Frangisole e serra fotovoltaica: le differenze ai fini della tariffa premiale

Abbiamo, di recente, parlato di tariffa premiale ex art. 14 comma 1 lett. c) del DM del 5 maggio 2011, prevista per la realizzazione di impianti fotovoltaici in sostituzione di coperture contenenti eternit o amianto, commentando una sentenza inerente un impianto fotovoltaico con rimozione della copertura di amianto.

Il Consiglio di Stato (sentenza 3992/2023 del 19 aprile) si è espresso di recente su un caso analogo, inerente i requisiti distintivi tra frangisole e serra fotovoltaica ai fini della tariffa premiale prevista per quest’ultima tipologia.

La tariffa premiale e la differenza tra frangisole e serra fotovoltaica

Palazzo Spada evidenzia che, in base al quarto conto energia di cui al DM 5 maggio 2011, si prevede una tariffa premiale per gli impianti i cui moduli costituiscono elementi costruttivi di serre, e le regole applicative per il riconoscimento delle tariffe incentivanti adottate dal GSE ai sensi del detto decreto recano la definizione di “serra fotovoltaica”, distinguendola dal “frangisole”.

Nello specifico:

• il frangisole è una “struttura collegata alle superfici verticali di edifici, atta a produrre ombreggiamento e schermatura di superfici trasparenti sottostanti”;
• la serra fotovoltaica è definita come “struttura, di altezza minima dal suolo pari a 2 metri, nella quale i moduli fotovoltaici costituiscono gli elementi costruttivi della copertura o delle pareti di un manufatto adibito, per tutta la durata dell'erogazione della tariffa incentivante, a una serra dedicata alle coltivazioni agricole o alla floricoltura. La struttura della serra, in metallo, legno o muratura, deve essere fissa, ancorata al terreno e con chiusure fisse o stagionalmente rimovibili”.

In definitiva, la definizione di serra fotovoltaica non prevede tra gli elementi costitutivi che le chiusure, sebbene stagionalmente rimovibili, siano ancorate al manufatto mediante agganci fissi, né che siano montati teli laterali al momento del sopralluogo.

Il telo di plastica in PVC è compreso nelle chiusure rimovibili

Come chiarito dal Consiglio di Stato, nell’indicazione di chiusura eventualmente stagionalmente rimovibile, non può non ritenersi compreso anche il tradizionale telo di plastica in PVC delle serre agricole, considerato oltretutto che ogni diversa interpretazione disattenderebbe la ratio della normativa in questione, che all'evidenza tende a soddisfare contestualmente non soltanto gli interessi dell'economia e della tecnica agraria, ma anche quelli, di pari se non superiore rilevanza, del risparmio energetico e della prevenzione dei cambiamenti climatici (Cons. Stato sez. VI 23 dicembre 2019 n. 8702).

La rimuovibilità stagionale della chiusura laterale delle serre esclude, inoltre, che le pareti laterali delle stesse siano elemento strutturale necessario all’impianto ed all’opera sul quale lo stesso è stato allocato, sicché “nella categoria di opere, funzionali alla integrazione tra impianto e manufatto, non pare possano inserirsi le pareti laterali in pvc delle serre che, anche ove parzialmente mancanti, non pregiudicano - per quanto detto - il corretto funzionamento e dell’impianto fotovoltaico e della serra agricola (che mantiene una sua funzionalità a prescindere dalla sua completa chiusura laterale)”.

In definitiva, la non necessità di un sistema fisso di ancoraggio, al suolo o alla struttura, delle chiusure laterali in PVC rende priva di rilievo la mancata previsione nel progetto delle strutture amovibili, in quanto si tratta di coperture apponibili con semplici legacci, di cui l'appellante ha dimostrato l'acquisto in data antecedente all'entrata in esercizio dell'impianto.

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