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Guida all'uso delle detrazioni fiscali 2022 per il miglioramento energetico degli edifici

In un mondo caratterizzato da una perenne crisi energetica, l’efficientamento energetico degli edifici (di qualsiasi settore, residenziale, industriale, terziario…) è un intervento di fondamentale importanza. Si pensi infatti che, complessivamente, gli edifici dell’Unione Europea sono causa del 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni di gas a effetto serra complessivi (considerando le diverse fasi della loro vita utile: costruzione, utilizzo, manutenzione e demolizione). 

Ma quali sono le strategie di efficientamento perseguibili? E in che modo queste sono incentivabili?


Il ruolo della ristrutturazione edilizia

Secondo dati della Commissione Europea, circa tre quarti degli edifici presenti sul territorio della UE non sono energeticamente efficienti. Si capisce quindi che il ruolo di una ristrutturazione energetica e sostenibile del parco edilizio esistente è di fondamentale importanza per la riduzione dei consumi energetici globali e la lotta al cambiamento climatico. A seguito di uno studio del 2019 condotto proprio dalla Commissione Europea, si è potuto stimare un indice di riqualificazione energetica globale degli edifici negli Stati Membri pari a circa l’1%: valore decisamente troppo basso per pensare di riuscire a perseguire gli obiettivi europei in termini di riduzione dei consumi. Pertanto, negli ultimi anni sono state promosse numerose iniziative comunitarie, finalizzate alla completa decarbonizzazione del parco edilizio entro il 2050 (in seguito a quanto previsto nel quadro di recepimento della direttiva 2018/844/UE sulle prestazioni energetiche degli edifici - EPBD III).

Tra queste iniziative vi è la “A Renovation Wave for Europe”, lanciata nell’ambito dell’ “European Green Deal”, adottata nell’ottobre del 2020 e incentrata proprio sulla ristrutturazione edilizia, al fine di ridurne i costi energetici e di esercizio, oltre che monitorare e ridurne le emissioni e favorire l’instaurarsi di un’economia circolare durante l’intera vita utile degli edifici. Obiettivo finale dell’iniziativa è quello di portare al raddoppio il tasso attuale di ristrutturazione edilizia, nell’arco di dieci anni (2030).

 

Obiettivi chiave di
IMMAGINE 1: Obiettivi chiave “A Renovation Wave for Europe” (Allegato I).

 

Dal precedente prospetto, contenente gli obiettivi chiave dell’iniziativa, si può individuare una serie di benefici trasversali indotti, assolutamente da non trascurare. Tramite una ristrutturazione diffusa del patrimonio edilizio, si punta infatti anche alla riduzione della povertà energetica e al miglioramento della qualità della vita e del comfort di chi occupa gli edifici. Basti pensare che la persone trascorrono circa il 90% del proprio tempo all’interno di edifici e ambienti chiusi: qualità dell’aria, condizioni termoigrometriche, acustica e illuminazione hanno un forte impatto su benessere, salute e produttività delle persone. Si stima infatti, fonte Eurofond, che il costo annuale per la UE derivato da condizioni abitative inadeguate, si aggiri intorno ai 194 miliardi di euro. 

Non ultimo, iniziative di questo tipo fanno si che il patrimonio edilizio diventi la chiave per la creazione di nuove opportunità lavorative e di risollevamento economico, con ulteriore beneficio per il benessere della collettività.

 

Il patrimonio immobiliare nazionale

L’Italia è uno dei Paesi a maggior efficienza energetica, con una intensità energetica primaria inferiore di circa il 16% rispetto alla media UE (dove, per intensità energetica, si intende il rapporto tra il Prodotto Interno lordo - PIL e Consumo Interno Lordo di energia - CIL). Ciò nonostante, la condizione del parco edilizio nazionale non è delle migliori. Analizzando per semplicità i soli edifici a destinazione d’uso residenziale, i quali risultano pari a circa 12,5 milioni, si riscontra che (dati ISTAT):

  • Il 65% ca. risale a un epoca di costruzione precedente alla Legge n. 373 del 1976, prima legge sul risparmio energetico;
  • Il 20% ca. è stato costruito prima del 1945;
  • Il 40% ca. risale all’epoca compresa tra l 1980.

Analizzando invece il problema dal punto di vista della zona climatica:

  • Il 43% degli edifici residenziali si colloca nella zona climatica E;
  • Il 23% in zona D;
  • Il 22% in zona C.

Epoca e zona climatica di costruzione hanno forti effetti sulle prestazioni energetiche degli edifici, sia reali che attese.

