Equo compenso professionisti: in Toscana è operativo. Vietati gli incarichi gratuiti. I dettagli
La giunta regionale toscana ha approvatato una delibera che identifica le linee guida per la concreta attuazione della norma che garantisce una forma di tutela in merito ai compensi percepiti dai professionisti
L'equo compenso nei rapporti tra professionisti e PA, in Toscana, è realtà. Lo è diventato grazie alla delibera approvata dalla giunta regionale che identifica le linee guida per la concreta attuazione della norma che garantisce una forma di tutela in merito ai compensi percepiti dai professionisti (introdotta nella sua forma definitiva dalla Legge di bilancio 2018). Le disposizioni dovranno essere rispettate dagli uffici regionali e dagli enti dipendenti della Regione.
Non potranno più essere previsti compensi gratuiti per incarichi e prestazioni richieste a qualsiasi tipologia di libero professionista. E' il primo punto fermo delle linee guida, approfondite in un comunicato stampa ufficiale della Regione. L'intento, ha spiegato il presidente della Regione Enrico Rossi, è quello di "dare applicazione al principio dell'equo compenso, definendo regole certe, uniformi e valide per numerose categorie di lavoratori".
Le linee guida riportano ciò che è prescritto dalla norma: i compensi dovranno essere proporzionati alla quantità e qualità del lavoro svolto e al contenuto e alle caratteristiche della prestazione, dovranno essere conformi ai parametri ministeriali e non dovranno essere previste clausole vessatorie nei contratti. Tra queste, viene fatto un esplicito riferimento all'impossibilità di prevedere prestazione di servizi aggiuntivi a titolo gratuito.
Sono elencati, infine, i decreti ministeriali attualmente in vigore: per gli avvocati il dm 55/2014; per i commercialisti il dm 140/2012; per i consulenti del lavoro il dm 46/2013; per le professioni sanitarie il 165/206 e per le professioni tecniche le tabelle del Ministero della Giustizia diffuse nel 2016.
Per le categorie che non hanno ancora dei parametri di riferimento si dovrà aspettare la "prevista emanazione di successivi decreti ministeriali". La diffusione di queste regole da una concreta attuazione, come detto, all'applicazione dell'equo compenso nei confronti della pubblica amministrazione, vietando l'emanazione di bandi pubblici che prevedano compensi zero o sponsorizzazioni e rimborsi come forme di corrispettivo per il professionista.
Equo compenso per i professionisti tecnici
Le professioni tecniche coinvolte sono quelle di agrotecnico, architetto, pianificatore, paesaggista e conservatore, biologo, chimico, dottore agronomo e dottore forestale, geometra e geometra laureato, geologo, ingegnere, perito agrario, perito industriale, tecnologo alimentare.
Il riferimento normativo per i compensi è il Decreto del Ministero della giustizia del 17 giugno 2016 (cd. Decreto Parametri BIS): un professionista incaricato deve essere retribuito con un compenso che varia dai 50 ai 75 euro l'ora, un aiuto dai 35 ai 50 euro e un aiuto di concetto dai 30 ai 37 euro. La Regione Toscana però ricorda che si tratta di cifre indicative in quanto la determinazione del compenso, ad esempio per le opere pubbliche, deve tenere conto del costo delle singole categorie che compongono l'opera, della complessità della prestazione fornita dal professionista e della specificità della sua prestazione.
Ciò vale per le opere edili, per le strutture, gli impianti, le infrastrutture per la mobilità, le opere idrauliche, le tecnologie dell'informazione e della comunicazione, il paesaggio, l'ambiente, la naturalizzazione, l'agroalimentare, la zootecnica, la ruralità, le foreste, oltre alle opere legate al territorio e all'urbanistica.