I fattori che determinano gli incendi: comprendere per proteggere

Il 20 agosto di quest'anno ho scritto un articolo ispirato dagli incendi devastanti che stanno colpendo diverse parti del mondo: "Quando le strutture urbane diventano carburante per gli incendi". L'intensificazione di questi eventi in luoghi come la Grecia, vicino ad Alessandropoli, la Sicilia, le Baleari, le Canarie e, notevolmente, le Hawaii, è un campanello d'allarme sulle crescenti minacce del cambiamento climatico e della siccità.

Questi fenomeni climatici stanno esacerbando la vulnerabilità delle nostre città e paesaggi.

È imperativo che interveniamo, non solo per combattere gli incendi, ma anche per affrontare le cause sottostanti e ripensare la progettazione urbana in risposta a queste nuove sfide climatiche.

Sullo stesso tema è stato pubblicato il 28 agosto un interessante artico su "Nature" dal titolo "The causes of wildfires are clear. How they burn through communities is not", scritto da Hussam Mahmoud che ritengo utile rilanciare e commentare su Ingenio per informare i nostri lettori.

Le cause degli incendi boschivi sono chiare. Come si propagano attraverso le comunità, invece, non lo è.

L'autore ricorda come già fatto nel mio articolo che gli incendi stanno diventando sempre più una realtà preoccupante nel nostro mondo moderno e riprende come esempio gli eventi recenti a Maui, Hawaii, dove un devastante incendio ha ucciso oltre 100 persone e distrutto più di 2.000 edifici.

Per l'autore la causa principale degli incendi è spesso chiara: attività umane come lo smaltimento incauto di sigarette o guasti alle linee elettriche. Quest'ultimo potrebbe aver scatenato l'incendio di Maui, come è avvenuto nel caso del Camp Fire in California nel 2018.

Tuttavia, mentre comprendiamo relativamente bene cosa causa l'inizio di un incendio, come esso si propaga e distrugge intere comunità rimane ancora un problema da risolvere, soprattutto in ambito urbano.

Come sottolineato da Mahmoud, gli incendi recenti, alimentati da siccità, venti forti e calore estremo, hanno causato distruzioni e perdite di una portata mai vista prima. E con l'avanzare del cambiamento climatico, tali catastrofi potrebbero diventare sempre più frequenti. La necessità di proteggere le comunità, soprattutto quelle vicine alle zone boschive, non è mai stata così impellente.

La prevenzione degli incendi in natura, come l'uso di ritardanti o la potatura della vegetazione, è una pratica collaudata.

Ma quando si tratta di proteggere l'ambiente costruito, la questione diventa più complessa.

Ogni comunità ha le sue specificità: disposizione degli edifici, materiali utilizzati e tipologia di vegetazione circostante. Queste variabili rendono difficile prevedere e gestire il danno potenziale di un incendio.

Tuttavia, esistono strategie utili: gli edifici possono essere "rinforzati" con materiali resistenti al fuoco e possono essere create zone cuscinetto rimuovendo la vegetazione combustibile.

L'uso di modelli computerizzati, come quelli menzionati da Mahmoud, potrebbe rivoluzionare la nostra comprensione degli incendi e la nostra capacità di prevenirli.

Questi modelli possono illustrare come il calore si trasferisce e interagisce con la vegetazione e gli edifici in condizioni specifiche di vento.

Tuttavia, affinché questi modelli siano efficaci, abbiamo bisogno di dati accurati sull'ambiente costruito nelle regioni a rischio di incendio. Qui entra in gioco la tecnologia: l'applicazione dell'apprendimento automatico, ad esempio, potrebbe consentire di estrapolare questi dati dalle mappe online.

La soluzione non si limita alla sola tecnologia.

La comprensione del rischio d'incendio comporta anche una riflessione sociale. Chi dovrebbe finanziare le misure di mitigazione? Come può una comunità raggiungere un consenso sull'approccio migliore? Queste sono domande che richiedono studi approfonditi e discussione a livello comunitario.

In conclusione, mentre gli incendi possono sembrare una forza incontrollabile della natura, le ricerche e le tecnologie attuali offrono speranza. Con l'approccio giusto, è possibile non solo comprendere meglio gli incendi, ma anche proteggere meglio le nostre comunità da loro.

La digitalizzazione può essere uno strumento per combattere il pericolo degli incendi

L'articolo pubblicato su Nature rappresenta un significativo punto di riflessione sulla necessità di affrontare il crescente pericolo degli incendi boschivi, valorizzando in particolare l'apporto delle tecnologie avanzate, soprattutto quelle di natura digitale.

Queste tecnologie non dovrebbero essere utilizzate solamente per gestire le emergenze quando un incendio è già in corso, ma anche in una fase predittiva, per prevenire e minimizzare i rischi.

Ad esempio, l'uso di sistemi GIS (Sistemi Informativi Geografici) permette non solo di mappare dettagliatamente i territori e analizzare la loro situazione attuale, ma anche di individuare le aree più a rischio. Una valutazione dinamica basata su vari parametri, come ad esempio i cambiamenti cromatici del territorio, può rivelare situazioni di siccità accentuata che possono aumentare la probabilità di incendi.

L'intelligenza artificiale, applicata alle previsioni meteorologiche, può offrire ulteriori dati preziosi per anticipare i pericoli. Tuttavia, affrontare la problematica degli incendi in contesti urbani si rivela ancora più sfidante, data la presenza di molteplici fattori di rischio.

Ad esempio, consideriamo l'incremento delle auto elettriche e, di conseguenza, delle batterie potenzialmente infiammabili. 

In questi scenari, la digitalizzazione può fornire soluzioni innovative, come la creazione di "gemelli digitali" (digital twins) e sofisticati modelli di simulazione per prevedere e gestire eventuali rischi.

È evidente che ci troviamo di fronte a una nuova frontiera nella gestione della sicurezza, soprattutto alla luce dell'innalzamento delle temperature globali che stiamo sperimentando. Investire in queste tecnologie è fondamentale per proteggere le nostre comunità nel futuro.