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Equo compenso: la strada per la vera equità è ancora lunga

Oggi l’Equo Compenso per i professionisti è legge, ma bisogna ancora battersi affinché questo criterio venga per esempio esteso ai rapporti con le Pmi e le Microimprese, nonché con le Persone Fisiche. Il concetto è stato ribadito in una mattinata di studi organizzata dall’Ordine degli Ingegneri di Napoli nella sede del Centro Formazione e sicurezza di Napoli (Cfs Napoli, presieduto da Paola Marone, che guida anche la Fondazione Ordine Ingegneri Napoli). 
In uno scenario in cui la platea dei professionisti si è allargata, il reddito pro capite si è ridotto e la pressione fiscale è giunta a livelli insostenibili.

Oggi l’Equo Compenso per i professionisti è legge, ma bisogna ancora battersi affinché questo criterio venga per esempio esteso ai rapporti con le Pmi e le Microimprese, nonché con le Persone Fisiche. Il concetto è stato ribadito in una mattinata di studi organizzata dall’Ordine degli Ingegneri di Napoli nella sede del Centro Formazione e sicurezza di Napoli (Cfs Napoli, presieduto da Paola Marone, che guida anche la Fondazione Ordine Ingegneri Napoli). 


IL PARTERREequo-compenso---effetto-lenziolate.jpg
Al tavolo il Consigliere dell’Ordine Massimo Fontana, la Presidente della Fondazione Ordine Ingegneri Napoli, Paola Marone, Eduardo Pace, Responsabile della Commissione pareri dell’Ordine (che ha tenuto una relazione sul tema “Il ruolo della Commissione Pareri a tutela dell’Equo Compenso dell’Ingegnere e a supporto della Stazione Appaltante”), Michele Lapenna, Tesoriere del Consiglio Nazionale degli Ingegneri (che ha svolto due relazioni sui seguenti temi “Servizi di ingegneria e architettura e Codice degli appalti; Nuovo istituto dell’Equo Compenso; La determinazione dei compensi professionali dopo l’abolizione delle tariffe”) e l’ingegner Maurizio Riboni, del gruppo di lavoro “Servizi di ingegneria e Lavori Pubblici” (con una relazione sui temi “Esempi pratici di progetto di un Sia – Linee guida per l’emissione dei pareri”).

LE SLIDE DI TUTTE LE RELAZIONI PRESENTATE NELLA MATTINATA DI LAVORI AL CFS,  SONO IN ALLEGATO A QUESTO ARTICOLO
E SONO SCARICABILI CLICCANDO SUI LINK IN CALCE


La Legge di Bilancio ha addirittura aumentato le tutele teoriche per i liberi professionisti in materia di Equo Compenso, prevedendo maggiori garanzie nei confronti dei committenti cosiddetti “forti” (banche, assicurazioni e via dicendo). Ed è stato respinto al mittente il veto posto nello scorso autunno equo-compenso-tavolo.jpgdall'Antitrust al principio dell'Equo Compenso, grazie anche alla dura opposizione delle organizzazioni dei professionisti, con una presa di posizione forte e netta espressa dal Presidente dell'Ordine di Napoi Edoardo Cosenza.
Ora la sfida è ottenere che queste tutele teoriche divengano prassi normale. Ma il percorso da fare è ancora lungo, come è apparso evidente nel corso del dibattito.

LE TASSE PESANO TROPPO
C’è per esempio sul tappeto la questione di fondo dell’eccessivo peso fiscale sui redditi professionali, messo in evidenza da Eduardo Pace, con una slide ad hoc da cui si evince che in Italia le tasse a carico dei professionisti possono arrivare al 63,8 per cento, rispetto all’Inghilterra dove si fermano a un ben più ragionevole 20 per cento.
Fontana e Pace hanno anche ribadito la necessità di rilanciare i concorsi di progettazione per aprire il mercato:
Va invece combattuto il fenomeno degli “accordi quadro” che favorisce i soggetti più forti. Un dato è eloquente: nel 2017, i 49 accordi quadro raggiunti, hanno assorbito ben il 35 per cento del mercato.
equo-compenso-supertasse.jpgIl mercato dei servizi professionali è comunque in rapidissima evoluzione: nel settore dell'edilizia nuove prospettive per i professionisti – come ha sottolineato Paola Marone – vengono per esempio dalla valutazione degli immobili sotto il profilo della sicurezza sismica e dell’efficienza energetica, per l’accesso ai recenti incentivi fiscali del Sismabonus e dell’Ecobonus.
Proprio in questo scenario è ancor più importante garantire compensi realistici ai professionisti e combattere, nei rapporti con la pubblica amministrazione, il fenomeno degli eccessivi ribassi.
“Affacciarsi a un mercato senza parametri per quantificare il compenso delle prestazioni professionali – ha osservato argutamente Michele Lapenna – è come guardare la vetrina di un negozio dove non sono esposti i prezzi”.
E la Penna, cifre alla mano, ha dimostrato come un mercato senza regole, senza paletti, invece di garantire maggiormente i giovani e i soggetti deboli, ha rafforzato le posizioni dei soggetti più forti, abbassando viceversa i redditi di giovani e donne e aumentando il divario dei redditi tra professionisti giovani (20/40 anni) e senior (50/55 anni). 
Ad aggravare la situazione c’è l’ampliamento della platea dei professionisti: nel 2007 erano 1,28 milioni, nel 2015 erano diventati 1,48 milioni.
Risultato: il reddito pro capite è sceso dell’8,6 per cento nel 2015, rispetto al 2007.
Occorrerà cercare consenso in queste battaglie - ribadiscono gli ingegneri - anche fra i cittadini, far capire loro che la “tariffa minima” non è espressione di lobby o di caste, non lo penalizza, ma viceversa lo tutela da servizi scadenti.

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