Cambiamenti climatici | Sostenibilità | Assicurazione
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Il cambiamento climatico sta cambiando le gestione del rischio e il ruolo delle assicurazioni

L’alluvione in Romagna dimostra che gli eventi meteorici diventano sempre più violenti a causa del cambiamento climatico. Tra le conseguenze “il rischio che il rischio” diventi troppo alto da essere coperto da assicurazione. Negli USA sta già succedendo.

Il libro “La Società globale del rischio” di Ulrico Beck aveva evidenziato come la rivoluzione industriale avesse introdotto un nuovo concetto di “colpevolizzazione” degli eventi negativi.

Berg evidenzia nel testo che “I pericoli pre-industriali, per quanto vasti e devastanti, erano "colpi del destino” che piovevano dal cielo sulla testa dell umanità provenendo da "fuori" ed erano attribuibili a un "altro", dio, demone o Natura che fosse. Anche in questo caso le accuse erano innumerevoli, ma erano rivolte agli dei o a Dio ed erano, per dirla in parole semplici, "religiosamente motivate" e non - come i rischi industriali - cariche di significato politico. Di fatto, data l'origine dei rischi industriali nel processo decisionale, sorge irrevocabilmente il problema dell'imputabilità e della responsabilità sociale, persino in quei settori dove le regole dominanti della scienza e della legge ammettono l'imputabilità soltanto in casi eccezionali. Le persone, le aziende, gli enti statali e i politici sono responsabili dei rischi industriali. Come diciamo noi sociologi, le radici sociali dei rischi bloccano l'esternalizzabilità" del problema dell'imputabilita?

E questa materializzazione delle responsabilità aveva portato allo sviluppo moderno delle assicurazioni.

L’invenzione del calcolo del rischio rende calcolabile l'in-calcolabile con l'ausilio delle statistiche sugli incidenti, tramite formule di liquidazione generalizzabili, come pure attraverso il principio generalizzato di scambio del denaro per i danni.

Grazie alle assicurazioni il sistema industriale è messo nelle condizioni di affrontare il suo proprio imprevedibile futuro. Il calcolo del rischio, la protezione derivante dalle leggi sulla responsabilità civile e così via consentono l'impossibile: eventi futuri che non si sono ancora verificati diventano l'oggetto dell'azione presente- prevenzione, indennizzo o gestione preventiva dei danni.

Berg però nelle sue riflessioni - pubblicate 25 anni fa - evidenzia un problema.

L’interazione tra prima e dopo, tra il futuro e la sicurezza garantita dal fatto che erano state prese le precauzioni necessarie e che il rischio viene calcolato sulla probabilità di “incidente”, viene prevaricata nei peggiori casi immaginabili: nell'era del nucleare, dell’insicurezza batteriologica (vedi il Covid), della tecnologia chimica e genetica questa relazione viene meno.

“In tutta la magnificenza della loro perfezione, le centrali nucleari hanno sospeso il principio dell’assicurazione  non solo sul piano economico, ma anche su quello medico, psicologico, culturale e religioso. La società del rischio residuale è diventata una sociale assicurata, la cui protezione paradossalmente diminuisce mano a mano che il pericolo aumenta.”

E Berg aggiunge:

“In definitiva, non vi è alcuna istituzione reale, e probabilmentene concepibile, che sarebbe preparata ad affrontare il "PII", il 'peggior incidente inimmaginabile, e non vi è alcun ordine sociale che possa garantire la propria costituzione sociale e politica nel peggiore dei casi possibili”.

Ecco quindi perchè Berg già ipotizzava un’evoluzione indotta dall’industrializzazione sempre più spinta del pianeta che avrebbe portato alla progressiva non assicurabilità dovuto all’impossibilità di coniugare rischi e danni.

Una profezia? 

Gli shock climatici stanno rendendo alcune parti degli Stati Uniti inassicurabili.

Negli ultimi anni, gli eventi meteorologici estremi legati al cambiamento climatico, come gli uragani, gli incendi boschivi e le inondazioni, stanno causando danni catastrofici in molte regioni americane.

Questi eventi non solo minacciano la sicurezza delle persone e delle proprietà, ma stanno anche creando problemi nel settore delle assicurazioni.

