il comfort termoigrometrico all’interno delle abitazioni. Un grande vantaggio di questa soluzione è inoltre l’eliminazione dei ponti termici, da sempre tasto dolente in caso di interventi di ristrutturazione e riqualificazione energetica degli edifici esistenti, che come è noto costituiscono i “punti deboli” dell’involucro edilizio e possono essere causa di elevate dispersioni di energia nonché della formazione di eventuali condense e muffe.

Applicato direttamente sulla facciata dell’edificio, il sistema nel suo complesso comprende sia il materiale isolante vero e proprio, solitamente sotto forma di pannelli, che tutti i componenti accessori quali adesivi, fissaggi, rinforzi e rivestimenti. 

Se correttamente realizzato, grazie alle moderne soluzioni l’intervento di isolamento a cappotto presenta durabilità ed affidabilità garantite per almeno 25 anni, permettendo quindi di recuperare l’investimento iniziale e aumentando al contempo il valore dell’immobile oggetto di intervento.

Il cappotto sismico: cos'è?

Risulta particolarmente interessante l’applicazione del cosiddetto “cappotto sismico”. L’età avanzata del patrimonio edilizio italiano, unito alla ricca storia di eventi sismici del nostro paese, costituisce sicuramente motivo di preoccupazione specialmente in quelle zone del territorio considerate ad elevato rischio sismico. In questo frangente il cappotto sismico rappresenta una soluzione interessante e innovativa che integra le necessità di rinforzo strutturale con quelle di efficientamento energetico degli edifici. Dal punto di vista pratico, infatti, tale sistema presenta tutti i vantaggi già descritti per il cappotto termico ma è caratterizzato dalla posa di due strati di materiale isolante, tra i quali viene lasciata un’intercapedine volta ad ospitare una sottile lastra di calcestruzzo armato gettata in opera che ha funzione di rinforzo strutturale. Attraverso adeguati ancoraggi la lastra viene poi resa solidale alla struttura esistente, così che il calcestruzzo armato lavori in parallelo con l’edificio ottimizzando la ripartizione delle azioni orizzontali tra i componenti strutturali. 

Come per il cappotto termico, anche in questo caso la corretta progettazione è fondamentale al fine di garantire i risultati previsti. Ma quali sono quindi i criteri progettuali generali da tenere in conto per effettuare l’intervento di isolamento a cappotto in maniera adeguata? Di seguito si riportano i principali riferimenti normativi, i criteri di scelta per i materiali isolanti, per il sistema nel suo complesso e per la corretta posa in opera.

 

Materiali isolanti: i CAM

Con il Decreto Ministeriale 11/10/2017 e ss.mm.ii. sono entrati in vigore i Criteri Ambientali Minimi (CAM): inizialmente previsti per l’edilizia pubblica, al fine di beneficiare dell’Ecobonus 110% il Decreto Rilancio del 19 maggio 2020 impone il rispetto di questi requisiti anche in caso di edifici privati.

Per quanto riguarda i materiali isolanti da utilizzare all’interno del cappotto termico, secondo il suddetto decreto, andranno quindi rispettati sia i criteri generali, comuni a tutti i componenti edilizi, che quelli specifici, validi solo per gli isolanti. In particolare, i requisiti generali indicati al punto 2.4.1 sono i seguenti:

  • Disassemblabilità: ossia la possibilità di disinstallare il Sistema e separarne i componenti alla fine del ciclo di vita. Più in dettaglio, almeno il 50% peso/peso dei componenti edilizi deve essere sottoponibile a demolizione selettiva ed essere riciclabile o riutilizzabile. Di questi, almeno il 15% deve essere costituito da materiali non strutturali. La verifica avverrà attraverso l’elenco, fornito dal progettista, di tutti i componenti e materiali che possono essere riciclati o riutilizzati indicando il relativo peso rispetto al peso totale dei materiali utilizzati per l’edificio;
  • Materia recuperata o riciclata: il contenuto di materia recuperata o riciclata all’interno dei materiali utilizzati deve essere pari almeno al 15% in peso (di cui almeno il 5% costituito da materiali non strutturali). Questa percentuale è valutata sul totale di tutti i materiali utilizzati, considerando anche diverse percentuali per ogni materiale. La verifica avviene ancora una volta attraverso l’elenco dei materiali costituiti da materie recuperate o riciclate ed il relativo peso in rapporto al totale. La percentuale di riciclato deve essere inoltre dimostrata attraverso una delle seguenti: una dichiarazione ambientale di prodotto di Tipo III (EPD); una certificazione di prodotto rilasciata da un organismo di valutazione della conformità che attesti il contenuto di riciclato; una autodichiarazione ambientale di Tipo II conforme alla norma ISO 14021, verificata da un Organismo di valutazione della conformità;
  • Sostanze pericolose: all’interno dei componenti usati non devono essere stati aggiunti intenzionalmente additivi a base di cadmio, piombo, cromo, mercurio, arsenico e selenio, sostanze identificate come “estremamente pericolose” (SVHCs) o sostanze e miscele classificate con le indicazioni di pericolo, secondo le indicazioni e le concentrazioni massime stabilite dal decreto. Ai fini di verifica si dovranno presentare dei rapporti di prova rilasciati da organismi di valutazione della conformità e una dichiarazione del legale rappresentante da cui risulti il rispetto dei requisiti.

