HVAC per il riscaldamento, ventilazione e condizionamento dell'aria

La nuova EPBD fissa l'obiettivo "emissioni  zero" per gli edifici di nuova costruzione dal 1 gennaio 2026

Lo scorso 14 marzo il Parlamento Europeo ha approvato la nuova versione dell’Energy Performance of Buildings Directive (EPBD), la quale si colloca a buon diritto nel raggio d’azione dell’insieme di riforme note come “Fit for 55”, e rivolge la propria attenzione al patrimonio edilizio esistente, fissando l’obiettivo “emissioni zero” per gli edifici di nuova costruzione a far data dal 1° gennaio 2026.

L'ultima revisione della direttiva EPBD - il 2nd recast del 2018 - ha sottolineato che il fabbisogno energetico per il riscaldamento e il raffrescamento degli ambienti, la produzione di acqua calda sanitaria, la ventilazione, l'illuminazione, deve essere calcolato in modo da ottimizzare i livelli di salute, qualità dell'aria interna e comfort definiti dagli Stati membri a livello nazionale o regionale.

La nuova versione della EPBD evidenzia, tra gli altri aspetti degli impianti tecnici nell’edilizia, il ruolo di un'adeguata progettazione e manutenzione dei sistemi di ventilazione al fine di garantire il comfort e la salute degli occupanti.

È significativo come la pandemia di COVID-19 abbia sensibilizzato le coscienze riguardo alla necessità di un'adeguata qualità dell'aria interna, evidenziando la necessità di un'integrazione ottimale delle strategie che affrontano e mettono in pratica i due pilastri dell'efficienza energetica e della salute in tutti i tipi di edifici.

Comfort, salubrità degli ambienti, efficienza energetica del sistema edificio-impianto, all-electric buildings sono i passaggi chiave della transizione green e digitale che tutte le figure professionali coinvolte nel settore delle costruzioni e degli impianti sono chiamate a tenere in conto nella propria attività, in modo da assicurare sia il soddisfacimento degli obiettivi comunitari sia il raggiungimento delle prestazioni richieste dalla committenza.

Dal punto di vista tecnico, le soluzioni tecnologiche e impiantistiche a disposizione sono molteplici. Nell'attuale contesto rivolto alla decarbonizzazione del settore edilizio, i sistemi radianti stanno riscontrando un grande successo grazie alle loro peculiarità, ovvero una sinergia straordinaria coi sistemi di generazione ad alta efficienza e fonti rinnovabili sia in riscaldamento sia in raffrescamento, nonché coi sistemi di trattamento dell’aria, vale a dire deumidificazione e ventilazione.

I recenti progressi tecnologici nel settore hanno contribuito a superare le tradizionali barriere alla applicabilità su larga scala di tali sistemi, poiché i sistemi radianti a basso spessore e bassa inerzia termica attualmente disponibili e inseriti nell’ultima revisione della normativa UNI EN 1264:2021 possono essere facilmente utilizzati in ogni tipo di intervento, in particolare nelle ristrutturazioni.

Considerando le crescenti esigenze di raffrescamento, i sistemi radianti, insieme alle relative tecniche di regolazione, si sono evoluti fino a riuscire a dimostrarsi perfettamente adatti a questo tipo di applicazioni, purché coadiuvati da sistemi di ventilazione e deumidificazione adeguatamente progettati per garantire un livello di comfort ottimale agli occupanti.

La grande capacità dei sistemi di ventilazione meccanica di rispondere in modo ottimale alle esigenze di rinnovo dell'aria e di salute, di deumidificazione (soprattutto quando i sistemi radianti sono utilizzati per il raffrescamento degli ambienti) e di efficienza energetica allo stesso tempo sembra essere lontano dal suo pieno sfruttamento, impedendo ai sistemi di ventilazione meccanica di seguire la crescente tendenza positiva nell'implementazione dei sistemi radianti, soprattutto nel settore residenziale.

Infatti, soprattutto dopo l'implementazione delle misure di efficienza energetica sull'involucro edilizio (isolamento termico e aumento della tenuta all'aria in primis), le problematiche legate alla bassa qualità dell'aria interna (IAQ), che venivano tipicamente affrontate per gli edifici non residenziali densamente occupati, sono state estese anche a questo settore. In figura 1 è rappresentato un esempio di monitoraggio dell'IAQ in un tipico appartamento e mostra il caratteristico andamento della concentrazione di CO₂ che risulta superiore al valore di 1.200 ppm (classe II secondo UNI EN 16798-1) per tutto il periodo di permanenza delle persone nei locali.

La tendenza in atto in Italia e, più in generale, nel centro-sud Europa in relazione alla rapida evoluzione della domanda proveniente dal settore residenziale in merito all’impiantistica HVAC sta delineando chiaramente i pilastri che il mercato sta ponendo a fondamento del proprio sviluppo.

Le soluzioni tecniche a disposizione di progettisti e installatori sono in grado di rispondere pienamente sia alla richiesta delle nuove costruzioni sia, soprattutto, a quella del mercato delle ristrutturazioni, caratterizzato da un rilevante potenziale di crescita tuttora ampiamente inespresso (figura 2).

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