Gli shock climatici hanno reso alcune aree del paese troppo rischiose da assicurare.

Le compagnie di assicurazione sono diventate più riluttanti a fornire copertura in zone ad alto rischio, poiché gli eventi climatici estremi hanno causato ingenti perdite finanziarie per l'industria assicurativa.

Ciò ha portato a un aumento delle tariffe delle polizze o addirittura alla completa sospensione della copertura in alcune aree.

Non c’è più copertura per gli uragani

Negli ultimi anni, molte regioni degli Stati Uniti, come la costa del Golfo, la costa orientale e l'ovest, sono state colpite da eventi climatici estremi. Ad esempio, gli uragani Katrina, Harvey e Maria hanno causato danni miliardari e hanno reso alcune aree costiere estremamente rischiose da assicurare.

Ne parla l’articolo “Climate Shocks Are Making Parts of America Uninsurable. It Just Got Worse.

Questa situazione sta mettendo in difficoltà i proprietari di case, le imprese e le comunità che si trovano in queste aree ad alto rischio. Senza la copertura assicurativa adeguata, sono a rischio di perdite finanziarie significative in caso di eventi catastrofici. Ciò può anche rallentare la ripresa delle comunità dopo un disastro naturale.

L'articolo sottolinea la necessità di affrontare l'impatto del cambiamento climatico sul settore assicurativo. È necessario sviluppare soluzioni innovative e sostenibili per gestire il rischio climatico e garantire l'accesso all'assicurazione per le comunità vulnerabili.

Il clima è già cambiato: serve una nuova visione

Queste considerazioni portano a una considerazione generale: stiamo già vivendo gli effetti dei cambiamenti climatici, lo abbiamo visto di recente anche in Romagna, occorre quindi già intervenire sui parametri di progettazione dei sistemi idraulici, degli spazi urbani, degli immobili, delle infrastrutture.

Alluvione Emilia-Romagna, niente risarcimenti per gli assicurati
Molti proprietari delle zone alluvionate assicurati per i danni sulla casa avrebbero visto respinto il risarcimento: decisiva la definizione dell'evento. Leggi l’articolo di Claudio Carollo su QuiFinanza

L’uso di tetti verdi e pavimentazioni drenanti devono diventare una priorità nei processi di costruzione o riqualificazione urbana e immobiliare, la scelta delle tecnologie e dei materiali deve tenere conto dell’ inasprimento delle situazioni di crisi, la valutazione della realizzazione di dighe e bacini di compensazione/laminazione deve diventare argomento di pianificazione territoriale.

Oggi ricorre la giornata mondiale dell’ambiente

Oggi 5 giugno ricorre la giornata mondiale dell’Ambiente. Istituita dalle Nazioni Unite nel 1972 per diffondere e promuovere, a livello globale, l'importanza di preservare gli ecosistemi, va celebrata con due consapevolezze: dobbiamo accelerare con le azioni di prevenzione, senza se e senza ma, e dobbiamo prendere atto che il clima è già cambiato e modificare di conseguenza il governo del territorio già da ora.

Come ci insegna la Biennale di Architettura di Venezia di quest’anno dobbiamo smettere di approcciare l’ambiente costruito come un nemico assoluto ma tornare - come facevano i Romani duemila anni fa - a leggere il territorio,  e quindi a governarlo.

I drammi dei terremoti nazionali e internazionali hanno portato con sé costi di ricostruzione talmente alti da non poter pensare che possano essere coperti in futuro solo attraverso il meccanismo assicurativo, senza prima incidere con un adeguato piano di prevenzione. La stessa cosa va applicata in ambito idrogelogico. Abbiamo bisogno di migliore la resilienza dei luoghi, non solo quelli urbanizzati.

L’equilibrio post-industriale che si è creato grazie al meccanismo rischio-premio-copertura è fondamentale nel nostro ecosistema sociale ed economico.

In conclusione, per evitare che gli shock climatici rendano parti dei territori/città/immobili/infrastrutture inassicurabili è necessario affrontare questa sfida attraverso soluzioni innovative per garantire l'accesso all'assicurazione e proteggere le comunità dalle conseguenze dei cambiamenti climatici.

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