Il punto seguente (2.4.2) del decreto prosegue poi a indicare i criteri specifici per i componenti edilizi, definiti per gli isolanti all’interno del punto 2.4.2.9 il quale prevede che questi materiali:

  • Siano privi di ritardanti di fiamma oggetto di restrizioni o proibizioni secondo le normative applicabili;
  • Non siano prodotti con agenti espandenti con un potenziale di riduzione dell’ozono superiore a zero;
  • Non siano prodotti o formulati utilizzando catalizzatori al piombo;
  • Contengano, se prodotti da una resina di polistirene espandibile, un contenuto di agenti espandenti inferiore al 6% del peso del prodotto finito;
  • Se costituiti da lane minerali, queste siano conformi alla nota Q o alla nota R di cui al regolamento (CE) n. 1272/2008 (CLP) e simili;

Inoltre, la seguente tabella indica le quantità minime per il contenuto di riciclato, misurato sul peso del prodotto finito, in caso questo contenga uno o più dei componenti elencati.

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Criteri specifici per lane minerali ed EPS

Gli isolanti più utilizzati per il cappotto termico sono sicuramente le lane minerali (mineral whool, MW) ed il polistirene espanso sinterizzato (EPS). In caso di utilizzo di un materiale rientrante all’interno di queste due famiglie bisogna quindi sottostare rispettivamente alle norme armonizzate UNI EN 13162 e UNI EN 13163.

Queste due norme “di prodotto” specificano infatti i requisiti per i prodotti di lana minerale e di poliuretano espanso ottenuti in fabbrica (con o senza rivestimenti) e che sono utilizzati per l’isolamento termico nel campo dell’edilizia. All’interno di una norma di prodotto sono descritte le caratteristiche dello stesso con riferimento a circa 25 parametri prestazionali, dei quali vanno però considerati soltanto quelli validi per il prodotto in questione. In generale, i seguenti requisiti devono essere rispettati qualunque sia il suo impiego:

  • Resistenza o conducibilità termica;
  • Caratteristiche dimensionali, ovvero lunghezza e larghezza così come spessore, perpendicolarità e planarità;
  • Stabilità dimensionale, in condizioni sia di laboratorio che specifiche di temperatura e umidità;
  • Resistenza a flessione minima di 50 kPa;
  • Reazione al fuoco.

A seconda poi del campo di applicazione del prodotto è necessario aderire ad ulteriori requisiti quali ad esempio la deformazione in condizioni di carico e temperatura specifici, resistenza a trazione o flessione, assorbimento d’acqua e trasmissione del vapore acqueo. La norma include inoltre le procedure di valutazione per i criteri di cui sopra e le indicazioni per la verifica di conformità e successiva marcatura ed etichettatura.

In aggiunta, se utilizzati all’interno di un sistema a cappotto (ETICS) l’isolante dovrà rispettare i requisiti stabiliti dalle norme UNI EN 13499 per i sistemi compositi a base di polistirene espanso e UNI EN 13500 per quelli a base di lana minerale. In maniera del tutto analoga alle normative precedentemente trattate infatti queste definiscono le caratteristiche dei prodotti ETICS incluse le procedure per eseguire le prove, la marcatura e l’etichettatura.

 

Le linee guida tecniche europee per i sistemi isolanti a cappotto

Dopo aver discusso le normative relative ai materiali isolanti utilizzati per il cappotto termico proseguiamo ora affrontando il discorso relativo al sistema nel suo complesso. Similmente ad altri prodotti e tecnologie, infatti, anche l’isolamento a cappotto deve essere progettato rispettando i requisiti stabiliti dalle normative tecniche in vigore.

I parametri da rispettare sono in questo caso stabiliti dall’ EOTA (European Organisation for Technical Assessment), il quale rilascia la certificazione ETA (European Technical Assessment) a garanzia che il sistema sia stato progettato, assemblato e testato in conformità alle linee guida. In generale questo documento, contenente le prestazioni di un prodotto da costruzione, viene emesso per quegli articoli che ancora non dispongono di una norma armonizzata dedicata ma per i quali è invece disponibile come riferimento un Documento per la Valutazione Europea (European Assessment Document, EAD) o delle linee guida ETAG. Attraverso queste ultime vengono infatti definiti dei metodi di prova di caratterizzazione del comportamento iniziale di un componente, così come il controllo durante la sua produzione.

Nel caso particolare del sistema di isolamento termico a cappotto è l’ETAG004 ad individuare le condizioni di progetto e realizzazione dell’intervento, definendo le caratteristiche che devono essere oggetto di verifica:

  • Resistenza meccanica e stabilità;
  • Sicurezza in caso di incendio;
  • Igiene e salubrità ambientale;
  • Sicurezza nell’uso;
  • Protezione dal rumore;
  • Risparmio energetico.

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L'articolo prosegue con un focus dedicato alle norme per la corretta progettazione e posa in opera e un approfondimento sulle detrazioni fiscali disponibili per il cappotto termico.

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