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Gli esiti della COP28: dal testo dell'accordo, al focus su gas e petrolio, alle valutazioni finali

Il testo dell'accordo finale della COP28 è stato oggetto di più valutazioni da chi si preoccupa dello stato di salute del pianeta. Questo evento, cruciale nel panorama internazionale per il suo focus sui paesi produttori di petrolio e gas, ha visto un'ampia partecipazione, riflettendo l'importanza del tema climatico. Tuttavia, le posizioni dei diversi Paesi, in particolare quella degli USA, hanno influenzato significativamente il dialogo e i risultati. La necessità di un consenso globale ha portato a compromessi, sottolineando le difficoltà nel trovare un terreno comune in questa lotta vitale contro il cambiamento climatico.

COP28: il risultato inatteso

In una mossa rivoluzionaria, i colloqui sul clima della COP28 a Dubai si sono conclusi con un accordo senza precedenti che sollecita le nazioni a spostarsi dai combustibili fossili, un passo importante nella lotta ai cambiamenti climatici.

La COP28 delle Nazioni Unite, sotto la presidenza di Sultan al-Jaber, ha visto quasi 200 paesi approvare un pacchetto di misure climatiche mirate a mantenere l’obiettivo di limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5 °C sopra i livelli pre-industriali.

Sviluppi Chiave dell’accordo: la nottata è passata

  • Accordo Storico: Per la prima volta, l’accordo finale di una conferenza sul clima delle Nazioni Unite include un linguaggio esplicitamente focalizzato sui combustibili fossili.
  • Risposta Globale: L’inviato climatico statunitense John Kerry e altri funzionari globali hanno riconosciuto l’accordo come un passo significativo verso la riduzione dell’uso dei combustibili fossili.
  • Transizione Strategica: L’accordo prevede una graduale transizione dai combustibili fossili in modo “giusto, ordinato ed equo”, puntando a emissioni nette zero di gas serra entro il 2050.
  • Considerazioni Finanziarie: Le Nazioni Unite stimano che i paesi in via di sviluppo richiedano 194-366 miliardi di dollari all’anno per adattarsi ai cambiamenti climatici.

Prospettive e Reazioni 

  • Leader Internazionali: Espen Barth Eide della Norvegia e Agnes Pannier-Runacher della Francia hanno elogiato l’accordo come una vittoria per la diplomazia climatica, sottolineando la necessità di un piano concreto per l’uscita dai combustibili fossili.
  • Critiche e Caveat: Nonostante il progresso, l’accordo è stato criticato per non cercare esplicitamente un “phase-out” dei combustibili fossili e per includere potenziali scappatoie riguardo ai combustibili di transizione come il gas.
  • Reazioni Emotive: L’approvazione dell’accordo alla COP28 ha suscitato reazioni emotive, con figure come John Kerry che riconoscono l’importanza di questo momento nella storia del clima
  • Un Punto di Svolta: Questo accordo segna un cambiamento significativo nella politica climatica globale, inviando un messaggio chiaro sulla direzione futura dell’uso dell’energia.
  • Le Sfide Future: Nonostante i progressi, gli esperti avvertono che gli attuali impegni coprono solo circa il 30% delle azioni necessarie per limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C, secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia.
  • Dibattiti Continui: L’accordo, sebbene storico, è visto da alcuni come un’opportunità persa per una fase di uscita più aggressiva dai combustibili fossili per prevenire un riscaldamento globale pericoloso.

Impatto Globale dell’accordo:

Dai primi commenti si potrebbe dire che l’accordo della COP28 rappresenta una pietra miliare significativa nei negoziati climatici globali, riconoscendo il ruolo cruciale della transizione dai combustibili fossili. 

Questo incontro ha visto la partecipazione di oltre 100.000 persone, riflettendo non solo l'importanza cruciale della questione climatica ma sollevando anche interrogativi sulla sua potenziale trasformazione in un evento mediatico più incentrato sull'immagine che sulla sostanza. Nonostante ciò, la COP28 ha anche offerto un'occasione straordinaria per lo scambio di idee e la crescita di un movimento che potrebbe catalizzare un cambiamento significativo.

