Data Pubblicazione:

FEDERCASA: la rigenerazione delle abitazioni popolari passa dalla scelta delle istituzioni

intervista a Luca Talluri, FEDERCASA sulla rigenerazione delle abitazioni popolari

Ingenio ha di recente intervistato l'ing. Luca Talluri, Presidente di Federcasa, su un tema oggi molto attuale e presente sulle tavole di numerosi incontri e convegni: quello della rigenerazione urbana, con particolare riferimento agli alloggi popolari, indagando sulle possibilità reali e sugli  effetti sociali ed economici che ne conseguirebbero. 

1)   Ing. Talluri, a differenza di altri Paesi, ci pare che negli ultimi anni la nostra politica si sia concentrata più sull’efficientamento di singoli edifici, favorendo quindi una logica di microrigenerazione e microedilizia, piuttosto che dedicarsi al tema della rigenerazione dei quartieri, puntando quindi sul finanziamento di grandi interventi di rigenerazione. Ritiene che sia così? e soprattutto quale dovrebbe essere la priorità?
 
LUCA TALLURI: In Italia si tende a preferire la strada dell’efficientamento dei singoli edifici o di piccoli agglomerati. La spiegazione sta nel fatto che si tratta di una soluzione più immediata e più semplice. Dare risposte di rigenerazione urbana e quindi di aree ampie, non solo è particolarmente complesso in termini procedurali, ma comporta altresì l’entrata in gioco di un numero maggiore di attori, elemento che mette a più elevato rischio la realizzazione degli interventi. Infatti i casi in cui ci sono soggetti unici, o in numero contenuto, su ampie porzioni di città sono rari. In linea generale sarebbe preferibile una rigenerazione urbana rispetto a quella dei singoli edifici, la priorità è però sempre da individuare nella soluzione che di volta in volta meglio concretizza l’inizio del cambiamento. Ci sono casi in cui diventa più utile applicare la rigenerazione su aree vaste, e altri in cui è invece più giusto ragionare sul singolo edificio.
 
2)   Lei presiede Federcasa, la Federazione che associa 110 enti che, in tutta Italia, da quasi un secolo costruiscono e gestiscono abitazioni sociali realizzate con fondi pubblici, un patrimonio di oltre 770 mila alloggi: ritiene che una rigenerazione “di stock” di alloggi possa essere una soluzione possibile e quali vantaggi sociali potrebbe portare?
 
LUCA TALLURI: Si tratta di uno scenario auspicabile e che non vedrebbe alcuna difficoltà sotto il profilo della realizzazione, anche perché le nostre aziende sono in grado di attuarlo da un punto di vista gestionale. Il vantaggio sarebbe in primo luogo di natura sociale, perché porterebbe ad incrementare notevolmente il numero di alloggi di edilizia residenziale pubblica da mettere a disposizione, e consentirebbe di fare fronte ad una richiesta che negli ultimi anni è addirittura cresciuta.
 
3)   In che modo l’innovazione tecnologica potrebbe consentire interventi fino a ieri non realizzabili?
 
LUCA TALLURI: Come in qualunque settore dell’industria, anche in quella edilizia l’innovazione tecnologica è in continuo divenire, e ciò mette a disposizione di chi è chiamato a progettare nuove costruzioni, o a fare manutenzione straordinaria, un sempre più ampio ventaglio di materiali, tecnologie di strutture e impianti, che oltre ad essere innovativi, hanno spesso costi compatibili con i budget. Si pensi ad esempio all’utilizzo del legno nella prefabbricazione di edifici, oppure all’uso dei materiali per la coibentazione di alloggi già esistenti.
 
4)   Il mondo delle costruzioni - imprese e fornitori - potrebbe essere un partner per una rigenerazione radicale degli alloggi popolari?
 
LUCA TALLURI: In linea generale sì. E’ chiaro però che la rigenerazione delle abitazioni popolari, essendo esse patrimonio pubblico, passa dalla scelta delle istituzioni di considerare questo genere di interventi una priorità rispetto ad altri temi. Le imprese e i fornitori possono essere certamente partner indiretti, aiutando a creare un clima di crescita culturale, motore necessario per attivare un meccanismo virtuoso che avrà quale punto d'arrivo la riqualificazione urbana.
 

 
Federcasa nasce nel 1996 come trasformazione  dell’Associazione nazionale istituti autonomi per le case popolari (ANIACAP) costituita nel 1950. La Federazione associa 114 enti che, in tutta Italia, da quasi un secolo costruiscono e gestiscono abitazioni sociali realizzate con fondi pubblici, ma anche con fondi propri e con prestiti agevolati. Si tratta di Istituti autonomi per le case popolari, enti in via di trasformazione e aziende che gestiscono un patrimonio di oltre 850 mila alloggi destinato ad una utenza con reddito basso o medio.
Federcasa partecipa alla definizione degli obiettivi e degli strumenti della politica abitativa, promuove lo sviluppo di nuovi strumenti di intervento nel campo dell’edilizia residenziale pubblica, mirando a favorire la qualità dell’abitare e della vita sociale, lavora per migliorare l’efficacia della gestione del patrimonio immobiliare pubblico, rappresenta gli associati nelle organizzazioni nazionali e internazionali. In questa prospettiva aderisce a varie associazioni e istituti di ricerca nel settore dell’edilizia e dell’urbanistica; in particolare: collabora con Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, CNEL, CNR, ENEA e varie amministrazioni comunali; è associata ad ACCREDIA, CRESME, INU e ad altri organismi nazionali; è tra i soci fondatori del CECODHAS, Comité européen de coordination de l’habitat social, che rappresenta gli interessi degli associati di ventidue paesi presso le istituzioni e gli organi dell’Unione europea, e di EUROPAN,
concorsi europei per nuove architetture
.