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Fortificazioni: un patrimonio storico-culturale da difendere. A Napoli la due giorni del CITTAM

La Presidente della Fondazione Ordine Ingegneri Napoli, Paola Marone, ha preso parte ai lavori della due giorni sul tema “Riconoscere e far conoscere i paesaggi fortificati”, portando i saluti dell'Ordine e della Fondazione.
Il convegno - che si è svolto a Napoli il 6 e 7 giugno, è stato organizzato dal CITTAM (Centro interdipartimentale di ricerca sulle tecniche tradizionali in area mediterranea) dell’Università degli Studi di Napoli Federico II.

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La Presidente della Fondazione Ordine Ingegneri Napoli, Paola Marone, ha preso parte ai lavori della due giorni sul tema “Riconoscere e far conoscere i paesaggi fortificati”, portando i saluti dell'Ordine e della Fondazione.
Il convegno - che si è svolto a Napoli il 6 e 7 giugno, è stato organizzato dal CITTAM (Centro interdipartimentale di ricerca sulle tecniche tradizionali in area mediterranea) dell’Università degli Studi di Napoli Federico II.

Di seguito riportiamo la nota di saluto della presidente Marone.

Ringrazio gli organizzatori tutti per l’invito e mi complimento con la Professoressa Marina Fumo (coordinatrice del Comitato scientifico di questo consesso) per la lodevole iniziativa che ho subito condiviso dandone visibilità e diffusione tramite i canali di comunicazione istituzionale della Fondazione Ordine Ingegneri Napoli. paesaggi-fortificati_paola-marone.jpg
Focalizzare l’attenzione sui paesaggi fortificati raccogliendo importanti contributi scientifici mi è apparsa subito una tematica di forte interesse e pertinente con le attività svolte dalla Fondazione. Consentitemi dunque di parlarvi un po’ di questo organismo, di cui ho la responsabilità dal gennaio dello scorso anno.
La Fondazione Ordine Ingegneri Napoli è stata costituita dall’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Napoli ed ha come scopo principale la promozione, la valorizzazione e la tutela della figura dell’ingegnere e di sostenere il suo costante aggiornamento tecnico-scientifico e culturale.

Di conseguenza essa promuove lo sviluppo di attività culturali, di formazione e di qualificazione.
La Fondazione, inoltre, è molto sensibile all’organizzazione di attività culturali, scientifiche e tecniche in collaborazione con enti, associazioni e società - sia nazionali che internazionali – tanto per la crescita professionale degli ingegneri che del territorio.

La Fondazione agisce in forma interdisciplinare mediante l’istituzione di gruppi di lavoro aperti anche a non ingegneri e quindi pronti a recepire altri qualificati contributi di proposta e di pensiero.
Finora sono stati istituiti 10 gruppi di lavoro sulle seguenti tematiche: Spazi urbani e rigenerazione edilizia - Accessibilità Incentivi fiscali per interventi sul patrimonio immobiliare - Internazionalizzazione e digitalizzazione - Ingegneria finanziaria - Socialità urbana e dinamiche demografiche - Dematerializzazione nella pubblica amministrazione - Professionisti, Impresa 4.0 e valorizzazione territoriale - Professioni: tutela e valorizzazione - Fuga dei cervelli.

Ritornando al tema dell’evento odierno, la conoscenza e lo studio del paesaggio fortificato si ricollega al tema della conservazione della memoria storica, attraverso interventi di restauro e riqualificazione degli spazi e delle strutture.
Molteplici sono le strutture che caratterizzano questo paesaggio: torri, castelli, caseforti, città fortificate, rocche, forti, bastioni, conventi fortificati, mura e così via. Tutte strutture nate per esigenze difensive.
Queste architetture sono esposte a un grande pericolo, perché tutte rievocano una memoria storica e artistica, ma esse hanno perso la loro originaria funzione e molte sono lasciate al degrado.
È impensabile che tutte queste testimonianze possano tramutarsi in spazi museali come il forte Belvedere di Lavarone, ma devono e possono essere rifunzionalizzate sia pur con differenti destinazioni
che tengano conto anche  del contesto antropologico e sociale in cui sono collocate.

Anche alcune opere difensive degli anni del secondo conflitto mondiale ormai hanno valore storico e dovrebbero essere salvaguardate.
Penso, per esempio, alle casematte visibili fino a pochi anni fa ai bordi dell'autostrada Napoli-Pompei, nel tronco fra Torre del Greco e Torre Annunziata, demolite e quindi andate perse nell'ambito dei lavori di ampliamento delle carreggiate.
Quanto fu decisa la demolizione, numerosi furono coloro che ritennero che queste strutture dovessero essere preservate.

Come esempio di rifunzionalizzazione intelligente e originale posso invece citare le casematte che sorgono nel tratto di costa fra Cefalù e Pollina, in Sicilia, a picco sul mare.
Due di queste casematte, incluse nel perimetro di un notissimo villaggio turistico, sono state rifunzionalizzate come originali luoghi di ritrovo a lato della discoteca, con la piazzola in cemento armato che originariamente serviva al posizionamento di un pezzo di artiglieria leggera, riconvertita in bancone di servizio.

In definitiva il patrimonio costituito dalle strutture fortificate e dismesse - siano esse di epoca recente o meno - deve costituire una delle radici fondamentali della nostra identità storico-culturale e può rappresentare, attraverso la fruizione e valorizzazione, un’ulteriore risorsa per l’economia e lo sviluppo del turismo culturale del nostro Paese.
E’ questa la sfida che attende tutti i professionisti che devono cimentarsi con le strutture caratteristiche del paesaggio fortificato.