Tuttavia, l'accordo conclusivo ha rispecchiato alcune delle preoccupazioni iniziali.

Il contesto economico e territoriale di Dubai, noto per la sua dipendenza dai combustibili fossili, ha inevitabilmente influenzato gli esiti della conferenza. Il fatto che le ultime due edizioni della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici si siano svolte in paesi fortemente legati all'industria petrolifera suggerisce chiaramente chi detiene il potere decisionale in queste iniziative. Questa situazione sottolinea un conflitto intrinseco tra gli interessi economici immediati e la necessità di azioni più audaci per il clima.

E’ vero, finalmente si cita nell’accordo anche il tema della riduzione dell’uso di combustibili fossili, in particolare  il petrolio, ma si tratta di intenti, e sappiamo che le strade dell’inferno sono lastricate dalle buone intenzioni.

Greta lo chiamerebbe un Blà Blà …

Sono convinto che la strategia adottata nella COP28, mirata a raggiungere un accordo condiviso da tutti i partecipanti, si sia rivelata controproducente. Questo approccio tende a portare a un'impasse, dominata da coloro che vedono nel cambiamento climatico più un'opportunità di business che un imperativo per il futuro del nostro pianeta.

Peraltro possiamo osservare che spesso chi parla è colui che non fa e chi sta zitto è il soggetto più attivo.

Pensiamo alla Cina, considerata una dei pericoli più importanti per l’ambiente: forse pochi si sono accorti dei progressi realizzati in Cina negli ultimi anni.
La qualità dell’aria nelle città cinesi ha mostrato un miglioramento significativo negli ultimi anni. Secondo un report di Clean Air Asia, la concentrazione media annuale di PM2.5 e diossido di zolfo in Cina è diminuita rispettivamente del 56% e del 78% dal 2013 al 2021. Questo ha reso la Cina il paese con il miglioramento più rapido della qualità dell’aria nel mondo. Tra il 2018 e il 2021, otto delle nove città che hanno visto diminuire la media mobile triennale della concentrazione di PM2.5 di oltre il 10% erano in Asia orientale, sei delle quali in Cina .

Un altro studio, condotto dal Energy Policy Institute presso l’Università di Chicago, conferma che l’azione politica rigorosa della Cina ha portato a una rapida riduzione dell’inquinamento. La particolare riduzione dell’inquinamento da particelle in Cina è stata del 42,3% tra il 2013 e il 2021 e del 5,3% solo tra il 2020 e il 2021. A causa di questi miglioramenti della qualità dell’aria, la speranza di vita media del cittadino cinese è aumentata di 2,2 anni, a condizione che tali riduzioni siano mantenute.
Anche sul fronte energetico i dati sono molto positivi.
L'uso di energie rinnovabili in Cina ha visto un miglioramento significativo negli ultimi anni.
Secondo i dati recenti, la Cina ha incrementato le proprie capacità di energia rinnovabile superando 1.4 terawatt (TW), che rappresenta circa il 49.9% della capacità totale di generazione elettrica del paese. Questo include 420 GW di energia idroelettrica, 404 GW di energia eolica, 536 GW di energia solare fotovoltaica e 44 GW di biomassa.
Inoltre, la Cina ha aggiunto 191 GW di nuove installazioni di energia rinnovabile tra gennaio e ottobre di quest'anno, un aumento del 90.8% rispetto all'anno precedente e rappresentando il 76.4% delle nuove installazioni energetiche del paese.
È previsto che nel 2023, la Cina supererà 1.45 TW di capacità di energia rinnovabile, con installazioni di energia eolica e solare che superano 1 TW.
La capacità solare del paese dovrebbe raggiungere 490 GW entro la fine del 2023
Fonti: [China to lead global renewable growth with record installations- Woodmac | Reuters][China’s renewable energy capacity tops 1.4 TW – pv magazine International][China's renewable energy continues to grow, leading Asia - Chinadaily.com.cn]
Inoltre, la Cina ha aumentato del 43% la sua prospettiva per il 2025 di energia eolica e solare, raggiungendo 380 GW in solo un paio di anni.
La quota di carbone nella generazione di energia è in continua diminuzione, sostituita per circa l'80% da energie rinnovabili e per il resto principalmente da energia nucleare.
Inoltre, la Cina avrà più dell'80% della capacità mondiale di produzione solare fino al 2026, in grado di soddisfare la domanda globale annuale per gran parte del prossimo decennio.
Fonti: [China to lead global renewable growth with record installations- Woodmac | Reuters]

Passando all'analisi del comportamento dei diversi Paesi partecipanti, è importante notare come le diverse delegazioni abbiano affrontato le questioni cruciali del summit.

