Architettura | Digitalizzazione
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EY wavespace a Milano: DEGW di Lombardini22 progetta un nuovo spazio interattivo specializzato sulle nuove tecnologie

EY wavespace è uno spazio laboratorio di circa 800 metri quadri articolato in due grandi macroaree, Meaning Lab e Significance Lab, a loro volta suddivise in altre stazioni esperienziali che formano insieme un percorso attraverso i 4 elementi naturali.

EY wavespace: lo spazio interattivo progettato da DEGW, brand di Lombardini22

Il network degli EY wavespace centri d’innovazione interattivi e specializzati in nuove tecnologie, che condividono tra loro metodologia e piattaforme – non solo è in continua espansione (sono 49 a livello globale) ma si trasforma costantemente per intercettare il cambiamento e accompagnare brand, aziende e leader in efficaci percorsi di trasformazione di business.

In Italia, il lancio dell’EY wavespace è avvenuto a Milano nel 2018 ed è proseguito nel 2020 con la realizzazione del lab di Roma, entrambi progettati da DEGW, brand di Lombardini22 dedicato al workplace. Ancora DEGW è stata incaricata della trasformazione dell’EY wavespace milanese, che rivoluziona il proprio concept capitalizzando l’esperienza romana – focalizzata sulle neuroscienze applicate – e integrando le trasformazioni avvenute negli ultimi anni e la nuova visione del mondo espressa dalla Gen Z.

Con l’obiettivo di rendere l’esperienza più proficua e coinvolgente, il nuovo hub milanese è un luogo di riflessione e connessione dal forte impatto scenografico, integrato nell’edificio di Via Meravigli in cui ha sede EY e prevalentemente dedicato alla collaborazione con clienti, colleghi e brand. Uno spazio dedicato all’innovazione che pone l’uomo al centro dell’esperienza, con particolare attenzione alla prossemica, adottando gli elementi della natura a supporto delle relazioni umane.

“Siamo orgogliosi di essere al fianco di EY – anzi, ormai parte della stessa squadra grazie alle progettualità condivise su Milano e Roma! – nella sfida dell’accelerazione di relazioni, creatività, e condivisione all’interno di aziende e team. Concetti oggi abusati e talvolta addirittura svuotati di concretezza nei think thank sul futuro del lavoro; per questo nel nuovo wavespace di EY i concetti sono stati resi tangibili e attraversabili in una sorta di viaggio tra ambienti scenografici ed evocativi, ricchi di attrazioni da vivere insieme. Lo spazio non è mai neutro, in questo progetto è addirittura un potente attivatore di emozioni” dice Alessandro Adamo, direttore di DEGW.

EY wavespace: progetto sui 4 elementi naturali

Situato al quarto piano della sede EY di via Meravigli a Milano, l’EY wavespace è uno spazio laboratorio di circa 800 metri quadri articolato in due grandi macroaree, Meaning Lab e Significance Lab, a loro volta suddivise in diverse stazioni esperienziali che formano un percorso, o meglio un viaggio, di natura trasformativa.

Tutto il concept – sviluppato da EY e progettato architettonicamente da DEGW – si basa sui quattro elementi naturali – terra, acqua, aria e fuoco – cui sono associati i diversi ambienti principali connessi in sequenza tra loro attraverso specifiche aree di transizione. Un viaggio che ha inizio nell’ambito dell’area Meaning Lab, che comprende gli spazi The Cave e The Wave (rispettivamente associati agli elementi terra e acqua) alternati con gli spazi di transizione The Waterfall e The Mirror. Quest’ultimo spazio fa da cerniera con l’area successiva, il Significance Lab, che inizia con:

  • The Flame (spazio collegato al fuoco), prosegue con l’area di transizione The Breath e termina con il grande ambiente
  • The Cloud (collegato all’aria) dove il percorso si conclude.

Una sequenza di ambienti interconnessi dalla studiata sceneggiatura, dove le attività e le atmosfere, le compressioni e le dilatazioni dello spazio, le qualità percettive dei materiali e dell’illuminazione concorrono a formare una sorta di teatro di ricerca centrato sulle persone (progettato con il supporto dell’Experience Lab dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e realizzato, non a caso, con le maestranze del Teatro alla Scala): persone qui chiamate ad attivarsi tra archetipi e tecnologie abilitanti, e a progettare esperienze al servizio di processi di trasformazione di business sostenibili.

The Meaning Lab: da una caverna a un’onda, attraverso una cascata

The Cave, per iniziare: una caverna di pietra. È questo il primo ambiente dell’EY wavespace. Associato all’elemento terra, vuole trasmettere protezione, intimità, familiarità. Lo spazio organizzato in 100 mq in cui porsi e condividere domande a partire da contenuti veicolati da schermi e monitor interattivi, legati alla crescita sostenibile dei business. Un luogo di osservazione sagomato in forme morbide e avvolgenti rivestite in agglomerato di sabbia e resina a produrre un effetto roccioso, come il canyon di Petra, punteggiato da macchie di vegetazione. Una tenda oscurante ne circonda il perimetro e lascia all’illuminazione diffusa dall’alto il compito di modellare in chiaroscuro le pareti: un antro antico, radicale, e allo stesso tempo proiettato nel futuro.

