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Equo compenso rafforzato: ecco le modifiche apportate nella Legge di Bilancio

Il riferimento ai parametri passa da "tener conto" a "conforme", viene eliminata la possibile trattativa su alcune clausole vessatorie e viene tolto il limite temporale dei 24 mesi per proporre l'azione di nullità

Ufficiale: l'equo compenso per le prestazioni professionali è stato decisamente rafforzato nella Legge di Bilancio per il 2018, all'esame della Camera: è, infatti, stato approvato l'emendamento a firma delle deputate di Fi Nunzia De Girolamo e Sandra Savino che elimina nella norma contenuta nel DL Fiscale 148/2017 le distinzioni fra clausole vessatorie, togliendo le obiezioni "salvo che siano state oggetto di specifica trattativa" e "anche qualora siano state oggetto di trattativa e approvazione".

Inoltre, la correzione rafforza il riferimento ai parametri ministeriali per stabilire l'equità dei compensi (proporzionati alla quantità e alla qualità del lavoro svolto): non bisognerà più tenerne conto, ma la determinazione dell'ammontare dei pagamenti dovrà esser "conforme" ai criteri fissati.

La forma definitiva del testo, quindi, stabilisce che:

  • tutti i professionisti sono tutelati nei confronti di clienti forti (banche, assicurazioni, medie e grandi imprese e pubblica amministrazione);
  • in capo agli stessi clienti vige l'obbligo di stabilire un compenso per i professionisti che sia "commisurato alla quantità e alla qualità della prestazione svolta.

Ricordiamo che il ddl individua, inoltre, una serie di clausole considerate vessatorie, la cui presenza non pregiudica la validità del contratto, ma che saranno considerate nulle. Le clausole in questione stabiliscono che il contratto non può dare la facoltà al cliente di modificare unilateralmente le condizioni che determinano l'atto, di rifiutarne la stipulazione in forma scritta, di pretendere prestazioni aggiuntive gratuitamente. Oltre a questo, non potrà essere richiesta l'anticipazione delle spese delle controversie a carico del professionista, la rinuncia al rimborso spese e la previsione di tempi di pagamento superiori a 60 giorni. Infine, previste tutele in caso di modifica in corsa delle condizioni del contratto. Come già preannunciato,sSotto questo aspetto, la modifica introdotta dall'emendamento De Girolamo ha eliminato la possibilità che le predette clausole possano essere comunque predisposte se frutto di una trattativa tra il cliente e il professionista.

E' quindi compito del giudice accertare la non equità del compenso e, nel caso, determinare l'ammontare dello stesso sulla base dei parametri ministeriali.

Secondo Gian Antonio Stella, presidente di Confprofessioni, è molto importante in particolare la stretta sulle clausole vessatorie, che non sono più trattabili. "L'apertura contenuta nel testo precedente avrebbe messo in difficoltà i soggetti deboli, che si sarebbero trovati nella condizione di dover negoziare per forza". Permangono, però, i dubbi in merito ai parametri per i non ordinistici, che al momento mancano.