AI - Intelligenza Artificiale | Digitalizzazione | Geomatica
Data Pubblicazione:

I rischi dell’AI senza regole, tra applicazioni per tutti e uso professionale

Una riflessione dell'autore su vantaggi e pericoli nell'uso dell'Intelligenza Artificiale (AI).

Quando ancora si parlava di Robot Journalism

Il mondo dell'intelligenza artificiale è destinato ad avanzare e a superare l'attuale fase, ma con esiti ancora oggi incerti.

E dire che la prima volta che mi avvicinai al mondo del cosiddetto "Robot Journalism"1 ne rimasi quasi abbagliato, anche se il motivo era semplicemente produttivo, e se vogliamo di una sensazione mista a quella che viene anche chiamata "liberazione dal lavoro".

Non era proprio ieri, ma quasi una decina di anni fa, quando ero circondato dai colleghi della redazione della rivista "GEOmedia", e che pensavo potessero esprimere un contributo al dibattito, seppur interno al nostro continuo lavoro di scouting sul mondo nuovo che avanza.

All'epoca devo dire che forse nutrivo troppe buone intenzioni nei confronti dei miei colleghi, e anche dell’AI ma poi, visto come sono andate le cose, sia sui colleghi che sull’AI, ho cambiato radicalmente atteggiamento e opinioni.

Sto parlando di uno dei primi sistemi classificati come “robot journalism” che andava sotto il nome di qualcosa che somigliava a "watson" di IBM, ma che all'epoca era agli albori, fino a che nel febbraio 2011 Watson partecipò a tre episodi del quiz televisivo Jeopardy!, sconfiggendo i suoi avversari umani.

All'epoca nessuno ancora, così alla luce del sole, parlava di AI, e la bibbia di Nick Bostrom sull'intelligenza artificiale non era ancora uscita sul mercato. Tutto ciò per dire che l'intelligenza artificiale è una vecchia conoscenza di tutti noi, ma oggi ha assunto il potere taumaturgico di nuova speranza da una parte, e di nuovo pericolo per il futuro che nel bene e nel male è ancora indissolubilmente affidato all'uomo. Ma forse è proprio questo che spaventa di più, essendo l'AI pari ad un'arma di distrazione di massa, già impiegata nell’attualità della guerra cosiddetta ibrida, di attuale e dirompente portata.

Le prospettive dell’AI in campo militare sono sicuramente diverse e come sempre sarà avanti anni luce rispetto al mondo civile. Di sicuro ormai da qualche anno, il soft power è entrato nell’età matura dell’AI e chissà fino a che punto si sono spinti i suoi prodotti di convergenza, che già molto probabilmente sono in campo tra le tre maxi potenze: Cina, Russia e Stati Uniti. Possiamo solo immaginare che il deep fake in molte situazioni è già impiegato massivamente.

Oggi con il supporto dell’AI come ChatGPT, stiamo vedendo solo la punta dell’iceberg, mentre gli investimenti militari USA in AI saranno già oltre i 13.7 miliardi l’anno nel 2028 e sono ormai quattro anni che il Dipartimento della Difesa USA ha rilasciato il primo piano per lo sviluppo dell'AI a scopi militari.

Convergenze pericolose

La questione della AI è dibattito aperto da molti anni ma solo con l’ultimo decennio lo sviluppo delle tecniche di machine learning, deep learning e algoritmi innovativi di diversi livelli ed astrazioni matematiche, ha permesso di superare gli pseudo risponditori o personal assistant come Cortana, Alexa, OK Google ed altri.

Con OpenAI ed altre piattaforme di AI come BARD di Google, si comincia ad entrare nel vivo delle vere intelligenze artificiali, seppur basate su informazioni elaborate a partire da quelle disponibili in rete, negli archivi digitali e in altre banche dati. Parliamo della fase di addestramento dell’AI, che in genere coinvolge una lunga fase di deep learning, con fonti e modelli di classificazione di cui non conosciamo sostanzialmente nulla.

Il motivo dell’allarme che pone a livello globale l’AI, fino a sollecitare l’appello di Elon Musk e dei mille firmatari della Silicon Valley, è giustificato dall’uso distorto che può essere fatto dall’insieme delle tecnologie emergenti, tra cui forte preoccupazione pone la convergenza delle tecniche di “deep fake”, applicate un po' a tutto. Alle immagini e soprattutto ai video, ma anche alle informazioni, ai profili informativi, e in molte altre situazioni.

Dal lancio di ChatGPT, avvenuto il 30 novembre scorso, la proposta di avere un assistente che svolga le attività più noiose del nostro lavoro è già realtà, almeno a vedere i dati di una inchiesta di Fishbowl che riferisce dati preoccupanti, ossia che il 27% dei professionisti già utilizza ChatGPT per svolgere mansioni ritenute adeguate all’AI. Percentuale che sale al 35 e al 37% se si parla di comunicazione, marketing e scrittura di brevi relazioni.

