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“I processi” al centro della metodologia BIM per il progetto pilota del Molo A -Aeroporto Leonardo da Vinci- Roma

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A fronte dell’imminente obbligatorietà dell’utilizzo di metodologie BIM richieste dal recente Decreto per gli appalti pubblici numerose società hanno dato il via ad una “corsa agli armamenti” costituita dall’acquisizione della strumentazione necessaria (software e hardware) finalizzata a sopperire gli obblighi definiti dal decreto.

Per molti attori all’interno della filiera delle costruzioni il processo di digitalizzazione inizia nel momento in cui si acquista il software e l’hardware necessario e si conclude con un primo ciclo di formazione legato al recente strumento acquisito. Se la trasformazione dello strumento in passato ha comunque lasciato inalterati i processi oggi il BIM si inserisce in una trasformazione molto più profonda, che pone in discussione certe “procedure collaudate”, ponendo riflessioni sui rapporti e lo scambio delle informazioni tra le figure coinvolte  e sui sistemi di qualità di commessa adottati.

Questo è stato il punto di partenza per Spea Engineering, società del Gruppo Atlantia S.p.A che opera nel settore dell'ingegneria delle infrastrutture e sviluppa servizi integrati di ingegneria nel settore delle infrastrutture di trasporto: progetti, direzione dei lavori, monitoraggio e manutenzione.

Se da un lato l’adeguamento tecnologico“hardware e software” è stato necessario per poter iniziare a ragionare con nuovi strumenti ancora più importanti sono state le riflessioni finalizzate alla definizione dei processi e degli obbiettivi

Il primo passo è stato quello di definire all’interno dell’organico un team dedicato alla ricerca e successivamente alla definizione degli standard e delle metodologie da adottare, un ufficio a supporto della progettazione che sapesse:

  1. Interrogarsi sui bisogni (utilizzo software e formazione) 
  2. Definire gli obiettivi e il percorso di adozione delle metodologie per il BIM management
  3. Affrontare le criticità durante il percorso. 

Il passaggio successivo è stato quello di strutturare un progetto pilota reale per poter raccogliere dalle esperienze dirette le criticità, le riflessioni e le risoluzioni da adottare al processo. Il progetto pilota per l’adozione delle metodologie BIM è servito inoltre per mettere a sistema attori diversi della filiera e quindi a comprendere come possano essere strutturate necessità e obiettivi diversi lungo tutto il percorso. 

Il progetto pilota selezionato coinvolge l’intervento per il progetto esecutivo del Nuovo Mola A, (area imbarco A) inquadrato nell’ambito del nuovo assetto funzionale delle infrastrutture nell’area Est dell’Aeroporto internazionale “Leonardo da Vinci” di Roma Fiumicino.


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Aeroporto di Roma Fiumicino Leonardo da Vinci

Fondamentale è stata l’adesione della committenza, Aeroporti di Roma, in qualità di sostenitore dell’iniziativa e consapevole dell’eredità di un processo così strutturato. Anche l’impresa ha accolto l’iniziativa del progetto pilota instaurando con la committenza AdR, i progettisti e la direzione lavori di Spea Engineering, un dialogo e confronto proficuo volto a formulare una risposta concreta su come migliorare il processo (monitorando tempi e costi) grazie alle nuove tecnologie in fase realizzativa.

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Il progetto pilota si estende sulle 3 macrofasi e in ogni fase sono stati definiti i seguenti obbiettivi:

Progettazione

  • Redazione del pGI
  • Realizzazione dei modelli BIM delle singole discipline: architettonico, strututrale e impiantistico (idraulico, elettrico, meccanico e speciali)
  • Realizzazione del computo metrico estimativo collegato al modello BIM
  • Inserimento di tutti i dati utili al facility secondo le richieste della committenza
  • Analisi e studio dei processi per le fasi 4D e 5D

Realizzazione dell’opera

  • Integrazione del pGI della fase costruttiva
  • Upgrade dei modelli BIM al livello costruttivo
  • Procedure di verifica e validazione dei costruttivi da parte della DL e committenza
  • Aggiornamento e implementazione database presente nei modelli
  • Collegamento delle fasi di realizzazione del cronoprogramma al modello
  • Gestione SAL
  • Realizzazione dell’As-built

Gestione

  • Esportazione del database verso le piattaforme di gestione in uso presso AdR e abilitare l'impiego dei modelli BIM per la gestione dell’immobile
  • Gestione delle manutenzioni programmate e storico guasti

In un percorso di adozione alle nuove metodologie così articolato è stato di grande aiuto poterlo affrontare consapevoli della componente sperimentale molto alta.  Questo perché si opera in un quadro normativo ancora frastagliato e in un contesto nazionale dove sono presenti esperienze importanti in ambito BIM ma circoscritte a certe particolari fasi. L’obbiettivo del progetto pilota è innanzitutto mettere a sistema un processo condiviso da più parti. Tutto questo ha posto sotto stress certi passaggi e attività quali ad esempio l’interoperabilità intesa come condivisione delle informazioni prima ancora dei modelli o la scrittura del database informativo nei diversi stati di avanzamento del progetto.

A fronte di questo carattere sperimentale e di indagine si è cercato di costituire un percorso che vedesse il raggiungimento di alcuni progressivi obbiettivi fondamentali:

1.  Percorso di formazione interno alle società volto alla focalizzazione degli obbiettivi e del percorso da intraprendere per lo sviluppo del progetto pilota
2.  Realizzazione dei modelli monodisciplinari usando software BIM specialistici diversi garantendo Interoperabilità finalizzata alla condivisione dell’attività progettuale e di informazioni di tipo geometrico e numerico/qualitativo

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3. Attività di clash detection finalizzata alla verifica preventiva delle criticità progettuali attraverso la realizzazione del modello federato tramite modelli IFC

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4. Definizione di un project information modeling chiaro basato sul linguaggio IFC, trasversale alle varie discipline e strutturato secondo le esigenze della committenza integrate con il database di progetto 

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5. Realizzazione del computo Metrico estimativo basato sul collegamento delle geometrie provenienti da dai modelli IFC alle voci di costo

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6. Il collegamento tra il cronoprogramma di progetto e le geometrie dei modelli. La verifica dello stato di avanzamento attraverso il confronto ottenuto tra la programmazione preventiva e quella ottenuta durante i SAL

Conclusasi la fase progettuale, siamo nel momento in cui l’impresa,ereditaria del modello di progetto, sta sviluppando i relativi costruttivi per sottoporli a valutazione della committenza e della DL. Questo attraverso un nuovo iter approvativo che prevede la condivisione di porzioni di modelli attraverso una piattaforma di scambio. Il processo prevede inoltre l’utilizzo del modello in cantiere durante le fasi costruttive attraverso la verifica delle quantità per emissione SIL e SAL derivate da modello.

Durante il progetto pilota vengono inoltre raccolte tutte quelle “best practices” volte a costituire le basi per il processo di standardizzazione interno al gruppo sulla metodologia BIM da adottare per le future commesse. 

Al termine della realizzazione verrà restituito il modello as-built utile alla committenza per avere una “copia digitale” in BIM del costruito nel quale poter operare per le attività di facility management e gestione del proprio patrimonio.

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