Alcuni paesi, specialmente quelli insulari e vulnerabili agli effetti del cambiamento climatico, hanno espresso forte determinazione e hanno richiesto azioni immediate e concrete. D'altro canto, le principali potenze economiche e i paesi produttori di petrolio hanno adottato posizioni più caute, spesso legate a considerazioni economiche e geopolitiche.

Questo divario nelle posizioni ha reso evidente la complessità di raggiungere un consenso globale, specialmente quando si tratta di questioni che implicano significative trasformazioni economiche e sociali. Nonostante questi ostacoli, la COP28 ha offerto momenti di dialogo costruttivo e ha mostrato che, nonostante le differenze, c'è un crescente riconoscimento della necessità di agire per mitigare gli impatti del cambiamento climatico.

In sintesi, la COP28 è stata un riflesso delle sfide e delle opportunità che caratterizzano la lotta globale contro il cambiamento climatico.

Oltre all'accordo finale che sembra abbia soddisfatto tutte le aspettative, l'evento ha catalizzato discussioni vitali e ha sollevato consapevolezze importanti che potrebbero influenzare positivamente le future conferenze sul clima.

Vediamo comunque di analizzare il comportamento dei diversi Paesi partecipanti e trarre alcune considerazioni finali.

 

Il ruolo dei Paesi produttori di Petrolio sulla COP28

Arabia Saudita

Come principale esportatore mondiale di petrolio, l'Arabia Saudita ha avuto un ruolo preponderante nella COP 28. Ha fermamente opposto qualsiasi menzione di una riduzione o eliminazione dei combustibili fossili nell'accordo (che poi ha dovuto accettare). La delegazione saudita ha utilizzato una varietà di tattiche per rallentare o bloccare le discussioni, inserendo parole considerate "pillole avvelenate" in accordi di progetto, ostacolando le disposizioni per aiutare i paesi vulnerabili ad adattarsi al cambiamento climatico e utilizzando il principio delle "responsabilità comuni ma differenziate" per ridurre la pressione sui paesi ricchi esportatori di petrolio.

Emirati Arabi Uniti

I rappresentanti degli Emirati, pur essendo un altro grande produttore di petrolio e gas, hanno adottato un approccio leggermente diverso.  Sultan Al Jaber, dirigente petrolifero e presidente dei colloqui, ha riconosciuto l'importanza della transizione dai combustibili fossili e ha sostenuto un'azione ambiziosa per affrontare il riscaldamento globale.

Altri Paesi OPEC

Altri paesi membri dell'OPEC, come l'Iran e la Russia, hanno spinto per la protezione del gas naturale, mentre nazioni come l'Iraq hanno espresso preoccupazioni sull'impatto economico dell'eliminazione del petrolio e del gas. 

Tecnologie di cattura del carbonio e posizioni alternative

Molti paesi produttori di petrolio e aziende petrolifere sostengono l'uso di tecnologie di cattura e stoccaggio del carbonio (CCS) come soluzione per continuare l'uso dei combustibili fossili.  Questa posizione, tuttavia, è contestata da molti leader mondiali e ambientalisti, che sostengono che la transizione a energie più pulite come solare, eolico o nucleare sia una soluzione più efficace.

