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FONDI INVESTIMENTO IMMOBILIARE - REGGI: “SERVE COLLABORAZIONE PUBBLICO-PRIVATO"

FONTE ANCI

“È necessario lavorare per una collaborazione di qualità tra pubblico e privato che attualmente, purtroppo, in Italia non esiste". Così il presidente della Fondazione Patrimonio Comune Anci, Roberto Reggi, presente al convegno organizzato dalla Fondazione Cesifin Alberto Predieri venerdì 22 marzo a Firenze su "I fondi di investimento immobiliare, strumenti per promuovere interventi di social housing e per la valorizzazione del patrimonio pubblico".
Obiettivo del convegno quello di analizzare, sotto i diversi aspetti giuridici, amministrativi ed economici, la crescente importanza del fondo immobiliare come strumento di partenariato pubblico-privato utile a soddisfare le crescenti esigenze abitative nelle nostre città.
Come sottolinea Reggi, infatti, "in Italia ad oggi sono circa 600mila le famiglie che si rivolgono all'edilizia a canone sociale, e il numero è in crescita, determinando una vera e propria emergenza abitativa". Per i Comuni, quindi, si pone l'esigenza di rispondere a questo bisogno e, al contempo, valorizzare il grande patrimonio immobiliare pubblico in larga parte inutilizzato e che invece dovrebbe essere uno dei punti su cui incentrare la rigenerazione urbana e dare un nuovo slancio allo sviluppo.
"I due fondi attivati da Cassa Depositi e Prestiti rispondono, parzialmente, a queste due esigenze – spiega Reggi – ma in maniera ancora troppo debole. Serve, infatti, il coinvolgimento di enti territoriali come banche, fondazioni e privati, che mettano risorse proprie per consentire gli investimenti. Occorre migliorarne l'attuazione". In sostanza, continua il presidente di Patrimonio Comune, "ai Comuni deve spettare la titolarità nella pianificazione della destinazione, mentre ai privati deve essere garantita la legittima remunerazione dell'investimento".
Infine, precisa Reggi, c'è da tener conto della particolare situazione in cui versa il mercato immobiliare italiano: con un eccesso di offerta immobiliare in un contesto caratterizzato da costi di realizzazione ancora molto alti, a cui si affianca anche un notevole numero di alloggi ERP inutilizzati (spesso a causa dell'impossibilità di garantirne la manutenzione), che si aggira intorno al 10% del totale. Per questo, conclude il presidente della Fondazione Anci, "i fondi devono necessariamente guardare all'esistente. Devono incentrarsi su recupero e riutilizzo degli edifici, cercando di far convogliare su questo anche fondi comunitari".