Il blocco di ChatGPT in Italia ha già prodotto malumori tra gli operatori, e come testimonia qualche addetto, “Negli ultimi tempi mi sono abituato a delegare a ChatGPT le attività a minore valore aggiunto, ad esempio la scrittura di brevi testi aziendali, o la stesura di mail non strategiche, e il fatto di non poter usare ChatGPT, è diventato già un impedimento”. Questo è quanto possiamo apprendere da un articolo di A.D.Signorelli su Domani del 12 Aprile.

Quindi, l’uso dell’AI è già pienamente nelle pieghe della nostra società ed è plausibile che l’AI possa diventare a breve una vera e propria tecnologia, diffusa a tutti i livelli, i cui riflessi reali potremo scoprirli solo tra 10-20 anni. Da qui la necessità di riconoscere come centrale la messa in guardia da parte dell’establishment politico e culturale, che in diversi paesi occidentali si sta evidenziando fuori dal coro dei tecno-entusiasti dell’ultima ora.

Il futuro è già qui

Il concetto di futuro è una questione di cultura, situazioni al contorno, e un concetto variabile da persona a persona.

Il futuro è già domani e l’Intelligenza Artificiale, al pari di tutte le tecnologie che cominciano ad essere presenti molto prima che siano annunciate come tali. In fondo lo sviluppo digitale dei “personal assistant”6 è cominciata meno di 30 anni fa, ma è continuata inarrestabile fino ai primi palmari che permettevano di avere in tasca tutto lo scibile della comunicazione (testi, audio, video, immagini, web), accesso al nostro ufficio digitale, e le diverse app di calendari, “To Do App”, fino alle video-call di massa nate in era covid, e il mondo dei social che sembra negli ultimi tempi letteralmente impazzito.

In questo contesto, è chiaro che il mondo dell’AI ha cominciato a dare i suoi frutti in applicazioni di nicchia, come gli assistenti personali di Apple, Microsoft e Google, e molti altri, a cominciare da Amazon, ma anche IBM che è stata tra le prime con Watson, ed altre decine e decine di società, università e gruppi di ricerca o startup.

L’AI quindi è già tra noi, e “il futuro è già qui”, anche se solo ora, un po tutti, o almeno quelli che ci tengono alla privacy e al “futuro etico dell’uomo”, cominciano a capire che la portata dell’AI può essere più forte e dirompente di ciò che appare, e le macchine di per sé non sono più solo macchine, se si integrano nei processi umani di tipo cognitivo, e anche se la società è ormai gestita dagli algoritmi, che di per sé sono il primo nucleo di ciò che in futuro sarà l’AI diffusa, siamo ancora in tempo per scegliere noi le regole, per leggere le avvertenze, e decidere il futuro possibile di convivenza, tra macchine replicanti e umanità reale della specie sapiens.

L’AI tra tecnologie geospaziali, dell’ingegneria e della robotica

L’intelligenza artificiale applicata nel mondo della geomatica, ha già sicuramente una storia importante nel settore principe della interpretazione dei dati, ovvero nell’analisi di immagini, e poi nel riconoscimento delle forme e nell’analisi dei dati geospaziali in generale.

All’epoca dei primi prodotti che approcciavano con l’analisi matematica avanzata nel mondo dei dati geospaziali di fatto non si parlava di AI ma di modelli di calcolo, o di analisi, che partivano impiegando le reti neurali, o altre tecniche, antesignane dell’AI. La prima azienda che rilasciò un prodotto basato su reti neurali e altri algoritmi, fu la tedesca e-cognition, che nasceva da come spin-off universitaria, e fece parte da subito delle soluzioni di punta di una multinazionale della geomatica per eccellenza come TRIMBLE.

Agli albori dell’AI applicata alle immagini geospaziali con e-cognition in oltre 30 anni.

Con e-cognition il mondo dell’analisi di immagine, ovvero della estrazione, interpretazione e classificazione dei dati geospaziali, fece un salto in avanti come mai prima, al pari di quanto stava già succedendo nel mondo dell’ingegneria e della robotica. Ma non si può ancora parlare di AI, ma di semplici algoritmi di analisi dei dati, che vanno a scomodare la modellistica avanzata, la fisica quantistica e altro ancora.

Ma è con l’ingegneria, la comunicazione, la medicina e molte altre applicazioni critiche che l’AI si confronta, e qui la vera forza è proprio quella di analizzare quantità di dati sinceramente impossibili per la mente umana. Stiamo parlando quindi dell’addestramento di ciò che chiamo AI. Problemi enormi infatti si riscontrano nell’uso dell’AI in molti settori di analisi dei dati, con forzature cognitive assurde come il colore della pelle, la storia delle comunità nere, ispaniche e asiatiche, che falsamente interpretate, possono dare adito a scelte dell’AI non proprio imparziali.

Un approfondimento dovuto può essere quello di leggersi il Cap 4 dell’Index Report 2022 sulla AI rilasciato dall’Università di Stanford, dove scopriremo con sommo rammarico, che l’Italia non viene nemmeno citata tra le statistiche. Probabilmente per la cattiva comunicazione che le nostre università e i nostri centri di ricerca sono in grado di attuare scientemente.