 

Il giudizio internazionale: INDIPENDENT

Il vertice sul clima COP28, protrattosi oltre il previsto, è stato descritto come "sull'orlo di un fallimento completo" a causa delle persistenti controversie riguardo all'uso dei combustibili fossili. Il blocco è nato principalmente dalla resistenza di paesi ricchi di petrolio, tra cui l'Arabia Saudita e la Russia, a fronte delle richieste dell'Unione Europea e di altre nazioni di impegnarsi fermamente nel ridurre l'uso di carbone, petrolio e gas.
Al Gore, ex presidente degli Stati Uniti, ha accusato i padroni di casa del vertice, gli Emirati Arabi Uniti - settimo produttore mondiale di petrolio - di influenzare la stesura dell'accordo per tutelare i propri interessi economici. Secondo Gore, l'attuale bozza dell'accordo sembra quasi dettata dall'OPEC, l'organizzazione dei paesi esportatori di petrolio.
Mentre il vertice si avvia verso la conclusione senza una soluzione concreta, molti paesi hanno criticato una precedente bozza per la sua debolezza, soprattutto per la rimozione del termine "eliminazione" in riferimento ai combustibili fossili. Questo crea un'atmosfera di incertezza e tensione, con l'Unione Europea, il Regno Unito, l'Australia, il Canada, il Cile, la Norvegia e gli Stati Uniti che fanno parte del gruppo di oltre 100 nazioni che richiedono un impegno deciso per ridurre la dipendenza mondiale dai combustibili fossili.

 

La posizione degli Stati Uniti e altri Paesi al COP28

USA vs COP28

La posizione degli Stati Uniti al COP28 comporta alcune posizioni sfumate riguardo alla eliminazione graduale dei combustibili fossili.

I punti chiave riguardo la posizione statunitense sono i seguenti:

Critica USA dell'Accordo Preliminare

L'inviato speciale per il clima degli Stati Uniti, John Kerry, ha espresso insoddisfazione per l'accordo preliminare al COP28, affermando che necessita di essere rafforzato.

Kerry ha sottolineato l'importanza di ridurre significativamente l'uso dei combustibili fossili entro questo decennio, evidenziando la natura critica della questione.

I commenti di Kerry al summit sottolineano il riconoscimento, da parte degli Stati Uniti, della crisi climatica come una minaccia esistenziale, indicando un senso di urgenza nell'affrontare il cambiamento climatico.

Caveat sul linguaggio di eliminazione dei Combustibili Fossili

La posizione degli Stati Uniti riflette anche una preoccupazione più ampia per l'impatto globale del cambiamento climatico, allineandosi agli interessi di altri paesi e gruppi che spingono per forti impegni al summit.

Detto ciò, la posizione degli Stati Uniti sul tema dei combustibili fossili è stata più diplomatica che di sostanza, avendo hanno cercato di introdurre alcune condizioni nel linguaggio relativo all'eliminazione graduale dei combustibili fossili.

Questo suggerisce un approccio più cauto o condizionale alla completa eliminazione dei combustibili fossili, probabilmente a causa di considerazioni relative agli impatti economici e all'attuale dipendenza dai combustibili fossili.

Ma nonostante le sue riserve sulla eliminazione graduale dei combustibili fossili, gli Stati Uniti sembrano favorevoli ad un'azione climatica ambiziosa. 

Questa posizione riflette un equilibrio tra il riconoscimento dell'urgenza del cambiamento climatico e le praticità di una riduzione immediata dei combustibili fossili, considerando le dipendenze economiche e sociali.

Il giudizio internazionale: GULF NEWS

Nel tredicesimo giorno del COP28, tenutosi a Dubai, sono stati promessi oltre $2.1 miliardi in nuovi fondi per combattere il cambiamento climatico, concentrati soprattutto sull'agricoltura e sul sostegno alle comunità vulnerabili. Il Dubai Municipality e il Mohammed Bin Rashid Space Centre hanno firmato un accordo per istituire il "Dubai Space Laboratory", il primo del suo genere nella regione, per supportare le missioni spaziali. A COP28 è stato anche gestito il rifiuto in modo innovativo, con una strategia di smaltimento a tre flussi per massimizzare il recupero delle risorse e la conversione dei rifiuti non riciclabili in energia. Un'opera d'arte unica, 'Hora—the Unity Dance', creata dall'artista Marius Diaconu, ha adornato il foyer del Blue Zone, simboleggiando l'unità nell'azione per il clima. Infine, la Global Fund to Fight AIDS, Tuberculosis and Malaria ha promesso di spendere il 70% del suo budget, circa $9 miliardi, nei paesi più vulnerabili al clima nei prossimi tre anni.

