Giornata mondiale dell'acqua: nel 2023 la disponibilità idrica si è ridotta del 18% rispetto alla media dal 1951
Nel 2023, l'Italia ha contribuito alla ricarica degli acquiferi con 53 miliardi di metri cubi, mentre il 19% delle precipitazioni è stato trasformato in deflusso superficiale. La siccità persistente ha portato a diverse condizioni di severità idrica nel paese, con miglioramenti osservati ma aspettative di ulteriori miglioramenti entro il 2027 per molti corpi idrici superficiali e sotterranei. Le analisi dell’ISPRA sulla disponibilità di risorsa idrica nazionale.
Disponibilità d'acqua: Sicilia e Sardegna in stato di alta e media severità
Le recenti stime del modello BIGBANG dell’ISPRA forniscono un quadro dettagliato della situazione idrica in Italia nel 2023, con implicazioni cruciali per la gestione delle risorse idriche nel Paese. Secondo i dati, il contributo alla ricarica degli acquiferi è stato di 53 miliardi di metri cubi, rappresentando il 19% delle precipitazioni totali, rispetto alla media annua a lungo termine del 22,7%. Tuttavia, il 23,7% delle precipitazioni è stato convertito in deflusso superficiale, mentre la quota di evapotraspirazione ha raggiunto il 59,4%.
Un trend allarmante emerge dall'analisi temporale, evidenziando un aumento della frequenza e dell'estensione delle condizioni di siccità estrema nel territorio italiano. Il 2023 è stato caratterizzato da condizioni di siccità persistenti, in particolare nel nord e nel centro Italia, seguito da un deficit di precipitazioni significativo nel sud, soprattutto in Sicilia e parte della Calabria ionica. Questo deficit ha portato a una siccità prolungata che si è protratta nei primi mesi del 2024, aggravata dalle scarse precipitazioni in quel periodo.
Attualmente, l'Italia si trova in varie condizioni di severità idrica, con la Sicilia in uno stato di alta severità, la Sardegna con una media severità, mentre i distretti dell'Appennino Centrale e Meridionale mostrano una situazione da bassa a media severità. Solo i distretti idrografici del Fiume Po, delle Alpi Orientali e dell'Appennino Settentrionale godono di una situazione idrica relativamente normale. Tuttavia, è importante notare che anche in anni con abbondanti risorse idriche, possono verificarsi condizioni di stress idrico a causa dei prelievi eccessivi di acqua dai corpi idrici.
I dati provenienti dal terzo ciclo di gestione della Direttiva Acque forniscono ulteriori indicazioni sullo stato dei corpi idrici superficiali e sotterranei. Circa il 43,6% dei corpi idrici superficiali è in uno stato ecologico buono o superiore, mentre il 75,1% è in uno stato chimico buono. Per i corpi idrici sotterranei, il 79% è in uno stato quantitativo buono, mentre il 70% è in uno stato chimico buono. Tali dati mostrano un miglioramento rispetto al ciclo di gestione precedente, con una riduzione significativa dei corpi idrici in uno stato sconosciuto.
Le prospettive di miglioramento sono incoraggianti, con il 14% dei corpi idrici superficiali che ha registrato un miglioramento dello stato ecologico, e il 61,4% di essi che ha raggiunto uno stato buono o superiore. Tuttavia, vi è ancora una percentuale significativa di corpi idrici che necessitano di interventi per raggiungere uno stato ecologico ottimale. Analogamente, per i corpi idrici sotterranei, c'è un potenziale di miglioramento del 60% entro il 2027 per coloro che attualmente presentano uno stato quantitativo non buono.
Fonte dati ISPRA
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