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Equo compenso, Parametri e Nuovo Codice Appalti: ANAC chiede un intervento normativo

L'Autorità Anticorruzione ha pubblicato un atto del presidente sulle criticità attinenti al coordinamento tra la disciplina del c.d. equo compenso e il decreto legislativo 36/2023 (Nuovo Codice Appalti).

Siccome il rischio di fare 'confusione', su una materia già di per sè complessa, è molto alto, tanto che già l'OICE ha chiesto 'lumi' in tal senso, anche l'ANAC interviene direttamente e lo fa con un provvedimento ufficiale - un atto del presidente - col quale si chiede un intervento normativo vero e proprio in materia di equo compenso e Nuovo Codice Appalti.

"Sull’equo compenso ci sono disposizioni potenzialmente contrastanti e, prima che sorga un contenzioso, ANAC sta lavorando per risolvere la questione. Per questo abbiamo investito del problema la Cabina di Regia, in modo che si arrivi a una soluzione concordata, e potenzialmente pure ad un intervento normativo, anche per sminare il rischio di contenzioso", ha dichiarato in merito il presidente dell'Anticorruzione Giuseppe Busìa.

Tutto nasce - si legge nell'atto del 27 giugno 2023, pubblicato l'8 agosto sul sito ANAC e scaricabile in allegato - dalla ricezione di una richiesta di quesito concernente il coordinamento della disciplina legislativa dell’equo compenso di cui alla legge 49/2023 con il decreto legislativo 36/2023.

Le criticità e la tassatività del DM Parametri

Da un lato - segnala ANAC - c’è una legge che impone il rispetto dell'equo compenso.

Prima, invece, sulle tariffe di gara si potevano effettuare i ribassi.

Mentre ora, con la legge 49/23, l’equo compenso diventa il minimo inderogabile, che va a base di gara, di fatto annullando la gara. CIò comporta il rischio di un aumento di costi, svuotando di fatto la concorrenza.

Infine bisogna considerare che l'Ordine degli ingegneri, in virtù della legge 49/2023, successiva al Codice, considera i parametri come valori minimi non derogabili

Insomma: il nuovo Codice prevede alcune regole, mentre la legge 'dedicata' 49/2023 dispone invece che, se si va contro l'equo compenso, le clausole siano nulle. Il risultato finale - sottolinea l'ANAC - è che non si bandiscono le gare e il rischio di contenziosi aumenta.

L'equo compenso per le gare di architettura e ingegneria del Codice Appalti

L'articolo 41, comma 15, rimanda all’allegato I.13 al fine di stabilire le modalità di determinazione dei corrispettivi per le fasi progettuali da porre a base degli affidamenti dei servizi di ingegneria e architettura, mediante attualizzazione del quadro tariffario di cui alla tabella Z-2 del decreto del Ministro della giustizia 17 giugno 2016.

Inoltre, il comma 15 statuisce nel senso che i predetti corrispettivi sono utilizzati dalle stazioni appaltanti e dagli enti concedenti ai fini dell'individuazione dell'importo da porre a base di gara dell'affidamento.

I parametri professionali minimi sono stati reintrodotti?

Ma considerando il particolare regime di cui agli articoli 3 e 5 della legge 49/2023 previsto al fine di dare effettività all’equo compenso nonché l’abrogazione della disciplina che aveva eliminato il criterio dell’inderogabilità dei minimi tariffari anche per gli ingegneri e gli architetti, si pone il problema di valutare se attraverso la legge 49/2023 il legislatore abbia reintrodotto dei parametri professionali minimi.

In questo senso, secondo ANAC, deporrebbe anche il Parere della XIV Commissione Permanente (Politiche dell’Unione Europea) del 18.01.2023 sulla proposta di legge C. 338.

Accogliendo tale impostazione, quale sarebbe il ribasso massimo che conduce a ritenere il compenso equo nell’ambito delle procedure di affidamento dei servizi di ingegneria e di architettura?

Equo compenso professionisti e affidamenti pubblici non soggetti a ribasso secondo D.Lgs. 36/2023

Il documento del Centro Studi CNI studia il rapporto tra l’applicazione della disciplina dell’Equo compenso e l’affidamento dei servizi di ingegneria e architettura. Definito anche il ruolo attribuito agli Ordini e ai Consigli nazionali per la tutela dei professionisti. Documento in fondo all'articolo nella sezione Allegati.


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Tra equo compenso e realtà: le troppe letture possibili

ANAC, nel comunicato di presentazione all'atto, sottolinea che ci sono addirittura 3 possibili 'chiavi' di lettura unendo i dettami del Nuovo Codice e della legge 49:

  1. le tariffe indicate rappresentano i valori massimi di aggiudicazione (posti a base di gara);
  2. le tariffe indicate rappresentano parametri di riferimento, non derogabili verso il basso;
  3. possono essere soggetti a ribasso solo le spese generali (che rappresentano una quota delle tariffe professionali), ferme rimanendo le tariffe professionali.

Con la prima soluzione, continua l'ANAC, le gare continuerebbero ad essere aggiudicate come in passato, di fatto annullando quanto disposto dalla legge 49.

Con la seconda soluzione, le gare diverrebbero a prezzo fisso, ovvero la competizione sulle tariffe decadrebbe.

Con la terza soluzione, vi sarebbe la possibilità di ribassare le spese generali (le tariffe professionali diverrebbero equiparabili ai costi della manodopera non ribassabili).

Per sbrogliare la matassa, quindi, l'ANAC rimette la questione e 'chiede' un intervento chiarificatore alla competente Cabina di Regia presso la Presidenza del Consiglio, al fine di evitare pareri difformi e contenzioso.


L'ATTO DEL PRESIDENTE ANAC DEL 27 GIUGNO 2023 E' SCARICABILE IN ALLEGATO PREVIA REGISTRAZIONE AL PORTALE.

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