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Gender Pay gap: Parlamento UE approva direttiva sulla trasparenza salariale

Gli Stati avranno tre anni di tempo per recepire la direttiva, che si applicherà sia ai lavoratori del settore pubblico sia a quelli del privato.

Se la retribuzione tra uomo e donna, a parità di mansioni, supera il 5% i datori di lavoro dovranno adottare misure correttive

Il Parlamento Europeo ha approvato in via definitiva la direttiva che ha come obiettivo quello di eliminare il gender pay gap, ossia la differenza retributiva tra uomini e donne. Le nuove regole prevedono che le strutture retributive siano basate appunto su criteri neutrali rispetto al genere, sia nel settore privato che in quello pubblico. Inoltre, dovranno essere introdotti dei sistemi di valutazione o classificazione professionale neutri, così come dovranno esserlo gli avvisi di posto vacante e la denominazione delle posizioni lavorative. Infine, i processi di assunzione dovranno essere condotti in modo non discriminatorio.

Non solo: se la rendicontazione di un’azienda dovesse mostrare un divario retributivo di almeno il 5% tra uomini e donne, i datori di lavoro saranno costretti a valutare misure correttive.
Le nuove regole, approvate dal Parlamento con 427 voti favorevoli, 79 contrari e 76 astensioni, si applicheranno sia al settore pubblico sia a quello privato e ora i 27 Stati Membri hanno tre anni per recepire la direttiva. 

I Paesi UE dovranno inoltre introdurre sanzioni efficaci, proporzionate e dissuasive, ad esempio ammende, per i datori di lavoro che non rispettano le regole. Un lavoratore o una lavoratrice che abbia subito un danno a seguito di una violazione delle norme avrà il diritto di chiedere un risarcimento. Per la prima volta, sono stati inclusi nell'ambito di applicazione delle nuove norme la discriminazione intersezionale e i diritti delle persone non binarie.

Il principio della parità di retribuzione è sancito dall'articolo 157 TFUE, ma nonostante ciò, in tutta l'Unione europea, come riporta il sito del Parlamento comunitario, il divario retributivo di genere persiste e si attesta intorno al 13%, con notevoli differenze tra i Paesi membri. Negli ultimi dieci anni è diminuito solo in minima misura.

Esprimono soddisfazione sia il Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti, conservatori che Federcostruzioni. Per la Vicepresidente del CNAPPC Tiziana Campus l'approvazione di questa direttiva "è sicuramente un passo avanti verso l'uguaglianza di genere. Uomini e donne possiedono, per forza di cose, una sensibilità differente e l'unione, attraverso il confronto, di queste due sensibilità è un valore aggiunto per tutti.
In Italia quello della differenza di retribuzione è un problema che esiste da tanto tempo, inutile negarlo, e anzi negli ultimi 25 anni si è anche ampliato, soprattutto al Sud.
Nel nostro settore le donne sono sempre più numerose e questa direttiva innanzitutto pone l'accento sulla questione, in più da un limite temporale agli Stati membri, che entro tre anni dovranno definire tutti gli strumenti normativi. Speriamo sia l'accelerazione decisiva verso la risoluzione della questione" spiega Campus.

Per Paola Marone, presidente Federcostruzioni "sono assolutamente giusti e condivisibili i principi contenuti nella Direttiva UE. Parità retributiva e trasparenza salariale sono elementi essenziali per garantire un’effettiva inclusione delle donne nel mondo del lavoro. Tema che risulta centrale anche nel PNRR e che va supportato non soltanto sotto il punto di vista economico ma anche sociale e culturale. A tal proposito Federcostruzioni ha elaborato un documento che fotografa la presenza femminile nel mondo delle costruzioni con l’intento di individuare azioni concrete per incrementare un dato che attualmente è pari a solo a circa il 7%"

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