L’evoluzione dell’Ai porta con se un’altra importante rivoluzione che pian piano tutti gli utenti della rete scopriranno. Sto parlando di quanto sta facendo Microsoft, uno dei maggiori finanziatori di OpenAI, che è alla ricerca di soluzioni per far decollare il suo motore di ricerca BING, e sta inserendo nella tecnologia del web 3.0 un esercito di chatbot, così come sta facendo Google ma derivando il tutto dalla sua tecnologia BARD. A differenza di ChatGPT, BARD sembra essere più aggiornata, poiché è in grado di accedere al patrimonio di indicizzazioni di Google tutti i giorni, mentre ChatGPT sembra essere ferma al dataset del 2021.

Visto il livello degli sviluppi attuali di AI, chatbot e algoritmi in generale, è chiaro che siamo di fronte ad un salto enorme verso il mondo dell'Intelligenza Artificiale, degli algoritmi di gestione di device sempre più avanzati, e di una sorta di “grande fratello” che va dalla scuola alla medicina, per non parlare della robotica che si svilupperà come integrazione attiva nei prossimi anni. Il riflesso sarà soprattutto sulle cose apparentemente semplici come la “guida autonoma”, che però dovrà contenere le “intelligenze decisorie” in riferimento a situazioni critiche come nel classico esempio di incidente.

Insomma, dopo anni e anni di discussioni ed elaborazioni sul tema dell’AI, siamo ormai alla fine della corsa, e come si racconta in un altro articolo a firma di Andrea Dari, dal titolo “ChatGPT migliorerà l'istruzione o la distruggera ?“, l’intelligenza artificiale è qui, e non cè altro mondo che entrare nel vivo delle questioni, cominciando a capire quali regole e legislazioni speciali si dovranno implementare per la prossima società della “cyberreality” ormai tra noi.

Riferimenti

  1. Un vecchio incipit estratto da una mia breve memoria dal titolo “Dalla scrittura creativa di W.S.Burroughs all'editoria 3.0”, datata 2015. “Saremo costretti quindi, a monitorare le leggi della robotica e della scrittura, mentre l'AI (artificial Intelligence) farà l'altra parte del lavoro, e da più parti le macchine cominceranno a scrivere romanzi edulcorati di tutto ciò che vogliamo sentirci dire, e il pane per i nostri denti si tramuterà in parole per le nostre orecchie, così come avviene tra le maglie della Associated Press già da ora…. (http://automatedinsights.com), per la nuova era del Robot Jounalism 1.0.
  2. Soft Power è un termine coniato per individuare attività connesse non solo agli aspetti di strategia militare, ma anche e soprattutto per l’influenza che una cultura che vuole essere dominante, può e vuole esercitare su altre culture e popolazioni. Come in tutti gli ambiti linguistici, il suo significato viene preso a prestito in vari ambiti, ma parlando di AI e di aspetti di dominio culturale e militare, il mondo del soft power anticipa fortemente ciò che oggi potrà sapientemente fare una entità di AI adeguatamente addestrata.
  3. NLG è una sigla per esperti di linguaggio, e indica la Natural Language Generation. Essa rappresenta la vera coniugazione delle AI che si interfacciano con gli uomini, ovvero l’uso del linguaggio naturale, base fondativa per far parlare macchine e sapiens.
  4. Guns and Codes: The era of AI-wars begins, un interessante articolo datato Agosto 2022 e firmato da Eray Eliacik, sul mondo dell’AI in campo militare.
  5. Deep Fake è la tecnologia che insieme all’AI più preoccupa il mondo della sicurezza, ma anche dei social e della società della comunicazione in generale.
  6. Il 19 gennaio 1999 veniva messo sul mercato il BlackBerry 850. Un cercapersone con funzioni textpad di messaggistica tra utenti. Una delle date storiche della comunicazione globale da cui sono nati i social network di oggi.
  7. Diagnostica per immagini - la diagnostica per immagini è uno dei settori di ricerca nelle applicazioni dell’AI, in campo medico, ma anche in campo industriale, ingegneristico, etc..
  8. ChatGPT già in uso sul posto di lavoro - su Business 24, La Tv del LAVORO un interessante report di testimonianze sull’uso “futuribile” di ChatGPT.

AI - Intelligenza Artificiale

Con questo Topic raccogliamo per i nostri lettori tutti gli articoli, news, approfondimenti riguardanti l'evoluzione tecnica, le norme e regole, i casi applicativi sul tema dell'intelligenza artificiale

Scopri di più

Digitalizzazione

News e approfondimenti che riguardano, in generale, l'adozione di processi e tecnologie digitali per la progettazione, la costruzione e la gestione dell'ambiente costruito.

Scopri di più

Geomatica

Scopri le ultime novità di mercato e gli approfondimenti tecnici dedicati a questa disciplina che integra le nuove tecnologie informatiche con i...

Scopri di più

Leggi anche