Eventi climatici estremi: in Italia in 17 anni causati 378 decessi
Uno studio di ENEA ha individuato le aree italiane più a rischio di mortalità per eventi climatici estremi, con 378 decessi dal 2003 al 2020, principalmente per frane, valanghe, tempeste e inondazioni. Le regioni più colpite sono Trentino-Alto Adige, Lombardia, Sicilia, Piemonte, Veneto e Abruzzo, con un alto numero di comuni a rischio, evidenziando la necessità di interventi prioritari per prevenire e mitigare tali rischi.
La quasi totalità dei morti è stata causata da frane e valanghe (321)
Un recente studio condotto da ENEA e pubblicato sulla rivista "Safety in Extreme Environment" ha evidenziato le zone del nostro Paese più vulnerabili alla mortalità causata da eventi climatici estremi. Nel periodo compreso tra il 2003 e il 2020, tali eventi hanno provocato un totale di 378 decessi, di cui la maggior parte (321) sono stati causati da frane e valanghe, seguiti da tempeste (28) e inondazioni (29).
Le regioni italiane con il più alto numero di decessi e di comuni coinvolti includono il Trentino-Alto Adige, la Lombardia, la Sicilia, il Piemonte, il Veneto e l'Abruzzo. Sorprendentemente, anche regioni come l'Emilia-Romagna, la Calabria e la Liguria hanno dimostrato di essere a rischio significativo, con un numero considerevole di comuni interessati.
Secondo Raffaella Uccelli, ricercatrice del Laboratorio ENEA Salute e Ambiente, l'utilizzo della mortalità come indicatore di impatto è cruciale per valutare l'entità degli effetti dei cambiamenti climatici sull'intero territorio nazionale. Questo studio, condotto insieme alla collega Claudia Dalmastri, evidenzia anche che circa il 50% dei comuni italiani con almeno un decesso è costituito da centri montani o poco abitati, dove la fragilità intrinseca e le difficoltà degli interventi di soccorso possono aggravare il rischio di mortalità.
Una disparità di genere è stata osservata tra le vittime, con 297 uomini e 81 donne. Claudia Dalmastri suggerisce che questa differenza potrebbe essere correlata a vari fattori, come gli stili di vita, le attività svolte e gli spostamenti casa-lavoro.
Tuttavia, non sono solo le regioni montane ad essere a rischio. Oltre il 90% dei comuni italiani, con più di 8 milioni di abitanti, sono esposti a eventi climatici estremi, come frane e inondazioni. Nel periodo da gennaio a maggio 2023, si è verificato un aumento significativo del 135% negli eventi meteorologici estremi rispetto all'anno precedente, con Emilia-Romagna, Sicilia, Piemonte, Lazio, Lombardia e Toscana tra le regioni più colpite.
Raffella Uccelli sottolinea l'importanza di comprendere le aree ad alto rischio per la mortalità associata agli eventi climatici estremi al fine di adottare misure preventive efficaci. Con l'aumento della frequenza e dell'intensità di tali eventi, causati dai cambiamenti climatici, diventa cruciale definire azioni prioritarie di intervento, assegnare risorse economiche e implementare misure di allerta e prevenzione per proteggere il territorio e i suoi abitanti, specialmente gli anziani, il cui numero è in costante aumento in Italia.
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