Cambiamenti climatici | Città | Ambiente
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Il Cambiamento Climatico scuote la tradizione giapponese

Il surriscaldamento globale minaccia la cultura stagionale giapponese, portando temperature record e influenzando tradizioni e ecosistemi. Gli anziani sono particolarmente vulnerabili, mentre le politiche ambientali del Giappone stentano a rispondere. Un approfondimento di INGENIO

Nel recente articolo pubblicato sul New Yorker, Matt Alt delinea una vivida rappresentazione di come il cambiamento climatico stia mettendo alla prova la resilienza e la tradizione del Giappone.

Il pezzo, intitolato "The Shock of Japan’s Extreme Heat", ci porta in un viaggio attraverso la storica consapevolezza giapponese del clima e come le temperature estreme stiano radicalmente alterando la sua società.

Il Giappone, come sottolineato da Alt, ha sempre posseduto una profonda consapevolezza del clima. Concetti come "kigo" (frasi che evocano le stagioni) e "shun" (la stagionalità nel cibo) sono intrecciati nella cultura e nella tradizione del paese. Tuttavia, il recente surriscaldamento sta minacciando queste tradizioni, con un'estate che registra temperature senza precedenti.

La rilevanza dell'articolo di Alt non è limitata solo al Giappone. La crisi climatica sta diventando un problema globale, con impatti devastanti in ogni angolo del mondo. La storia del Giappone è un monito: il cambiamento climatico non risparmia nulla, nemmeno le culture e le tradizioni secolari.

La critica centrale dell'articolo si concentra su come il surriscaldamento stia mettendo a rischio la popolazione anziana del Giappone. L'ancora più allarmante riluttanza nell'utilizzare l'aria condizionata tra gli anziani, molti dei quali cresciuti senza questa tecnologia, sta aggravando ulteriormente la situazione.

Economicamente, il problema diventa ancora più intricato. Con l'aumento dei costi dell'energia elettrica, anche coloro che accolgono l'aria condizionata devono fare scelte difficili sulle loro finanze.

L'articolo di Alt evidenzia anche il contrasto tra la consapevolezza pubblica del cambiamento climatico e la lenta azione governativa. Nonostante la maggioranza dei cittadini desideri un ruolo attivo del paese nella lotta al cambiamento climatico, le azioni concrete sembrano scarse.

Tuttavia, Alt suggerisce un barlume di speranza. L'opposizione pubblica a progetti di sviluppo che minacciano spazi verdi in città come Tokyo potrebbe indicare un crescente desiderio di conservare e proteggere l'ambiente.

Concludendo, l'articolo di Alt sul New Yorker ci offre un'immagine preoccupante ma necessaria del Giappone che affronta le sfide del cambiamento climatico. È un promemoria che il cambiamento climatico non è solo una minaccia ambientale, ma anche culturale. E, come il Giappone, ogni nazione deve prepararsi a navigare in questi tempi incerti, ricordando di proteggere e preservare le sue tradizioni mentre si adatta alle nuove sfide.

Il Giappone, un esempio che delude sempre le aspettative ?

L'articolo ci porta ad alcune considerazioni.

Infatti l Giappone è stato sempre considerato un esempio per molte culture occidentali: il rispetto dell'ambiente e delle persone anziane, la tutela della cultura e della storia, l'uso di fonti sostenibili, la sicurezza sismica, la puntualità dei mezzi, l'organizzazione delle aziende. Potrei fare tanti esempi essendo io stesso cresciuto ai tempi del master nel mito dei metodi organizzativi giapponesi dei processi industriali.

Il Giappone, con una popolazione di 127 milioni di abitanti, presenta delle caratteristiche demografiche e ambientali notevoli. Questo arcipelago orientale non solo eccelle in termini di salute, con una speranza di vita alla nascita di 84 anni - ben tre anni in più rispetto alla media OCSE di 81 anni - ma mostra anche una disparità di genere in questo parametro: le donne giapponesi vivono in media fino a 88 anni, mentre gli uomini fino a 81.

L'inquinamento atmosferico, spesso indicato attraverso il livello di PM2,5, risulta leggermente al di sotto della media OCSE: 13,7 microgrammi per metro cubo contro una media OCSE di 14 microgrammi.

Nonostante le preoccupazioni legate all'inquinamento atmosferico, gli abitanti del Giappone sembrano particolarmente soddisfatti dell'acqua. L'87% di loro afferma di essere soddisfatto della qualità dell'acqua, superando la media OCSE dell'84%.

Anche in termini di alloggio, il Giappone supera la media OCSE. L'abitazione media giapponese comprende 1,9 vani a persona, rispetto alla media OCSE di 1,7. Tuttavia, una nota di cautela emerge quando si considera l'accesso alle strutture igieniche: solo il 93,6% delle abitazioni giapponesi ha un accesso privato ai servizi igienici interni con scarico, inferiore alla media OCSE del 97%.

La densità di popolazione del Giappone è notevole, classificandosi al nono posto tra i Paesi con più di dieci milioni di abitanti, a 340,8 abitanti per chilometro quadrato. Ciò è particolarmente evidente nelle metropoli: il 77% dei giapponesi vive in città, con le regioni meridionali e occidentali dell'isola di Honshu che registrano le densità più elevate.

Nel tempo poi alcuni miti sono caduti, perchè l'età media del Paese è cresciuta e la natalità è crollata, il debito nazionale è altissimo, il fallimento di Kongo Gumi, lo Tsunami sulle centrali nucleari, ...  Ora il cambiamento climatico pone ulteriori dubbi sullo sviluppo che il Giappone ha scelto per la propria società, per i propri territori.

Città come Tokyo, Osaka e Yokohama che davano testimonianza della capacità del Giappone di gestire una popolazione densamente insediata in armonia con il suo ambiente con politiche attente ai consumi energetici, dell'acqua, del suolo oggi segnano il passo, e l'articolo del Newyorker ci segnala un problema di mancanza di provvedimenti efficaci.

Il problema dell'eccesso di calore rappresenta così un segnale importante che tocca il Giappone, così come molti altri luoghi, così come in nostro sud, che deve diventare elemento di coscienza sia per i governi che per i tecnici che si occupano di progettare le città e gli edifici del futuro.

E la nuova Agorà dovrà tenere conto che quando ci sono 42 gradi, il cittadino, quello anziano in particolare, avrà bisogno di un rifugio di ristoro.

Una sfida importante per l'architettura.

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