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Facciate Ventilate: le novità della nuova norma UNI 11018-1:2023

La UNI 11018-1:2023 è il nuovo riferimento normativo italiano relativo alle facciate ventilate e sostituisce, dopo oltre vent’anni, la prima norma del settore, la UNI 11018:2003. Gli aspetti trattati sono molteplici, ma particolare attenzione è stata data alla sicurezza in caso d’incendio, visto il recente aggiornamento normativo.

La nuova UNI 11018-1:2023 - Facciate ventilate - Parte 1: Caratteristiche prestazionali e terminologia, pubblicata lo scorso dicembre, aggiorna il quadro normativo italiano relativo alle facciate ventilate, sostituendo la prima validissima, ma ormai datata, UNI 11018:2003 pubblicata nel gennaio 2003.

Dopo oltre venti anni, questo aggiornamento normativo era ormai fondamentale e non più rinviabile. Fornirà un aggiornato quadro normativo a tutti gli operatori di un settore, quello delle facciate ventilate, in rapida espansione.

  

Il contenuto della norma

Come indicato nel sommario della norma, la UNI 11018-1:2023 - Facciate ventilate - Parte 1 specifica le principali caratteristiche prestazionali in relazione alla sicurezza in uso, al comportamento agli agenti atmosferici e all'isolamento termico e acustico delle facciate ventilate utilizzate come involucro edilizio e alla sostenibilità ambientale.

Fornisce inoltre una terminologia di base e una descrizione delle facciate ventilate e dei loro componenti e i criteri di computazione metrica.

   

In quali casi si applica

La norma si applica a facciate ventilate inserite in edifici sia di nuova costruzione sia esistenti e anche ancorate a strati portanti interni.

Le indicazioni della norma possono essere un utile riferimento per la stesura del progetto delle facciate ventilate.

  

In quali casi NON si applica

La norma non si applica a:

  • facciate in muratura lapidea o in mattoni, anche se progettate con intercapedini d'aria e poste in opera con sistemi parzialmente meccanici;
  • facciate in cui il rivestimento è fissato direttamente allo strato portante oppure allo strato di isolamento per semplice adesione o con sistemi misti adesivi e meccanici (per esempio rivestimento ceramico fissato direttamente allo strato portante con malta e zanche);
  • facciate che utilizzano il rivestimento come cassaforma a perdere per calcestruzzo gettato in opera o per pannelli prefabbricati;
  • facciate senza ventilazione.

   

Le novità contenute nella norma UNI 11018-1:2023

Le principali novità della norma riguardano:

a) La sicurezza in caso d’incendio

Sebbene da un punto di vista di resistenza al fuoco siano requisiti propri dello strato portante e non della facciata ventilata, la norma ricorda che il comportamento al fuoco in termini di reazione al fuoco coinvolge la facciata ventilata nel suo complesso: isolamento, intercapedine ventilata, sottostruttura e rivestimento.

I requisiti da soddisfare in tal senso devono essere conformi all’attuale normativa antincendio UNI EN 13501-1.

L’aspetto fondamentale è la riduzione della propagazione dell’incendio, fondamentale all’interno dell’intercapedine dove l’altezza di fiamma può facilmente essere superiore a quella di una fiamma libera: si parla quindi di caratteristiche di reazione al fuoco dei materiali da impiegare e di eventuali integrazioni di barriere che vadano a interrompere la continuità dell’intercapedine, soprattutto in corrispondenza dei compartimenti interni, verticali e orizzontali.

Tale presenza di incendio deve essere valutata su tre fronti: proveniente dall’interno dell’edificio (fuoriuscito dalle finestre), dall’intercapedine (dovuto ad esempio alla presenza di cablaggi a servizio di integrazioni impiantistiche in facciata, come pannelli fotovoltaici) e dall’esterno (dovuto ad esempio alla presenza di veicoli o di aree stoccaggio rifiuti prossimi alla stessa).

b) La resistenza all’azione sismica

La norma definisce precise istruzioni sulla metodologia di verifica dei componenti del sistema facciata ventilata all’azione sismica, specificando che le facciate ventilate, ai fini di tali verifiche, si classificano come elementi non strutturali ai sensi della normativa vigente (NTC 2018).

c) La resistenza all’urto

L’aspetto di resistenza all’urto è un altro dei temi trattati, in funzione della destinazione d’uso dell’edificio e dell’esposizione all’urto delle facciate ventilate: urto di persone, oggetti e attrezzature per la manutenzione. In questo ultimo senso, porrei l’attenzione sui recenti e sempre più frequenti fenomeni atmosferici estremi dovuti al cambiamento climatico in atto. In tutti questi casi l’obbiettivo è contrastare l’insorgenza di eventuali danni connessi alla rottura e distacco di elementi di rivestimento, anche in conseguenza di formazione di frammenti.

d) Il risparmio energetico

In tale ambito si sottolinea l’importante azione della ventilazione nell’intercapedine fra il rivestimento e lo strato portante nel ridurre il flusso termico dovuto all’irraggiamento solare. Si tratta di una prestazione che riveste grande importanza soprattutto in regime estivo al fine di limitare la trasmissione di calore e contenere l’utilizzo di sistemi di climatizzazione.

e) Manutenzione

La durabilità di una facciata ventilata, definita in base alla sua vita utile, è vincolata alle attività di manutenzione ordinaria e straordinaria definite in fase di progettazione e specificate all’interno di un documento obbligatorio: il piano di manutenzione.

Tale piano deve contenere almeno: tempistiche e modalità delle visite ispettive sia per la manutenzione ordinaria che per quella straordinaria; le istruzioni operative per affrontare tutte le operazioni di manutenzione, compreso l’eventuale smontaggio e rimontaggio di parti del rivestimento; le istruzioni operative per accedere e operare su tutte le parti della facciata ventilata; la predisposizione di un apposito registro su cui riportare gli esiti delle visite ispettive e gli eventuali interventi eseguiti.

All’interno delle opere di manutenzione ordinaria rientrano le ispezioni delle porzioni visibili dall’esterno ma anche quelle non visibili. La frequenza deve essere specificatamente indicata all’interno del piano: in particolare, delle ispezioni nelle porzioni non visibili si specifica che la frequenza non debba essere superiore a 8 anni.

All’interno della parte 1 della nuova 11018 non è invece presente il capitolo inerente ai materiale di rivestimento lapidei e ceramici, contrariamente alla sua prima versione del 2003. È stato rimandato alla parte 2, attualmente in fase di inchiesta pubblica e che verrà presumibilmente pubblicata nei prossimi mesi.

Nel prossimo futuro il lavoro verrà ripreso con l’obbiettivo di integrare la norma con ulteriori parti che abbiano in oggetto altri materiali di rivestimento, come fibrocemento, HPL, GRC, metallo e altri.

Acquista la norma nel sito di UNI

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