The Waterfall è una soglia, l’immagine-movimento di una cascata d’acqua su un fondale a fili retroproiettabile, una superficie che si attraversa per contatto e che richiede un’interazione corporea.

Idealmente è un’emersione dall’intimità riflessiva della caverna e un’immersione nello spazio successivo, dall’equilibrio più disteso: The Wave.

Andrea Martiradonna

The Wave, dentro e fuori la perla, metafora del metaverso, crediti foto: Andrea Martiradonna.

Spazio di riflessione, distensione, equilibrio, The Wave è un’area dedicata all’elemento acqua di circa 140 mq.

La sua atmosfera è liquida, grazie alle rifrazioni luminose delle superfici riflettenti a soffitto che creano delle caustiche, a elementi di vegetazione subacquea, a un arredo che, tra pouf e pedane in pietra alleggerite, scandisce irregolarmente lo spazio come un fondale mutevole e riconfigurabile che permette diverse modalità di aggregazione. Qui prende forma una prima elaborazione dei contenuti emersi in forma condivisa e laboratoriale.

The Waterfall, soglia tra l’intimità della caverna e la dinamicità dell’onda.
The Waterfall, soglia tra l’intimità della caverna e la dinamicità dell’onda, crediti foto: Andrea Martiradonna.

The Mirror: specchi ed elementi riflettenti

Al termine di The Wave, un percorso tra totem specchianti a diverse altezze caratterizza The Mirror, uno spazio più compresso di 25 mq ma “aumentato” da una serie di parallelepipedi riflettenti, da terra e a soffitto come stalattiti e stalagmiti, che moltiplicano le superfici e il verde circostante.

Schermi digitali nascosti dietro gli specchi e proiezioni di immagini delle aree precedenti connotano di un forte senso di profondità, semantica e percettiva, questo passaggio che conclude l’area Meaning Lab e immette nella macroarea successiva dell’EY wavespace: The Significance Lab.

The Significance Lab: dall'elemento del fuoco a quello dell'aria

È il confronto, la discussione, la condivisione delle idee che informano il primo ambiente del Significance Lab.

The Flame, spazio associato all’elemento fuoco, quindi all’energia e, a livello spaziale, al raccogliersi intorno a un focolare come forma archetipica dello scambio comunitario. La sua superficie di 105 mq prevede attività suddivise in gruppi di confronto, tavoli di lavoro più ristretti, riflessioni individuali, rese possibili da sottospazi delimitati dinamicamente da partizioni sinuose in tessuto.

The Flame, braciere attorno al quale innescare la scintilla della creatività,
The Flame, braciere attorno al quale innescare la scintilla della creatività, crediti foto: Andrea Martiradonna.

Cuore di questo spazio è il Braciere, un tavolo circolare con base di pietra e piano di ferro calamina, a ricordare la fucina di Efesto, con “fiamma” centrale (animata da LED dinamici), intorno al quale approfondire temi di ricerca in forma di dialogo, racconto, collaborazione, interazione face-to-face, secondo l’idea evocativa del radunarsi attorno a un falò.

L’ultima transizione, tra il fuoco e l’aria, è affidata a un’altra compressione spaziale: The Breath.

Un tunnel prospettico di superfici vegetali (in muschio stabilizzato) e di portali di luce. Dotato di schermi stretch a parete, è un passaggio interattivo che funge anche da vetrina delle ultime soluzioni plug-and-play. Attraverso di esso, si accede all’ultimo, più grande spazio dell’EY wavespace: The Cloud.

Associato all’elemento aria, The Cloud si presenta con una grande nuvola leggera, fatta di sagome ovoidali in policarbonato sospese e mobili a soffitto, che filtra gli impianti a vista coprendo tutti i 280 mq della sua superficie.

Colonne rivestite di verde stabilizzato separano le due navate che compongono lo spazio permettendo flessibilità di configurazioni: grandi tavoli da lavoro, conferenze, eventi di varia tipologia accompagnati da un grande ledwall.

The Cloud è il luogo della crescita, del concretizzarsi dei progetti di trasformazione e della proiezione verso l’esterno.

The Cloud, ambiente-nuvola, luogo della crescita e della proiezione verso l’esterno
The Cloud, ambiente-nuvola, luogo della crescita e della proiezione verso l’esterno, crediti foto: Andrea Martiradonna.

Da una caverna a un’onda, da una fiamma a una nuvola, il nuovo EY wavespace di Milano sembra mettere in scena un viaggio fantastico: in realtà un percorso del tutto reale che, programmaticamente, dal meaning – cioè dal valore simbolico dei singoli elementi in gioco in un processo di trasformazione di business – arriva al significance – ovvero alla valutazione della portata complessiva di quel processo e alla sua rilevanza – fino a proiettarsi in effettiva progettualità. Un viaggio che in tutte le sue fasi, decostruttive e ricostruttive, è supportato da un energico, scenografico e abilitante spazio architettonico.

CREDITI

Cliente: EY
Luogo:
Milano
Superficie:
750 mq
Tipologia:
Experience
Fine lavori:
Gennaio 2023

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