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Fisco & Professionisti: attenti ad agende, cancelleria, prodotti per la professione, viaggi autostradali

Controlli fiscali 2018: i professionisti e le piccole imprese devono considerare gli obiettivi dell'Agenzia delle Entrate e gli strumenti di controllo

Sono ben 140 mila, le verifiche fiscali che l'Agenzia delle Entrate ha messo in programma per il 2018 su professionisti e piccole imprese. Non solo:
dal 2019 il Fisco prevede un aumento degli accertamenti su queste realtà di almeno 10mila verifiche in più all'anno.

I dati si evincono da quanto dichiarato dalle Entrate nell'ultimo piano degli indicatori di bilancio, con la definizione di obiettivi importanti che segnano un'inversione di tendenza rispetto al calo del -26% degli accertamenti registrato tra il 2015 e il 2016 dalla Corte dei Conti, fermi a poco più di 100mila e poi risaliti a 142.700 l'anno scorso. Nel 2016 era stato anche evidenziato un calo della maggiore imposta accertata, dai circa 10 miliardi del 2015 ai 6,8.

Ma quali saranno gli strumenti di controllo più gettonati da parte del Fisco? In parole povere, a cosa 'bisogna' stare molto attenti? Sempre meno agli studi di settore, che saranno 'soppiantati' definitivamente dagli Indici sintetici di affidabilità fiscale a partire dai redditi dichiarati nell'anno 2018.

I controlli sembrano sempre più orientati a ricostruire i redditi non dichiarati utilizzando indizi come le agende degli appuntamenti, i consumi di carta e materiali di cancelleria, o di altri prodotti utilizzati per l'esercizio della professione. Occhio anche ai viaggi autostradali registrati dal Telepass, soprattutto se sono incompatibili con il giro d'affari dichiarato. L'Agenzia delle Entrate potrebbe contrastarli, così come è particolarmente sensibile riguardo le prestazioni gratuite svolte dai professionisti.

Partite IVA

Per quel che riguarda invece le partite IVA, nel 2018 i controlli dell'Agenzia delle Entrate sulle Partite Iva italiane si intensificheranno fino a toccare circa 1 milardo e mezzo di fatture: in caso di anomalie, verranno inviate alcune lettere per individuare in modo chiaro e preciso tutti coloro che evidenziano anomalie tra le fatture e i pagamenti Iva. Vediamo tutte le novità.

Inquadramento generale

In primis, perché si inizi ad essere controllati deve scattare una 'spia', rappresentata dal fatto che gli acquisti sono superiori alle entrate di almeno il 20% (il principio base è che ognuno di noi non può spendere più di quanto 'dichiara' di guadagnare). Per verificare la correttezza, scatta il Redditometro: le spese devono essere coerenti con la dichiarazione dei redditi di ognuno, altrimenti l'Agenzia delle Entrate potrebbe insospettirsi e far scattare l'accertamento fiscale.

In ambito tributario, a far fede sono le cosiddette "presunzioni", ovverosia le conseguenze che la legge o il giudice trae da un fatto noto per risalire ad un fatto ignorato. Restando sulla dichiarazione dei redditi, la legge espressamente stabilisce che un'eventuale incompletezza, la falsità o l'inesattezza dei dati in essa indicati ovvero l'esistenza di attività non dichiarate possono essere desunte sulla base di presunzioni semplici, purché gravi, precise, e concordanti. Qui ci si collega agli Studi di Settore, strumenti atti a identificare la capacità reddituale potenziale del contribuente medio di ogni categoria economica tramite l’analisi dei dati dichiarati e di altri elementi extracontabili.

I nuovi controlli fiscali sulle Partite IvaIl Fisco non si limita a controllare

Modello 730 e Dichiarazione dei Redditi, ma controlla anche i movimenti bancari, i conti corrente e anche i pagamenti in contanti. Sul punto, verranno eseguite tutta una serie di operazioni mirate ad individuare i contribuenti per i quali emergono anomalie e incongruenze tra le fatture comunicate con lo spesometro e i corretti "pagamenti" dell'Iva.

Verranno, pertanto, consultate le singole fatture e le mancate liquidazioni Iva.