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I ricercatori lavorano per sviluppare un calcestruzzo che si autoripara con i batteri

un bio-calcestruzzo (bioconcrete) in grado di auto ripararsi, grazie alla presenza di spore batteriche dormienti, contenute in palline di argilla

Fonte:  Articolo tradotto da GIATEC Scientific

Pensate a un bio-calcestruzzo (bioconcrete) in grado di auto ripararsi, grazie alla presenza di spore batteriche dormienti, contenute in palline di argilla (nero e cerchi grigi, nell'immagine di sinistra) in grado di germinare quando le crepe le espongono all'umidità. In questo caso i microbi si nutrono di lattato di calcio per formare calcare, sigillando le crepe (a destra).

Bene, se avete immaginato ora questa possibilità, sappiate che c'è qualcuno che lo sta immaginando da più di 25 anni ... L'idea di un calcestruzzo auto-guarigione (self-healing concrete) nasce con Carolyn Dry, un professore di architettura presso la University of Illinois, Urbana-Champaign, nei primi anni 1990. Secco ha cercato di incorporare in calcestruzzo con capsule di vetro che si rompono quando si forma una crep, e rilasciano colle metacrilato. Ma le colle erano troppo viscose e facevano fatica ad uscire ed a riempire le fessure. Inoltre, capsule di vetro avavano qualche difficoltà a sopravvivere all'azione di mescolazione del mixer o di una betoniera. Ma dal quei primi sforzi, gli scienziati e gli ingegneri hanno trovato nuovi modi  e più efficaci per incorporare agenti di guarigione del calcestruzzo. Ora, alcuni dei primi prodotti commerciali sono in fase di messa a punto.

Per saperne di più qui: http://cen.acs.org/articles/94/i6/Helping-Concrete-Heal-Itself.html


Nota della redazione:

Sul tema del calcestruzzo autoriparanti (self-healing concrete) su inCONCRETO abbiamo pubblicato diversi articoli (e ci accingiamo anche a tenere anche alcuni corsi) perchè riteniamo sia una delle più importanti novità mondiali, a cui notiamo sono dedicate molte ricerche internazionali. I modelli seguiti per rendere un calcestruzzo autoriparante sono diversi. In Italia la PENETRON da anni commercializza con successo una soluzione a base di cristalizzanti che è stata impiegata in alcuni dei cantieri più prestigiosi (e di alcuni abbiamo scritto su inCONCRETO), mentre all'estero il più grande gruppo mondiale di produzione del cemento (Lafarge-Holcim)sta insistendo con la ricerca a base di batteri. Siamo quindi stupidi di come la nostra industria del calcestruzzo sia ancora poco pronta a spingere per l'uso di questi materiali che da un lato risolvono un problema storico dei materiali a base cementizia (le crepe), dall'altra rappresentano sicuramente un'innovazione di raro fascino commerciale.