 

La posizione UE

Dall'analisi degli articoli si può delineare la posizione dell'Unione Europea (UE) al COP28 che posso riprendere in questo capitolo per punti.

Critica del testo preliminare

Come gli Stati Uniti l'UE ha espresso insoddisfazione per il testo preliminare del trattato, ritenendolo insufficiente e inadeguato a risolvere la crisi climatica.

Questa posizione è stata espressa dal negoziatore capo dell'UE, Wopke Hoekstra, che ha sottolineato l'importanza di rafforzare l'accordo.

Supporto per l'eliminazione dei combustibili fossili

L'UE ha mostrato un forte sostegno per la fase di eliminazione dei combustibili fossili, enfatizzando la necessità di un impegno chiaro e forte in tal senso. Questo dimostra l'impegno dell'UE nel raggiungere un accordo che comprenda un linguaggio esplicito e decisivo sull'abbandono dei combustibili fossili.

Enfasi sull'Urgenza dell'Azione Climatica

L'UE ha enfatizzato l'urgenza di affrontare il cambiamento climatico, riconoscendo la necessità di azioni significative e immediate.

Ciò riflette la comprensione dell'UE della gravità e dell'importanza della crisi climatica.

Rifiuto della posizione moderata di alcuni paesi

L'UE si è opposta alle posizioni più moderate o condizionate di alcuni paesi, ancor più degli Stati Uniti e alcune nazioni produttrici di petrolio, che hanno proposto l'uso di caveat o di tecnologie di cattura del carbonio per mitigare l'impatto dei combustibili fossili.

Sostegno ai Paesi Vulnerabili

L'UE ha mostrato una particolare attenzione alle necessità dei paesi più vulnerabili ai cambiamenti climatici, sostenendo la necessità di un accordo che affronti non solo la riduzione dei combustibili fossili, ma anche l'adattamento e il sostegno a queste nazioni.

Focus sul Raggiungimento di Obiettivi Climatici Ambiziosi

L'UE ha dimostrato un impegno per raggiungere obiettivi climatici ambiziosi, insistendo sull'importanza di mantenere l'obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi Celsius, in linea con l'Accordo di Parigi.

In conclusione, la posizione dell'UE al COP28 è caratterizzata da un forte sostegno all'eliminazione dei combustibili fossili, un'enfasi sull'urgenza dell'azione climatica, e un impegno verso obiettivi climatici ambiziosi, riflettendo un approccio deciso e proattivo nel combattere il cambiamento climatico.

Il giudizio internazionale: THE WITNESS

Il COP28, tenutosi negli Emirati Arabi Uniti, si è concluso con una forte richiesta di azioni concrete per il clima. Greta Thunberg ha criticato l'influenza dei lobbisti sui negoziati, evidenziando la necessità di una risoluzione chiara per l'eliminazione dei combustibili fossili. Nonostante l'opposizione di alcuni paesi OPEC, come l'Arabia Saudita, verso un approccio più rigoroso, emerge l'urgenza di bilanciare le esigenze di crescita economica delle economie emergenti con la salvaguardia ambientale. L'attivista climatica Lorraine Chiponda sottolinea l'importanza del fondo per la "perdita e il danno", destinato ai paesi del sud globale. È fondamentale che il testo finale del COP28 includa un impegno specifico per ridurre l'uso dei combustibili fossili. Con il riscaldamento globale che avanza e gli effetti già visibili sui popoli indigeni, l'azione è urgente: il futuro del pianeta dipende dalle decisioni prese ora.

 

Le posizioni di Cina e India

Durante il vertice sia l'India che la Cina hanno deciso di non firmare l'impegno per triplicare la capacità mondiale di energia rinnovabile entro il 2030.

Questo impegno, che è stato sottoscritto da 118 paesi, mirava a ridurre la dipendenza dai combustibili fossili nella produzione energetica globale. Si proponeva anche di ridurre l'utilizzo del carbone non mitigato e di interrompere il finanziamento di nuove centrali a carbone.

Nonostante l'India avesse precedentemente espresso il suo sostegno per un aumento triplo dell'energia rinnovabile entro il 2030, come parte della sua presidenza del G20, non ha sostenuto formalmente questo impegno globale durante il COP28. L'India ha fissato un obiettivo nazionale di raggiungere 500 GW di capacità elettrica installata da fonti non fossili entro il 2030. Tuttavia, per realizzare questo obiettivo, l'India avrebbe bisogno di investimenti significativi.

