Restauro e Conservazione
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Il Bulgari Hotel Moscow: progettazione integrata in BIM dal restauro all’interior design firmata Citterio-Viel

Come gestire con successo una complessa progettazione integrata in BIM dagli strutturali fino ai dettagli dell'interior design

Il Building Information Modelling è una strategia progettuale mirata a massimizzare gli effetti positivi che la progettazione integrata porta alla gestione del progetto, in termini di qualità ed efficienza.

Lo studio Antonio Citterio Patricia Viel ha sempre avuto un approccio multidisciplinare alla progettazione e quando, tra i primi in Italia, ha iniziato a avvalersi della metodologia BIM, è riuscito a sfruttare a pieno le potenzialità del software.
Attualmente tutti i progetti dello studio sono sviluppati in Revit. Tutti i collaboratori sono formati nell’utilizzo dei software e delle metodologie BIM, e, a livello contrattuale, viene prevista una sezione riservata totalmente ai requisiti BIM.

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Il Bulgari Hotel Moscow (apertura prevista nel 2020) occuperà una posizione privilegiata nel centro storico di Mosca, accanto al Cremlino e alla Piazza Rossa. Il progetto presenta un'interazione tra tendenze moderne e temi tradizionali espressi attraverso il restauro conservativo e l'integrazione di facciate di differenti periodi con un tono di contemporaneità. Ex residenza di una famiglia nobile con 65 camere e suite, una Bulgari Suite di 300 mq e una terrazza panoramica, gli interni dell'hotel offriranno nuove forme e opportunità per soggiorni nel cuore della capitale russa. Il cortile interno, ispirato ai patii tradizionali dei palazzi rinascimentali italiani, offrirà spazi esterni esclusivi durante la stagione calda, creando un ambiente dove riecheggia lo spirito del marchio Bulgari.

Il progetto ha presentato notevoli complessità, data la natura dell’intervento su un edificio storico, risolte grazie a soluzioni architettoniche e strutturali innovative. Durante le prime fasi sono state esplorate diverse ipotesi, discusse man mano con il cliente, verificando costantemente la conformità del progetto alle normative, in particolare antincendio e di sicurezza, locali ed internazionali. Parallelamente allo sviluppo del progetto è stato necessario controllare costantemente il dimensionamento degli spazi. Non ultimo il fattore climatico, cui si è prestata grande attenzione per permette la fruizione degli spazi esterni nella maggior parte dell’anno. 

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La gestione di un progetto così complesso ha portato alla creazione di modelli di uguale complessità. 

Lo studio ACPV è riuscito a convogliare perfettamente all’interno dei modelli digitali la propria expertise consolidata nell’interior design. L’esigenza di studiare tutti i dettagli, gli allineamenti e la spazialità degli ambienti ha portato a sviluppare le componenti del modello sia dal punto di vista della visualizzazione geometrica che nei suoi metadati. L’interior design, raramente menzionato nei casi studio relativi al BIM, è stato in questo caso il perno della modellazione, permettendoci di fornire costantemente al cliente ed ai progettisti del team un valido strumento di controllo e verifica.

I modelli sono il repository principale del progetto, non sono semplicemente un mezzo per stampare gli elaborati. 

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Sulla carta la progettazione integrata può essere vista come una “città ideale” dove tutti i contributi si armonizzano da sé nel prodotto finale. La situazione reale è tuttavia molto più simile ad una “torre di Babele”, dove è necessario riuscire a far dialogare tra loro le varie discipline, che spesso si sovrappongono nelle responsabilità.

ACPV ha gestito il progetto ricoprendo anche il ruolo di BIM Leading Consultant. Questo ruolo può essere affidato a una società di servizi esterna oppure al Design Leader: la prima è una strategia tipica del mondo anglosassone, dove l’assegnazione dei ruoli è spesso rigida e ben definita, ma anche limitante. Assumendo invece la posizione di coordinatore del processo, il Design Leader avrà la possibilità di migliorarne l’efficienza grazie al proprio bagaglio di sapere progettuale.

Il BIM Leading Consultant in un processo collaborativo deve occuparsi di gestire gli input che confluiscono nei modelli, incluse sovrapposizioni e strategie.
A tal fine ci si avvale di strumenti e tecnologie digitali innovative che necessitano di procedure e professionalità inedite in grado di controllare e gestire questa maggiore complessità.
In ogni società coinvolta nel progetto è stato quindi identificato un progettista che ricoprisse il ruolo di BIM Coordinator, assumendosi la responsabilità dell’integrità del modello.

Per massimizzare l’efficienza del processo e dell’integrazione progettuale sono state sviluppate sin dalle prime fasi di lavoro delle procedure di collaborazione tra le varie figure coinvolte. In alcuni casi sono stati sviluppati dei workflow ad hoc, sfruttando software di visual programming come Dynamo, per permettere lo scambio di informazioni in modo automatizzato tra ACPV e consulenti che non utilizzavano strumenti BIM.

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Particolare attenzione è stata data anche alla sovrapposizione delle discipline, problematica ancora giovane nel mondo della progettazione con strumenti BIM. Alcuni elementi del progetto sono di competenza di più figure professionali, ma il componente digitale che lo rappresenta deve necessariamente far parte di un modello specifico. E’ stato necessario quindi permettere a tutti i professionisti coinvolti di poter lavorare sullo stesso elemento gestendo le relative responsabilità.

Per impostare il lavoro ACPV ha sviluppato un BIM Execution Plan nelle primissime fasi di lavoro, che nel corso dell’iter progettuale è stato costantemente aggiornato per risolvere le criticità del processo che man mano si sviluppavano, (come, ad esempio, la creazione di modelli showroom), per mantenere la congruenza delle informazioni in tutti i modelli. 
I consulenti del progetto hanno seguito gli stessi standard di modellazione e di nomenclatura, in modo da rendere estremamente facile e chiara l’analisi delle informazioni e verificarne la coerenza. Inoltre è stata da subito definita con il cliente una matrice di LOD per i vari elementi del progetto, in modo da sviluppare maggiormente nelle varie fasi progettuali le componenti più importanti.

Sono stati eseguiti costantemente delle specifiche analisi delle interferenze attraverso l’uso di Navisworks. Questi test sono stati tarati a seconda delle discipline, dato che sull’interior design è necessario studiare le componenti al millimetro, mentre per l’architettonico e lo strutturale si può lavorare con tolleranze nettamente maggiori. 
Tutto lo scambio di informazioni si è svolto attraverso l’uso di un CDE (Common Data Environment)

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Al cliente è stato quindi fornito un Design Intent Model contenente le quantità e specifiche degli elementi, con cui si è potuto svolgere la gara di appalto, e che potrà essere utilizzato dal Contractor come base per sviluppare il modello di cantierizzazione.

immagini: copyright Antonio Citterio Patricia Viel

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