Il BIM nel mondo della prefabbricazione

Il mercato della prefabbricazione si trova in un momento importante di svolta. Le possibilità di acquisire future commesse e di essere competitivi sul mercato dipende da scelte strategiche non più procastinabili. Si fa sempre più chiaro come la competitività della propria azienda sia legata alla rimodellazione dei metodi di progettazione e di gestione delle attività.

Non si deve vedere questa premessa come un nero presagio, tutt’altro. Molte sono le realtà che stanno investendo in diversi settori del mondo delle costruzioni per poter essere pronti al cambiamento.

Il BIM
Cominciamo da un acronimo di origine inglese. Con BIM possiamo intendere, a seconda del punto di vista, diversi significati, laddove la variabile sensibile è proprio la “M”:

• Building Information Modeling,
• Building Information Model,
• Building Information Management.

Come forse avrete intuito, tra le risposte proposte non ne esiste una più corretta delle altre.

Il BIM, come metodo applicato alla progettazione riguarda tutte le fasi del workflow, permettendo quindi di distribuirne i vantaggi a tutti gli attori coinvolti. Le risposte proposte, estrapolate dall’intervento di David Jellings al corso MIP dello scorso giugno, meritano un chiarimento ulteriore:

• nel primo caso si intende il Processo
• nel secondo il risultato del Processo
• nel terzo caso l’uso dei dati del modello.

In tutti i casi citati ci si riferisce al Processo Integrato tra le parti e nel mondo delle Costruzioni si traduce nell’acronimo BIM.
Un nuovo lessico deve entrare a far parte delle aziende di prefabbricazione, un insieme di termini che oltre a considerare il BIM, riguardino l’interoperabilità e le tematiche inerenti la produzione e il cantiere.

Nell'articolo integrale si analizzano in sequenza una serie di fattori che possono rendere semplice e relativamente rapido il passagio a questa nuova modalità progettuale.

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