La Cina, allo stesso modo, non ha firmato formalmente l'impegno nonostante avesse espresso l'approvazione per l'aumento dell'energia rinnovabile. La posizione di entrambi i paesi riflette le loro sfide e le esigenze energetiche in evoluzione, nonché il loro status di paesi in via di sviluppo con crescenti esigenze energetiche.

Queste decisioni di India e Cina sono state segnalate come momenti significativi nel vertice, data l'importanza di questi due paesi nell'ambito dell'energia globale e delle iniziative per il clima​

 

Conclusioni: la COP28 è stata utile? le COP sono utili?

Se la nostra valutazione si limitasse esclusivamente all'accordo raggiunto durante la COP28, così come per gli accordi delle precedenti COP, il giudizio risultante sarebbe solo parzialmente positivo, o forse sarebbe più corretto definirlo piuttosto negativo. In questo accordo siamo tutti a festeggiare, come già detto, l’uso delle parole Combustibili Fossili e un vago impegno nel tempo. Spesso sembra che, nonostante le grandi aspettative, il risultato finale sia minimo, come se "la montagna partorisse un topolino".

Vorrei però fare qualche considerazione diversa.

La questione fondamentale risiede nella comunicazione: la maggior parte dell'attenzione si concentra sulla comunicazione, l'analisi e la valutazione dell'accordo conclusivo, che, come già menzionato, difficilmente potrà soddisfare pienamente gli obiettivi ambiziosi di coloro che desiderano un cambiamento radicale nella lotta al cambiamento climatico.

Ciò che spesso rimane inespresso, e che è altrettanto difficile da raccontare, è quanto avviene in questo grande evento, dove 100.000 persone provenienti da tutto il mondo si riuniscono, confrontano idee, condividono esperienze e creano micro-accordi sul tema della tutela dell'ambiente.

Questi aspetti, meno visibili ma fondamentali, rappresentano un valore aggiunto significativo della COP28, che va oltre la semplice valutazione dell'accordo finale.

Come ci illustrava Sigmund Neumann, la nostra società è stata notevolmente influenzata e distorta dall'impiego dei mezzi di comunicazione SOCIAL.

Abbiamo perso la capacità di condurre campagne basate su principi fondamentali, come la libertà, la protezione dei più deboli e la salvaguardia dell'ambiente, attraverso un impegno costante e concreto. Questo perché abbiamo demolito e annullato gli strumenti culturali per la comunicazione e l'azione sociale, rimpiazzandoli con dei simulacri che ne conservano solo il nome.

Di conseguenza, come diceva Neumann, "In assenza di ponti solidi e duraturi, nonché di perizia nell'arte del tradurre, poco praticata o totalmente dimenticata, gli affanni e le pene private non si sommano e non riescono a cementarsi in cause comuni. Date le circostanze, che cosa può unirci? La socialità, per così dire, è incerta, alla vana ricerca di un punto fermo cui appigliarsi, un traguardo visibile a tutti su cui convergere, compagni con cui serrare le file. Ce ne è molta tutta intorno: caotica, confusa, sfocata. Priva di sfoghi regolari, la nostra socialità viene tendenzialmente scaricata in esplosioni sporadiche e spettacolari, dalla vita breve, come tutte le esplosioni."

Siamo ossessionati dalla ricerca di notizie eclatanti e decisioni rivoluzionarie, trascurando la necessità di seguire un percorso sostenibile composto da molti piccoli passi successivi.

Se, da un lato, la COP 28 ha evidenziato significative divisioni tra i paesi esportatori di petrolio e nazioni particolarmente vulnerabili agli impatti del cambiamento climatico, dall'altro, sono persuaso che l'evento abbia potuto costituire un'occasione per instaurare numerosi piccoli collegamenti utili a tessere una rete composta da individui e iniziative. Questa rete rappresenterà il fondamento per intensificare l'azione globale a favore della protezione ambientale.

In fondo, parafrasando Greta, il Bla Bla a volte può essere utile.

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