Vediamo inoltre un grafico interessante, che mette a confronto il consumo finale di energia (2020) a scopo domestico, dei diversi Stati membri della UE (ad es. elettricità per l'illuminazione e l'alimentazione di elettrodomestici, combustibili per riscaldamento come gas, legna o gasolio, ecc.). Il grafico evidenzia l’utilizzo in percentuale delle diverse fonti energetiche disponibili:

  • Combustibili solidi fossili, che coprono vari tipi di carbone e prodotti solidi derivati dal carbone (sono costituiti da materia vegetale carbonizzata);
  • Petrolio e derivati, ovvero combustibili fossili (solitamente allo stato liquido) e comprendono il petrolio greggio e tutti i prodotti da esso derivati (ad es. se lavorati nelle raffinerie di petrolio), compresi benzina per motori, gasolio, olio combustibile, ecc.;
  • Gas, naturale e derivati.
  • Energie rinnovabili, fonti di energia che si reintegrano (o si rinnovano) naturalmente, come solare, eolico, idroelettrico, geotermico, biomasse e rifiuti rinnovabili, ecc.;
  • Rifiuti (non rinnovabili), costituiti da materiali provenienti da rifiuti combustibili industriali, istituzionali, ospedalieri e domestici come gomma, plastica, oli fossili di scarto e altre tipologie di rifiuti simili, e possono essere sia solidi che liquidi;
  • Calore, utilizzato per il riscaldamento degli ambienti e per i processi industriali, si ottiene bruciando combustibili come carbone, gas naturale, petrolio, rinnovabili (biocombustibili) e rifiuti, oppure anche trasformando l'elettricità in calore in caldaie elettriche o pompe di calore;
  • Elettricità, con una gamma molto ampia di applicazioni in quasi tutti i tipi di attività umane che vanno dalla produzione industriale, all'uso domestico, all'agricoltura o al commercio ed è normalmente utilizzato per il funzionamento di macchine, l'illuminazione e il riscaldamento.

 

Consumo finale di energia per uso domestico – anno 2020

IMMAGINE 2: Consumo finale di energia per uso domestico – anno 2020 (dati Eurostat).

 

Si vede bene come, in Italia, le fonti energetiche a base di petrolio e gas ricoprono ancora la larga maggioranza dei consumi finali di energia (62% ca. suddiviso parimenti tra le due tipologie di fonti), mentre il contributo delle energie rinnovabili si ferma intorno al 10%.

Si conferma quindi che la ristrutturazione del parco immobiliare ha un potenziale enorme, ed è fondamentale per il rispetto degli obiettivi internazionali, sempre più ambiziosi, di riduzione del 60% delle emissioni di gas serra nel settore edilizio entro il 2030, rispetto ai livelli del 2015. Per raggiungere il già citato raddoppio del tasso di ristrutturazione attuale, e la conseguenti riduzioni di consumi ed emissioni attese,  non sarà solo agire sul numero di edifici soggetti di intervento, ma anche sulla qualità dell’intervento stesso, in termini di risparmi energetici conseguiti e di fonti energetiche adoperate.

 

Efficientamento energetico: le tipologie di intervento 

Le tipologie di intervento volte all’efficientamento energetico sono ovviamente molteplici, in funzione del loro effetto: esistono infatti interventi volti a ridurre il fabbisogno energetico dell’edificio, altri che mirano ad un uso più razionale dell’energia consumata o all’utilizzo di fonti energetiche più sostenibili. 

Nella prima categoria troviamo tutti gli interventi che interessano l’involucro dell’edificio, sia opaco che trasparente:

  • Coibentazione dell’involucro opaco disperdente (pareti, pavimenti, coperture);
  • Installazione di infissi con bassi valori di trasmittanza termica.

A queste si aggiunge:

  • Installazione di schermature solari, per ridurre i fabbisogni energetici estivi.

Dal punto di vista della generazione e dalla gestione più razionale e sostenibile delle fonti energetiche troviamo:

  • Sostituzione di caldaie di vecchia generazione con pompe di calore o caldaia a condensazione, o con micro cogeneratori;
  • Installazione o sostituzione di impianti di climatizzazione;
  • Installazione di pannelli solari e impianti fotovoltaici;
  • Installazione di impianti di produzione o consumo di fonti rinnovabili in genere;
  • Installazione di dispositivi per la domotica e il controllo da remoto degli impianti di riscaldamento e climatizzazione.

Come già visto, data l’importanza della ristrutturazione edilizia nei piani di risparmio energetico a livello comunitario, sono numerosi gli incentivi a livello nazionale ed europeo per incentivare questa tipologia di interventi. Vediamone di seguito i principali.

...continua.

L'articolo continua con la trattazione di tutti gli INCENTIVI a cui è possibile accedere per rendere più efficienti i nostri edifici dal punto di vista energetico


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