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Gian Michele Calvi: mitigazione del rischio e classificazione sismica

Gian Michele Calvi: mitigazione del rischio e classificazione sismica

A che punto siamo con la mitigazione del rischio e la classificazione sismica?

Intervista realizzata nel corso del XIV International ROSE Seminar e II UME Seminar, 15 - 16 maggio, Pavia

Con il Decreto Ministeriale dello scorso 17 Ottobre 2013, è stata istituita la formazione di un Gruppo di Studio “per la proposizione di uno o più documenti normativi per la classificazione del rischio sismico delle costruzioni, finalizzata all’incentivazione fiscale di interventi per la riduzione dello stesso rischio”.
Del gruppo di lavoro, coordinato dall’Ing. Pietro Baratono, Provveditore Interregionale alle Opere Pubbliche di Lombardia e Liguria, formato dai massimi esperti in materia, provenienti dal mondo accademico e dell’amministrazione pubblica, fa parte anche il prof. Gian Michele Calvi, Professore Ordinario e Direttore della UME School IUSS Pavia e Presidente della Fondazione Eucentre.

Tale strumento consentirà, infatti, di individuare le modalità di applicazione di incentivi fiscali per interventi di riduzione del rischio sismico, graduati sulla base della tipologia di interventi, della valutazione quantitativa del rischio effettivo e della riduzione di rischio ottenuta con l'intervento.
Nel mondo della sismica e delle catastrofi naturali, la valutazione dei danni e delle perdite rappresentano certamente una delle parti più significative ed è quindi evidente che quando si lavora nell’ambito della riduzione del rischio delle catastrofi naturali le competenze debbano essere molto ampie perché le valutazioni sono complesse e coinvolgono diverse figure professionali.

Nel nostro sistema formativo in un programma di dottorato di ricerca post laurea, vengono già coinvolte diverse competenze tra le quali l’ingegneria sismica, il risk & emergency management, gli aspetti legali la valutazione degli effetti di un evento catastrofico, a partire dall’origine e dalla causa scatenante l’evento stesso all’effetto sulle strutture, alle perdite sull’ambiente, in area e in falda, all’inquinamento derivante, agli effetti sull’uomo e alle perdite che determinano le decisioni sugli investimenti.

Il rischio può essere infatti espresso in termini di perdite annue medie attese, normalmente indicate in letteratura con la sigla EAL, che sta per expected annual loss.
Una classificazione sismica degli edifici deve essere basata sulle perdite annue medie attese che dovrebbe essere anche il parametro alla base di quello che una società di assicurazione dovrebbe far pagare come premio. Quando ad una assicurazione si sostituisce un altro soggetto, ad esempio lo Stato, la convenienza di intervenire o meno su un edificio è legata al raggiungimento del punto di pareggio fra le somme investite e la riduzione delle perdite.
In ogni caso una classificazione di questo tipo trova forti analogie con la classificazione che si utilizza in ambito energetico. In ambito energetico però quello che abbiamo chiamato perdite e che in realtà rappresentano un costo oscilla intorno ad un valore pressoché costante, in quanto le variazioni sono quelle termiche stagionali, nel caso dell’evento sismico invece, la perdita attesa è una funzione con forti picchi, oscillando tra zero anche per anni, quando non si verifica l’evento, e valori decisamente alti nel caso in cui si verifichi un sisma, quindi parlare di media è diverso nei due casi.

Inoltre in termini di ritorno dell’investimento, nel caso della riduzione dei consumi energetici il vantaggio è immediato, diretto e personale del proprietario dell’immobile, nell’investimento per la riduzione delle perdite medie annue attese, il beneficio potrebbe andare ad una generazione futura. In quest’ultimo caso dunque, la convenienza ad investire su vaste aree geografiche e basi temporali ampie è maggiore quindi per lo Stato. Provvedimenti di parziale defiscalizzazione per interventi di questo tipo sono quindi auspicabili da parte dello Stato.

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