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I disastri accadono per colpa degli ingegneri ? Zambrano risponde a D'Angelis

"Illustre dr. D'Angelis,la stampa ha recentemente riportato una Sua intervista nella quale Ella esprimeva: " ... i disastri accadono quando l'ingegneria ha la presunzione di fare a meno della geologia ... ".

"Illustre dr. D'Angelis,
la stampa ha recentemente riportato una Sua intervista nella quale Ella esprimeva, tra gli altri, alcuni concetti in ordine alle questioni rese evidenti dagli ultimi
eventi tragici su opere infrastrutturali e non solo : " ... è colpa delle caste e dei costi da comprimere. I disastri accadono quando l'ingegneria ha la presunzione di fare a meno della geologia ... ".

Inizia così la lettera che il Presidente del CNI Armando Zambrano scrive al Capo Missione Erasmo D'angelis, a seguito di un'intervista pubblicata nei giorni scorsi. Una lettera lunga, che non vuole essere gentile:  "Ci consenta di dire, e di motivare, che le Sue affermazioni ci appaiono imprecise e generiche, e quindi lontane sia dalla realtà dell'Ingegneria Italiana sia dagli obbiettivi di una azione politica volta al vero cambiamento, che noi fortemente auspichiamo e condividiamo."

Zambrano ricorda che rappresenta gli "ingegneri più volte elogiati, dal nostro Presidente del Consiglio, come eccellenze straordinarie dell'Italia, da portare ad esempio nel mondo." e che quindi si augura che le caste a cui lo stesso D'Angelis ha fatto riferimento, siano "la casta di una politica che nel passato ha disatteso ogni azione responsabile in termini di prevenzione dai vari rischi (idrogeologico, idraulico, sismico, ecc)" e della pubblica amministrazione, che ha "prodotto un colpevole annullamento dei ruoli, una sovrapposizione di funzioni di concezione-costruzione-controllo, in un unico soggetto -l'impresa- che certo non ha nelle sue principali finalità quella dell'interesse generale."

Per Zambrano non è possibile infatti affrontare il  il tema del dissesto idrogeologico senza porre al centro del processo la progettazione "redatta sulla base di accurati studi ed analisi del territorio, di opere ed interventi, per la quale fondamentale è la competenza degli ingegneri".

Il presidente del CNI chiede quindi al Capo Missione una profonda retifica in cui "esaltare nella Sua Struttura di Missione anche la nostra presenza, che, lontana da ogni presunzione, si pone sempre al servizio solo e soltanto della soluzione dei problemi attraverso la ricchezza, unica, delle sue conoscenze multidisciplinari, la specifica e diretta competenza professionale nel campo della progettazione delle opere di tutela del dissesto idrogeologico".

Di questa nota il CNI mette al corrente tutti gli Ordini Provinciali attraverso la Circ. n. 530/XVlll Sess., con una vera e propria chiamata responsabile all'azione "È evidente l'approssimazione delle tesi esposte e la confusione di ruoli e responsabilità che si evincono da tali considerazioni; così come è evidente la necessità di ulteriori azioni (da tempo il CNI è in prima linea nel tutelare, nell'interesse generale del Paese, le attività dell'ingegnere in questo campo), che, superando differenze che pur esistono all 'interno della nostra categoria, vadano nella direzione di affermare, una volta per tutte e con forza, la nostra indiscutibile competenza sulla materia in discussione ma anche l'efficienza, efficacia e presenza delle nostre strutture rappresentative, non solo ordinistiche."

Zambrano riconosce quindi una diversità di vedute anche in seno al popolo degli ingegneri, divisi tra chi vorrebbe una maggiore specializzazione, e rispetto delle stesse, e chi vorrebbe mantenere un ampio raggio di azione per gli ingegneri. E in questa diatriba Zambrano prende parte in modo netto "Solo tecnici competenti ed esperti nel campo in questione possono assicurare progettazioni di qualità.".

Ma non è attraverso le polemiche che si possono superare queste problematiche, queste errate visioni nei confronti del ruolo potenziale ed effettivo degli ingegneri: "a questo punto, più che lamentarci di queste situazioni ... dobbiamo rimboccarci le maniche e, tutti insieme, avviare un percorso che evidenzi, non trascurando gli aspetti mediatici, le nostre straordinarie capacità e competenze, ma soprattutto accentui ancora di più la nostra ferma volontà di contribuire alla risoluzione dei problemi del territorio".

Zambrano propone quindi l'attuazione di un ricco piano che preveda sostanzialmente di:
1) Realizzare un innovativo programma di formazione professionale sul tema della difesa del suolo e della prevenzione del rischio idrogeologico
2) Potenziare la formazione di ingegneri altamente specializzati nella progettazione e direzione di opere di ingegneria strutturale geotecnica ed idraulica
3) Verificare su base territoriale lo stato di attuazione dei piani di rischio idrogeologico
4) Stimolare la realizzazione di presidi territoriali
5) Organizzare con cadenza semestrale convegni nazionali o eventi di promozione del ruolo dell 'ingegneria
6) Proporre norme tecniche specifiche, anche con la collaborazione di UNI ;
7) Contribuire all'attuazione del programma delle attività sul rischio idrogeologico

E' possibile leggere in allegato la circolare e la nota del Presidente Zambrano a Erasmo D'Angelis.

www.ingenio-web.it/immagini/CKEditor/Circolare_CNI_n_530_7maggio2015_compressed.pdf

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