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Guida all'uso della ceramica negli ambienti umidi

Questo articolo si propone di riassumere i punti essenziali sviluppati in precedenti scritti in relazione all’uso della ceramica in quegli ambienti dove l’acqua, in forma liquida o di vapore, è presente in misura significativa.

La ceramica è un materiale che non teme l'acqua

Possiamo innanzitutto stilare, a titolo esemplificativo, un elenco di ambienti umidi in cui possiamo essere in presenza di ingenti quantitativi di acqua:

Come detto già in altri articoli, la ceramica è un materiale che non teme l'acqua in quanto:

  • nelle piastrelle porose, lo smalto vetroso contrasta la penetrazione dell'acqua nel materiale;
  • le piastrelle in gres porcellanato non smaltato (UGL) hanno un assorbimento d'acqua praticamente nullo, mentre quelle smaltate (GL) presentano una superficie trattata con smalto.

Inoltre, la ceramica non favorisce la proliferazione di batteri, muffe e funghi tipici degli ambienti umidi, contribuendo così alla salubrità dell'ambiente. Inoltre, si tratta di un materiale facilmente igienizzabile.

Queste proprietà sono garantite per lungo tempo grazie alla resistenza intrinseca del materiale agli agenti chimici, atmosferici e meccanici.

    

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La piastrellatura da sola non garantisce l'impermeabilità della superficie!

Detto questo, occorre ricordare che la norma UNI 11493 stabilisce che il rivestimento (piastrella), comprensivo dell'adesivo e delle fughe, non può garantire l'impermeabilità della superficie trattata e che è quindi necessario progettare e realizzare un idoneo strato impermeabilizzante che non permetta il passaggio di acqua o vapore.

Quindi, è necessario impermeabilizzare il pavimento/rivestimento utilizzando opportuni strati che impediscano all’acqua di penetrare attraverso le fughe ed eventuali giunti o, se necessario, costituire una vera e propria tenuta stagna nel caso di vasche e piscine.

 

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Specifiche per stabilimenti termali e piscine

Negli stabilimenti termali, la particolarità degli ambienti risiede nel calore e nelle sostanze disciolte nelle acque termali. Per questo, l'impermeabilizzazione deve essere efficace sia contro l'acqua che contro i componenti chimici presenti.

Per quanto riguarda vasche e piscine, è fondamentale assicurare, sia in fase di progettazione che di posa, alcune caratteristiche. Queste sono applicabili a qualsiasi tipo di rivestimento scelto, ma per approfondimenti specifici si rimanda la lettura a testi specializzati su questi argomenti:

  1. Adeguata composizione del calcestruzzo (UNI 11104 – EN 206);
  2. Impermeabilizzazione della parte esterna della struttura;
  3. Sigillatura dei punti critici (riprese di getto, sistemi di ricircolo e filtrazione, scarichi, faretti);
  4. Rettifica, regolarizzazione e impermeabilizzazione della parte interna della struttura.

 

Piscine: il giusto adesivo per la posa della ceramica

Quando si posa un rivestimento ceramico deve essere garantito il letto pieno, vale a dire la completa copertura di colla della superficie della piastrella con la tecnica della doppia spalmatura con adeguati adesivi (secondo norma UNI EN 12004). Gli adesivi devono avere una deformabilità e resistenza adeguata agli stati tensionali a cui il rivestimento sarà sottoposto (spinta del terreno, svuotamento e riempimento).

Le colle dovranno quindi essere scelte nella fascia degli adesivi ad alte prestazioni (vedi ad esempio in classe C2T secondo UNI EN 12004).

 

Le fughe nei rivestimenti ceramici delle piscine

La fuga è il punto più debole della piastrellatura ceramica nelle piscine in quanto, essendo esposte agli agenti chimici presenti nell’acqua, agli agenti atmosferici, agli stati tensionali presenti, possono danneggiarsi nel tempo.

La fuga deve essere impermeabile e resistente. La maggior garanzia in tal senso è offerta da materiali epossidici bicomponenti con proprietà batteriostatiche e fungistatiche e da sigillanti siliconici antimuffa.

É comunque buona norma verificare ogni 4/5 anni lo stato di salute delle fughe e provvedere, se necessario, al loro ripristino.

  

Il problema della scivolosità

Il settore ceramico ha sviluppato in questi ultimi anni una serie di prodotti studiati espressamente per le piscine.

Si tratta di prodotti che tengono conto sia della funzionalità che della valenza estetica delle superfici, includono anche pezzi speciali indispensabili per il funzionamento, comfort e sicurezza di questo particolare manufatto costruttivo.

Oltre all'impermeabilizzazione , negli ambienti umidi come le piscine riveste particolare importanza il tema della scivolosità. La presenza costante di acqua rappresenta infatti un potenziale rischio di scivolamento.

Il settore ceramico ha sviluppato prodotti che per ruvidità della superfice o particolari conformazioni superficiali permettono l’uso delle piastrelle in queste particolari condizioni.

Ai fini della marcatura CE, il valore della scivolosità deve essere determinato secondo i metodi di prova contenuti nella specifica tecnica Europea CEN/TS 16165, a meno che non sia presente una norma di legge cogente nel paese di riferimento.

Sono tre i metodi di prova previsti:

  1. Rampa;
  2. Pendolo;
  3. Tribometro generico.

Dobbiamo sottolineare che i valori della scivolosità non sono sostanzialmente cambiati rispetto alle norme originarie (DIN 51097 – DIN 51130) ma alcune specifiche sulle attrezzature sono state aggiornate.

 

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Per le piscine, la norma EN 15288 fa riferimento all'Allegato A della EN 15165, che utilizza il metodo della rampa con calpestio a piedi nudi e inquinamento superficiale con acqua. Questo rappresenta una condizione quasi costante nel contesto delle piscine. Un riferimento simile è presente anche nella UNI EN 13451-1, che specifica i requisiti generali di sicurezza e i metodi di prova.

 


 

CAFE' DELLA STAMPA DI INGENIO A CERSAIE 2024
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| 26 settembre ore 12.00
Un focus sul progetto e posa delle superfici ceramiche negli ambienti umidi

Saranno nostri ospiti

Niccolò Panzani (NOA - Network of Architecture), Carlo Montecchi, Ciro Scialò
Angelo Belli (Vicepresidente sezione Massetti CONPAVIPER) e Assoposa.

 

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